L’infinita Juventus – Roma ha una coda inaspettata. Al “Processo del lunedì”, l’arbitro Gianluca Rocchi fa una sua moviola e ammette una cattiva gestione della partita.
Un evento quasi storico: un arbitro che parla e ammette “qualcosina” su quanto avvenuto in campo, a seguito della sua direzione, è davvero una manna calcistica. In particolare, l’arbitro si sofferma sull’episodio di Maicon: “Diciamo che una gestione non equilibrata della situazione ha creato tensioni tra i calciatori e nei confronti dell’arbitro, quindi potrebbe essere questa la chiave di lettura per capire poi cos’è successo durante la partita.
Ricordiamo che Rocchi concesse un calcio di punizione dal limite, tornando poi sulla sua decisione e assegnando il rigore dopo le proteste juventine che gli facevano notare la linea dello spray sul campo. Le immagini dimostreranno che Maicon salta fuori della linea dell’area quando è colpito al braccio dalla palla – probabile anche l’involontarietà del brasiliano, che non aumenta “il volume del corpo”.
Agli occhi dei furiosi giallorossi quella di Rocchi è stata una conduzione tecnica quantomeno ballerina e tremebonda; schierata verso i colori bianconeri. Una direzione di partita disastrosa a detta invece degli sportivi neutrali: il rigore concesso alla Roma è discutibile, il secondo rigore assegnato alla Juventus anche. Poi una selva di ammonizioni - date e saltate - sull’onda dell’anarchia creata dallo stesso arbitro. Se Rocchi fosse stato considerato come un automobilista non avrebbe più punti sulla patente; invece è un arbitro che cerca di recuperare equilibrio e punti, per ammissione di colpa e di sbandata.
Eppure sarebbe bastato un po’ di buon senso in campo: perché prendere decisioni drastiche da “occhio di falco? perché non accontentarsi del dubbio che non condanna?
Domande inutili; perché Rocchi era sicuro - dentro la sua insicurezza - del fatto suo, imballandosi quindi dentro la partita, perdendone il controllo o lasciando intendere di aver smarrito le più elementari coordinate arbitrali.
Possiamo essere certi che la moviola in campo aiuterebbe l’arbitraggio, e quindi la regolarità, e persino il buon senso. Ma il partito dello status quo dice che “è meglio creare buoni arbitri”.
Rocchi è un buon arbitro, persino internazionale. E allora?
Allora meno poteri alla discrezionalità, per ottenere maggiore credibilità: nel 2014 ci sarebbero gli strumenti per farlo.
Un evento quasi storico: un arbitro che parla e ammette “qualcosina” su quanto avvenuto in campo, a seguito della sua direzione, è davvero una manna calcistica. In particolare, l’arbitro si sofferma sull’episodio di Maicon: “Diciamo che una gestione non equilibrata della situazione ha creato tensioni tra i calciatori e nei confronti dell’arbitro, quindi potrebbe essere questa la chiave di lettura per capire poi cos’è successo durante la partita.
Ricordiamo che Rocchi concesse un calcio di punizione dal limite, tornando poi sulla sua decisione e assegnando il rigore dopo le proteste juventine che gli facevano notare la linea dello spray sul campo. Le immagini dimostreranno che Maicon salta fuori della linea dell’area quando è colpito al braccio dalla palla – probabile anche l’involontarietà del brasiliano, che non aumenta “il volume del corpo”.
Agli occhi dei furiosi giallorossi quella di Rocchi è stata una conduzione tecnica quantomeno ballerina e tremebonda; schierata verso i colori bianconeri. Una direzione di partita disastrosa a detta invece degli sportivi neutrali: il rigore concesso alla Roma è discutibile, il secondo rigore assegnato alla Juventus anche. Poi una selva di ammonizioni - date e saltate - sull’onda dell’anarchia creata dallo stesso arbitro. Se Rocchi fosse stato considerato come un automobilista non avrebbe più punti sulla patente; invece è un arbitro che cerca di recuperare equilibrio e punti, per ammissione di colpa e di sbandata.
Eppure sarebbe bastato un po’ di buon senso in campo: perché prendere decisioni drastiche da “occhio di falco? perché non accontentarsi del dubbio che non condanna?
Domande inutili; perché Rocchi era sicuro - dentro la sua insicurezza - del fatto suo, imballandosi quindi dentro la partita, perdendone il controllo o lasciando intendere di aver smarrito le più elementari coordinate arbitrali.
Possiamo essere certi che la moviola in campo aiuterebbe l’arbitraggio, e quindi la regolarità, e persino il buon senso. Ma il partito dello status quo dice che “è meglio creare buoni arbitri”.
Rocchi è un buon arbitro, persino internazionale. E allora?
Allora meno poteri alla discrezionalità, per ottenere maggiore credibilità: nel 2014 ci sarebbero gli strumenti per farlo.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.