mercoledì, settembre 17, 2014
Con le manovre navali di oggi, centrali nei cinque giorni di esercitazioni Gloria Han 30 iniziate lunedì, le autorità militari hanno voluto mostrare alla Repubblica popolare cinese di essere ancora in grado di bloccare un tentativo d’invasione.  

Misna - Sono stati 88 i mezzi navali coinvolti in quelle che sono state le maggiori operazioni del genere nell’ultimo quarto di secolo tenutesi al largo della contea orientale di Hualien. Un’iniziativa espressamente concepita per simulare la risposta a un tentativo di invasione da parte cinese, a cui ha assistito il presidente Ma Ying-jeou. Le manovre aeronavali sono un evento annuale a cui abitualmente partecipano una cinquantina di navi impegnate, con i loro equipaggi, mezzi anfibi e aerei a contrastare una minaccia portata dall’aria, dal mare o da mezzi sottomarini. L’entità dell’edizione odierna, come pure l’imponente parata dei mezzi che ha seguito le esercitazioni, sembrano contrastare con il raffreddamento delle tensioni in corso dal 2008 sotto la guida del presidente Ma, impegnato a rinsaldare i rapporti commerciali e turistici con Pechino che formalmente non ha mai rinunciato ad attaccare Taiwan se dovesse dichiarare l’indipendenza dopo 65 anni di sostanziale separazione che ha garantito agli abitanti dell’isola un livello di vita e caratteristiche socio-culturali diversi da quelli della Cina continentale.

A impensierire i taiwanesi è il crescente ammodernamento delle Forze armate cinesi, sostenuto da un bilancio annuo attorno a 130 miliardi di dollari che potrebbe mettere in grado l’Esercito popolare di liberazione di occupare l’isola tra un decennio, con il rischio di un intervento statunitense previsto dagli accordi tra Washington e Taipei.


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