Danilo Brugia: classe 1978, dolci e profondi occhi azzurri, fisico atletico e savoir faire da vendere.
Bravissimo attore, cantante, marito e padre; un uomo che ha fatto e che continua a fare di una sua passione un lavoro importante, che svolge con costante impegno e amore. Interprete di fiction e serie tv televisive, ma anche di musical di successo, come “Non Abbiate Paura”, dedicato ed ispirato a Papa Giovanni Paolo II e patrocinato dal Pontificio Consiglio della Cultura. Ne parla con noi di LPL News24.
D.- Ciao Danilo benvenuto.
R.- Ciao a tutti voi e grazie per avermi invitato.
D.- Danilo iniziamo subito con le domande. Finisci la maturità classica e ti iscrivi alla facoltà di Giurisprudenza dell’università di Roma. Da possibile avvocato ad attore il passo non è certamente breve… com’è andata?
R. Io ho un papà avvocato e quasi come tutti i figli che a casa un papà che svolge un’attività del genere, inizialmente ho cercato di seguire le sue orme. Non ti nego che mi piaceva, anzi avrei potuto tranquillamente dire di no e fare qualsiasi altra facoltà universitaria. Quando ho iniziato l’università, però avevo già iniziato a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo e i tanti impegni non mi hanno permesso di dedicarmi a pieno agli studi giurisprudenziali che richiedono impegno e sacrificio. Io in quel periodo non avevo tempo perché avevo iniziato a fare “Carramba” e stavo tutti i giorni in sala prove, per cui piano piano ho abbandonato i libri, persi l’allenamento allo studio ed anche la voglia. Ero giovane e pensai che la mia strada oramai fosse quella dello spettacolo. In realtà oggi, con il senno di poi, me ne pento un pochino perché forse avrei potuto unire entrambe le cose e fare un po’ più di sacrifici.
D.- Da ragazzino chi erano i tuoi idoli del mondo dello spettacolo?
R.- Da ragazzino vedevo spesso i film del grande Alberto Sordi, ammiravo e ammiro tantissimo Gigi proietti. Vedevo volentieri anche i film di Silvester Stallone. Dal punto di vista musicale ammiravo e ammiro tantissimo Massimo Ranieri, ho sempre ascoltato Renato Zero, ed Elton John per quanto riguarda la musica straniera. Questi personaggi mi hanno influenzato ed accompagnato durante la mia adolescenza.
D.- Oggi sei un attore famoso, marito affettuoso, padre amorevole. Come si concilia la tua vita privata con la tua notorietà professionale?
R.- Intanto ti ringrazio per gli aggettivi che hai usato. Ti offrirò un caffè non appena ci incontreremo, perché non ci sono aggettivi migliori per descrivere quello che effettivamente sono. Come si concilia tutto questo? Tutto questo è possibile grazie alla disponibilità di una donna, mia moglie, che sa supplire alla mia mancanza. Tutto questo poi si fa anche grazie a una mia organizzazione, cerco il più possibile di essere presente, e quindi anche quando sono in tournée teatrale, cerco di tornare spesso a casa e non approfitto del fatto che per lavoro sono fuori e prolungo la mia assenza. Cerco di ritornare anche solo per un giorno, con tanto sacrificio ma con la voglia di stare in famiglia.
D.- Dopo circa sei anni torni a Centovetrine. Com’è stato tornare a recitare nella soap e come ti sei trovato con colleghi vecchi e nuovi?
R.- E’ stato bellissimo e lo dico sinceramente anche perché l’ho detto lì sul set, l’ho detto ai colleghi e a tutte le persone che ho rincontrato dopo tanto tempo. E’ stato come se avessi fatto un salto nel passato, e devo dire che è stato bello perché ho ritrovato molte delle persone che avevo lasciato e perché è stato come se fossi tornato in una grande famiglia. A parte le prime ore di adeguamento sul set, poi è andato tutto bene e sembrava quasi che non fossero passati sei anni, è stato bello ed emozionante.
D.- In Centovetrine interpreti Stefano della Rocca. Nelle precedenti edizioni Stefano era un uomo essenzialmente dolce e romantico e forse anche un po’ ingenuo. In questa nuova edizione è molto cambiato. È diventato un po’ più cinico. In quale versione ti riconosci maggiormente?
R.- Sicuramente nella versione Stefano Della Rocca del passato. Io sono, come hai detto prima tu, descrivendomi con quei tre aggettivi, un “bonaccione”, come si dice a Roma. Tendo molto a fidarmi, cerco sempre di essere sincero e onesto in tutto quello che faccio, quindi mi riconoscono sicuramente nella prima versione di Stefano della Rocca. Cinico non riesco a esserlo, anche se ti confesso che certe volte me lo rimprovero un pochino perché magari, alcune volte puoi trovarti di fronte a persone che se ne approfittano volontariamente perché sanno che hanno a che fare con una persona buona. Lì dovrei tirare fuori un certo carattere che però non è mio e non mi appartiene. La recitazione mi permette di vivere altre vite che non sono le mie e puoi essere quello che non sei in realtà, ed è molto divertente.
D.- Nei mesi scorsi hai iniziato un tour nei maggiori teatri italiani, con un musical importante e che ha avuto molto successo. La prima mondiale è andata in scena all’Auditorium della Conciliazione di Roma. Il musical è “ NON ABBIATE PAURA” per la regia di Gianluca Ferraro. Parla della vita di un uomo eccezionale, Papa Giovanni Paolo II e ha avuto un enorme successo. Com’è stato interpretare la parte di un uomo così importante?
R.- Mi permetto di aggiungere che la regia era anche di Andrea Palotto, quindi una regia a due. Ti confesso che è stato complicatissimo e per riprendere il titolo del musical io di paura ne ho avuta tanta, nonostante lui ci abbia invitati a non averne. Perché ho avuto paura? Semplicemente perché il personaggio era inarrivabile. Quando me l’hanno proposto la reazione è stata quella di accettare subito perché la gioia è stata grande e la voglia di avvicinarmi a un personaggio di quell’entità anche, poi invece a mente fredda ho detto: “ ma chi me l’ha fatto fare” perché ovviamente c’erano tutte le incognite del caso, quindi, in punta di piedi, con molta umiltà e con molto sacrificio e impegno ho cercato di riuscire a raccontare tutta la vita di Papa Giovanni Paolo II. E’ stato un lavoro lungo perché le prove sono durate quaranta giorni ma ne è valsa la pena, tanto che ho avuto la grande soddisfazione di avere entrambi i registi in camerino che si sono complimentati. Ricorderò sempre Gianluca Ferraro che mi ha fatto una carezza sul viso e mi ha detto: “bravo”, e Andrea Palotto che mi ha abbracciato e mi ha detto: “ questo è Papa Giovanni Paolo II che volevamo”. Poi devo dirti che essendo anch’io un credente e rivolgendomi spesso anche a lui, credo che mi abbia guidato in questo lavoro. E’ come se mi abbia messo la mano sulla testa e mi abbia detto: “ non avere paura, vai sul palco e fai il possibile e tutto andrà bene lo stesso”. È stata una grossa soddisfazione.
D.- È vero che avete ricevuto la benedizione di Papa Francesco?
R.- Assolutamente sì e questa è stata la soddisfazione più grande perché il nostro musical è quello ufficiale del Vaticano. Abbiamo ricevuto la lettera ufficiale con la firma di Papa Francesco e del Concilio Pontificio Della Cultura. Anche loro, infatti, hanno avallato e firmato il testo e questo è importantissimo perché è quello l’Istituto preposto a valutare tutte quelle cose che parlano di chiesa, di santi e di vite di uomini di chiesa. Loro valutano se il testo sia effettivamente pertinente al personaggio, che se ne parli con proprietà di linguaggio ed in modo veritiero. Avere queste due attestazioni è stato bellissimo perché vuol dire che quello è il musical ufficialmente riconosciuto dal Vaticano e che abbiamo fatto un buon lavoro.
D.- Danilo cosa deve avere un buon copione per poterlo prendere in considerazione?
R.- Un buon copione deve, almeno per me, regalarmi delle emozioni, deve, alla prima lettura, intrigarmi e soprattutto deve toccare quelle che sono le mie corde . Ti dico per esempio, che poco tempo fa lessi un copione di un film che forse farò, e che s’intitola “ Le parole del silenzio”. Tra l’altro alla base di questo film c’è il messaggio francescano, anche se non parla di San Francesco, anzi è ambientato ai giorni nostri, ma il messaggio che sottende è quello, e quando l’ho letto mi sono emozionato, le parole di alcune scene mi hanno toccato il cuore e questo per me è sufficiente per potermi far dire che è un buon testo.
D.- Di successi professionali quest’anno ne hai avuti tanti, il ritorno a Centovetrine, Rossella, il musical, sei stato anche cooprotagonista in un film per il cinema diretto da Stefano Calvagna: “ NON ESCLUDO IL RITORNO”. Narra la storia vera di un grande della musica italiana, FRANCO CALIFANO, dal suo declino alla rinascita fino alla morte. Che emozioni hai provato sul set?
R.- Le emozioni sono state tante perché io Franco Califano lo conoscevo come forse lo conosci tu o forse no. Questo per dirti che penso che nessuno conosca davvero un personaggio come Califano se non le persone che veramente lo hanno vissuto. Io ho avuto modo, in questo film di scoprirlo come uomo e non solo come cantautore straordinario qual è stato, e quindi ho capito che tante volte, purtroppo, noi siamo portati a giudicare le persone attraverso preconcetti. Franco Califano invece era un uomo buono che spesso è stato dimenticato e messo da parte, come del resto, lo stanno mettendo da parte tuttora perché, - e in questo mi unisco alla polemica fatta dal regista Stefano Calvagna,- un film che parla di Franco Califano, un rappresentante della romanità e non solo di quella, non sia stato accolto, anche fuori concorso, al festival del Cinema di Roma, e che invece sia stato preso un film che parla degli Spandau Ballet che insomma sono un gruppo notoriamente estero. Questo vuol dire sottovalutare un personaggio che nella vita è stato un grande cantautore e che purtroppo negli ultimi anni è stato snobbato e tenuto nell'ombra. Che ti devo dire, speriamo che quando esca il film gli sarà attribuito il riconoscimento che merita. Aspettiamo fiduciosi.
D.- Danilo tu sei stato un Carramba Boy. Che rapporto hai con la tua bellezza?
R.- Per assurdo non ho un buon rapporto, anzi, mi critico spesso e non mi vedo mai bene. Cerco sempre di migliorarmi in tutto e per tutto. Certamente so di essere un bel ragazzo e sicuramente questo mio aspetto fisico mi può aiutare, ma non la vivo con sicurezza, anzi tutto il contrario e quindi non mi sento mai totalmente a mio agio con me stesso.
D.- Con le tue fan che rapporto hai? Ti fa piacere essere riconosciuto per strada?
R.- Su questo, e te lo possono confermare tutti, sono di una straordinaria disponibilità, perché ritengo, e lo dirò fino all’infinito, che il mio lavoro per fortuna comporta anche questo, e soprattutto, è importante che siano loro a decretare il successo di qualche cosa che fai, ed è bello che continuano a seguirti. Non mi astengo mai dal fermarmi, dal fare una foto o un autografo, perché è giusto così e perché capisco che per le persone che ti seguono in tv, vederti di persona è una sorta di sorpresa, di regalo, per cui lo vivo benissimo. Cerco il più possibile di dedicarmi anche ai social network, anche se da questo punto di vista sono un po’ pigro, ma capisco che oggi, nel 2014 si va avanti così e quindi cerco di dedicarmi anche a quell’aspetto lì.
D.- I tuoi prossimi impegni professionali quali sono? Puoi darci qualche anticipazione?
R.- Nei prossimi mesi ci saranno sicuramente altre date del musical; Centovetrine a febbraio riprende la produzione e quindi sarò impegnato con quello, e poi, non è la solita frase ma è la verità: c’è un progetto in stand by, che non è quello del film di cui ti ho parlato prima ma è un altro. E’ un film per la tv e dovrebbe partire forse a breve ma ancora non è una cosa consolidata, quindi, come si suol dire: “ incrociamo le dita”.
Incrociamo le dita e ringraziamo Danilo per essere stato così gentile e disponibile con noi. A presto.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.