Il Filosofo: «Auspico che emerga la posizione teologica del cardinale Kasper; ossia: ciò che decide è la misericordia»
Giacomo Galeazzi
Città del Vaticano (Vatican Insider) - «Al Sinodo arrivano al pettine i nodi del Concilio». Per il filosofo Massimo Cacciari la dottrina della Chiesa su matrimonio e famiglia rappresenta «un passaggio fondamentale per il pontificato di Francesco».
Sui sacramenti ai divorziati risposati si spaccherà il Sinodo?
«Al punto in cui si è arrivati sarà impossibile ridurre la discussione a una dimensione esclusivamente interna alle gerarchie ecclesiastiche. Dopo aver riorganizzato la Chiesa in modo radicale, Francesco non poteva non affrontare questioni di grande impatto non solo sulla vita dei credenti ma anche sull’intera etica pubblica».
Sarà muro contro muro?
«Attraverso il cardinale Kasper, favorevole alla comunione ai divorziati risposati, il Papa ha posto la questione in termini di apertura. I cardinali che gli si oppongono non rappresentano semplicemente un’ala anti-conciliarista, lefebvriana: ritengono che sia in ballo la fedeltà a Cristo. Il confronto sarà serrato e il Sinodo dovrà decidere assumendo posizioni tutt’altro che indolori. Da parte sua Francesco non cercherà facili compromessi».
Quali difficoltà si troverà davanti Francesco?
«Con Wojtyla e Ratzinger non sono stati sviscerati i temi posti dall’età contemporanea. Le esigenze e le priorità negli ultimi decenni sono state altre. E cioè la posizione geopolitica della Chiesa nel mondo e l’evangelizzazione. Dopo il Concilio sono rimaste tra parentesi le risposte da dare. Finora la Chiesa si è sostanzialmente limitata all’indicazione di principi generali. Ora si tratta di scegliere tra diverse posizioni in merito a grandi questioni: etica sessuale, famiglia, matrimonio. E, senza dubbio in prospettiva anche il fine vita».
A cosa è dovuta questa accelerazione?
«Adesso gli effetti della secolarizzazione esigono parole che non sarà facile pronunciare. Tutto si giocherà sul fatto che la tradizione possa essere modificata oppure no. È molto di più della consueta contrapposizione tra conservatori e progressisti. Il dato di fondo è ridefinire il comunque assai labile confine tra ciò che è tradizione e ciò che è principio. I cardinali che come il prefetto per la Dottrina della fede Müller si oppongono a qualunque cambiamento su famiglia e matrimonio sostengono che non si discute puramente di tradizione».
Di cosa si tratta?
«Per Müller e gli altri cardinali del no alla revisione della dottrina sono in ballo aspetti che la tradizione ha sviluppato sulla base della parola di Cristo. In pratica bisognerà stabilire se si rimane fedeli a Cristo modificando la tradizione su famiglia e matrimonio. È di questo che si dovrà discutere al Sinodo. Qui sarà il dibattito autentico. E anche la principale difficoltà. Personalmente auspico che emerga la posizione teologica del cardinale Walter Kasper. Ossia: ciò che decide è la misericordia. È una speranza per tutti. Fuori e dentro la Chiesa».
Città del Vaticano (Vatican Insider) - «Al Sinodo arrivano al pettine i nodi del Concilio». Per il filosofo Massimo Cacciari la dottrina della Chiesa su matrimonio e famiglia rappresenta «un passaggio fondamentale per il pontificato di Francesco».
Sui sacramenti ai divorziati risposati si spaccherà il Sinodo?
«Al punto in cui si è arrivati sarà impossibile ridurre la discussione a una dimensione esclusivamente interna alle gerarchie ecclesiastiche. Dopo aver riorganizzato la Chiesa in modo radicale, Francesco non poteva non affrontare questioni di grande impatto non solo sulla vita dei credenti ma anche sull’intera etica pubblica».
Sarà muro contro muro?
«Attraverso il cardinale Kasper, favorevole alla comunione ai divorziati risposati, il Papa ha posto la questione in termini di apertura. I cardinali che gli si oppongono non rappresentano semplicemente un’ala anti-conciliarista, lefebvriana: ritengono che sia in ballo la fedeltà a Cristo. Il confronto sarà serrato e il Sinodo dovrà decidere assumendo posizioni tutt’altro che indolori. Da parte sua Francesco non cercherà facili compromessi».
Quali difficoltà si troverà davanti Francesco?
«Con Wojtyla e Ratzinger non sono stati sviscerati i temi posti dall’età contemporanea. Le esigenze e le priorità negli ultimi decenni sono state altre. E cioè la posizione geopolitica della Chiesa nel mondo e l’evangelizzazione. Dopo il Concilio sono rimaste tra parentesi le risposte da dare. Finora la Chiesa si è sostanzialmente limitata all’indicazione di principi generali. Ora si tratta di scegliere tra diverse posizioni in merito a grandi questioni: etica sessuale, famiglia, matrimonio. E, senza dubbio in prospettiva anche il fine vita».
A cosa è dovuta questa accelerazione?
«Adesso gli effetti della secolarizzazione esigono parole che non sarà facile pronunciare. Tutto si giocherà sul fatto che la tradizione possa essere modificata oppure no. È molto di più della consueta contrapposizione tra conservatori e progressisti. Il dato di fondo è ridefinire il comunque assai labile confine tra ciò che è tradizione e ciò che è principio. I cardinali che come il prefetto per la Dottrina della fede Müller si oppongono a qualunque cambiamento su famiglia e matrimonio sostengono che non si discute puramente di tradizione».
Di cosa si tratta?
«Per Müller e gli altri cardinali del no alla revisione della dottrina sono in ballo aspetti che la tradizione ha sviluppato sulla base della parola di Cristo. In pratica bisognerà stabilire se si rimane fedeli a Cristo modificando la tradizione su famiglia e matrimonio. È di questo che si dovrà discutere al Sinodo. Qui sarà il dibattito autentico. E anche la principale difficoltà. Personalmente auspico che emerga la posizione teologica del cardinale Walter Kasper. Ossia: ciò che decide è la misericordia. È una speranza per tutti. Fuori e dentro la Chiesa».
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