venerdì, ottobre 17, 2014
“L’obiettivo più importante, per cui ho convocato il gabinetto di sicurezza, in questo momento è trovare i giovani studenti”.

Misna - Il presidente del Messico Enrique Peña Nieto ha parlato così di fronte a un paese sempre più mobilitato e preoccupato per la sorte dei 43 ‘normalistas’ – i ragazzi della scuola Normal di Ayotzinapa, ‘desaparecidos’ dal 26 settembre a Iguala, nello stato meridionale di Guerrero. Risolvere il caso, “che ci richiede maggiore attenzione e in cu siamo quotidianamente coinvolti, è una grande sfida per tutto lo Stato messicano” ha aggiunto Peña Nieto, parlando alla vigilia di quella che promette essere la più imponente marcia di protesta organizzata dal Coordinamento statale dei lavoratori dell’istruzione e dai compagni degli stessi ragazzi scomparsi. Gli organizzatori della mobilitazione hanno annunciato che il loro scopo è occupare il palazzo del comune di Acapulco per esigere che “tornino in vita” i giovani, vittime della brutalità della polizia municipale sostenuta da sicari della malavita locale.

Nel frattempo, il vescovo di Saltillo, monsignor Raúl Vera, ha denunciato che nel giugno dell’anno scorso la Procura generale della Repubblica era a conoscenza che il sindaco di Iguala, José Luis Abarca Velázquez – resosi latitante subito dopo i fatti insieme alla consorte – era probabilmente implicato nell’assassinio di tre esponenti della società civile locale. Eppure, si legge sul portale Sin Enbargo, nessuno fece nulla, neanche nei confronti del segretario per la pubblica sicurezza locale, Felipe Flores Vázquez, anch’egli latitante.


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