giovedì, ottobre 02, 2014
Il progetto, realizzato con l'arcidiocesi caldea di Mosul, permetterà alle famiglie fuggite dalla piana di Ninive di trascorrere l'inverno al riparo e mandare i bambini a scuola.

Santegidio - Sono circa 60.000 i rifugiati cristiani in Kurdistan, la maggior parte dei quali a Erbil, capitale del Kurdistan nel Nord dell’Iraq. Anche l'arcivescovo caldeo mons. Emil Nona, ha dovuto abbandonare Mosul, in seguito all’occupazione della città da parte dei gruppi fondamentalisti ed oggi è a Erbil da dove coordina gli aiuti per la sua comunità colpita dalla persecuzione. Mons. Nona è il successore di mons. Paulos Faraj Raho, rapito e poi morto in prigionia nel 2008, la cui tonaca è custodita dalla Comunità nella Basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina, segno del profondo legame tra Sant'Egidio e i cristiani iracheni.

Qualche giorno fa, di passaggio a Roma, ha incontrato alcuni amici di Sant'Egidio, a cui ha espresso la gratitudine sua e della sua gente per gli aiuti inviati fin dai primi giorni della attuale crisi, che hanno permesso di dare un alloggio a tutti quei profughi che, avendo dovuto lasciare le loro case, si trovavano in Kurdistan ospitati in tende, nelle scuole o in alloggi di fortuna per strada. Grazie all'aiuto della Comunità, l’arcidiocesi di Erbil, già nel mese di agosto, ha potuto prendere in affitto delle case che hanno dato alloggio a famiglie con neonati, persone con disabilità o anziani malati.

A questo progetto si sono unite anche altre associazioni di diversi Paesi. Ad oggi, 476 famiglie potranno affrontare l’inverno vivendo in appartamenti. A seconda delle necessità della famiglia, il progetto prevede anche la fornitura di un arredamento di base e un aiuto alimentare. Nelle prossime settimane si prevede di prendere in affitto unità abitative anche in altre città del Kurdistan, come Dohuk e Zakho, dove vivono altri rifugiati.

Questi interventi, oltre a garantire un alloggio alle famiglie, hanno permesso anche di liberare le scuole del quartiere cristiano di Erbil che erano utilizzate per l’accoglienza dei profughi. Questo permetterà nei prossimi giorni di avviare l’anno scolastico, garantendo così l’accesso all’istruzione anche ai bambini delle famiglie rifugiate. In collaborazione con Action Medeor, un'organizzazione cattolica tedesca, la Comunità di Sant'Egidio ha anche inviato farmaci essenziali che verranno utilizzati nei Centri di Salute realizzati per i rifugiati.

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