lunedì, ottobre 06, 2014
Al via il Sinodo sulla famiglia - Erdo: basta pastorale del "fai da te" 

di Paolo Fucili 

"Catastrofici" no, non è il caso di essere. Vuoi perché nel cassetto cattolico degli attrezzi c'è sempre quel vecchio arnese
dal nome "speranza", vuoi perché così male la famiglia proprio non se la passa. Vedi le statistiche di legioni di uomini e donne che ancora si intestardiscono a cercare addirittura la felicità in un'unione durevole con un partner (dell'altro sesso, sia chiaro) e annessa prole: e pure il desiderio di metterne su una propria, di famiglia, tutto sommato non è sparito del tutto dall'orizzonte delle aspirazioni dei giovani. Tanto più che la famiglia, diceva stamane l'arcivescovo di Budapest card. Erdo ma sottoscrivere non è difficile, "è quasi l'ultima realtà umana accogliente in un mondo determinato pressoché esclusivamente dalla finanza e dalla tecnologia".

Poi quel che luccica si sa, non sempre è oro. E' la storia vecchia anch'essa dei giovannei "segni dei tempi", quali sarebbero le più gravi problematiche della famiglia oggi, "da discernere alla luce del Vangelo": anzitutto la paura di ogni impegno stabile (tanto che anche i matrimoni civili calano), giacché se la vita, come Erdo spiega, non è più "un progetto" bensì "una serie di momenti nei quali il valore supremo è il sentirsi bene, lo stare bene", allora non sono ammesse rinunce: tutto ruota attorno a sé e ai propri desideri, come quello di molte coppie di non aver figli ma anche l'altro, speculare, di averne a tutti i costi. Il bicchiere, insomma, è mezzo pieno e mezzo vuoto a seconda dei fisiologicamente diversi punti di vista.

Al cosiddetto "relatore generale" del Sinodo straordinario al via oggi in Vaticano (dopo la messa di ieri in san Pietro, presieduta da Francesco), attorno a "Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell'evangelizzazione", va comunque il merito di aver proposto oggi un'articolata e meditata (qualità per nulla scontate) "relatio ante disceptationem", si chiama ancora (più o meno "relazione prima della discussione"), ovvero l'intervento facente funzione dell'avviare il confronto tra i 191 padri sinodali riuniti a Roma da tutto l'orbe cattolico.

E buon per lui (ma probabilmente anche per gran parte dell'uditorio) che il latino non è più la lingua ufficiale del sinodo, così che ha potuto parlare italiano dall'inizio alla fine di un'ora di discorso: altra novità non piccola del primo sinodo dell'era Bergoglio, che già prima di iniziare ne aveva già inanellate parecchie: una su tutte, il coinvolgimento capillare (così era almeno nelle intenzioni) del popolo di Dio interpellato tramite un apposito questionario, per tastare il polso della cattolicità attorno alle più controverse questioni attorno a matrimonio, famiglia e generazione dei figli. E a rispondere sono stati circa cinque su sei dei vari soggetti interpellati, buon risultato secondo la Segreteria del Sinodo, ma forse non proprio eccezionale.

Parecchi, è il verdetto comunque, son problemi e sfide della famiglia oggi. Tanto più c'è bisogno dunque di offrire, sottolinea Erdo, linee chiare ai pastori delle comunità locali, giacché "non si può realisticamente aspettare che essi trovino da soli le giuste soluzioni conformi alla verità del Vangelo e vicine alle situazioni particolari", in nome del "fai da te" (proprio così) pastorale. Perciò al Sinodo, annuncia Erdo, si tratterà non di mettere "in discussione" la "dottrina": la misericordia, già prescritta come medicina contro l'errore da Giovanni XXIII ai tempi del Concilio, "non elimina la verità né la relativizza". Ma "se dovevamo semplicemente ridire quello che è già stato detto, bastava semplicemente rimandare ai testi già scritti", ha aggiunto poi coi giornalisti mons. Forte, l'arcivescovo di Chieti nominato da Bergoglio Segretario speciale di questo sinodo.

Vedi le ferite del fallimento di un matrimonio. Posto che il Vangelo comunque è un "rimedio" e tale deve apparire per tutte le situazioni familiari problematiche, tra le ipotesi elencate da Erdo c'è un sacerdote-consulente in ogni diocesi sui casi di nullità dei matrimoni, poiché "non sembra azzardato ritenere che non pochi dei matrimoni celebrati in chiesa possano risultare non validi". E per accertarlo, altro punto, basterebbe spesso un grado solo di giudizio, anziché una doppia sentenza conforme del processo canonico.

E ancora, la validità di un matrimonio cristiano dipende anche ("secondo proposte autorevoli", riferisce il relatore) dalla "rilevanza dell'intenzione di fede" degli sposi: ecco dunque profilarsi "a monte" la questione non meno facile della formazione dei fidanzati (cui dovrebbe provvedere "una più ampia pastorale giovanile e di preparazione al matrimonio") e dei giovani in genere: Ci sono ideali "che devono essere presentati con chiarezza", con l'aiuto della testimonianza di adulti ed evitando "banalizzazioni, superficialità e forme di tolleranza che nascondono una sostanziale indifferenza", esorta un altro passo della "relatio".

Le previsioni del sinodo annunciano se non tempesta, comunque tempo perturbato nelle giornate di mercoledì e giovedì, quando secondo la dettagliata agenda sinodale in aula si toccheranno i punti più sensibili del tema in oggetto. Nessuna paura, però, a dire ognuno quel che pensa, è il singolare incoraggiamento arrivato stamane da Francesco in persona ai padri sinodali: "nessuno dica: 'questo non si può dire; penserà di me così o così...". "Parlare con parresia [libertà di parola, ndr] e ascoltare con umiltà", raccomanda Bergoglio memore del concistoro di febbraio scorso (sempre dedicato alla famiglia, in vista di questo sinodo), allorché un cardinale gli confidò, come lui stesso ha raccontato oggi, che non tutte le porpore partecipanti ebbero il coraggio di dire quel che davvero pensavano.

"Il Papa crede fortemente nel valore della sinodalità", secondo mons. Forte, l'etimologico "camminare insieme" della parola "sinodo". "Non bisogna piacere per forza al Papa", ha chiosato ancor più netto il card. Ving Trois di Parigi, al primo resoconto dei lavori sinodali in sala stampa vaticana. La quale i prossimi giorni fornirà elenchi dei padri intervenuti e un resoconto di quanto sarà detto ai lavori sinodali, ma non paternità e contenuto di ogni singolo intervento, come invece i giornalisti reclamavano non senza qualche buona ragione di "trasparenza". Anche perché ai padri sinodali non è vietato (come del resto proibirlo?) rilasciare interviste: sta "alla prudenza di ciascuno la valutazione di cosa dire", li ha consigliati stamane il segretario del sinodo card. Baldisseri. Per chi invece volesse distrarsi un poco con cellulari e computer al seguito, "vietato" usare twitter durante il dibattito, sempre a suo dire "per mantenere la dovuta riservatezza".


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