Il Papa ha firmato il decreto sulle virtù eroiche del ragazzo torinese morto di tumore nel 1979. Una scelta che conferma l'idea che anche i bambini possono essere beatificati.
di Giorgio Bernardelli
Vatican Insider - Roma. Un ragazzo che amava giocare a pallone insieme ad amici che oggi non hanno nemmeno 50 anni. C'è anche il 12enne Silvio Dissegna, di Moncalieri in provincia di Torino, tra le nuove figure che la Chiesa cattolica potrebbe presto venerare come beati. Tra gli otto decreti sull'eroicità delle virtù firmati ieri da papa Francesco, infatti, c'è anche quello relativo alla causa di questo ragazzo morto nel 1979 per un cancro alle ossa.
Era stato nel 1995 il cardinale Giovanni Saldarini, allora arcivescovo di Torino, ad aprire l'iter per la beatificazione. A colpirlo erano stati i racconti sulla forza e la fede eccezionale con cui questo ragazzo aveva vissuto la sua malattia. Non aveva ancora 11 anni Silvio quando all'inizio del 1978 un dolore alla gamba si rivelò l'inizio di un vero e proprio Calvario. E quando a maggio di quell'anno ricevette la cresima era già sulla sedia a rotelle. Ma proprio l'idea di vivere da testimone del Vangelo la sua malattia diventò la guida di quei mesi così difficili. In ospedale pregava col rosario e chiedeva al parroco di venire spesso a portargli l'Eucaristia. E offriva la sua preghiera e il suo dolore per gli altri: a sostegno del Papa nel suo ministero, per la conversione dei lontani, per l'opera dei missionari, per la fratellanza tra gli uomini... Morì il 24 settembre 1979 lasciando in molti di quelli che lo avevano conosciuto la sensazione di essere stati testimoni di qualcosa di straordinario.
Ora questo percorso - raccontato anche in diverse pubblicazioni che hanno fatto il giro del mondo - viene sancita ufficialmente dalla Chiesa attraverso il decreto sull'eroicità delle virtù. Un fatto meno scontato di quanto si pensi: a lungo infatti la normativa canonica è stata estremamente prudente nelle cause di beatificazione riguardanti i più piccoli. Se è vero infatti che già nel 1905 Pio X - quando anticipò l'età della Prima Comunione - disse che ci sarebbero stati «dei santi tra i bambini», va subito aggiunto che per molti anni vi fu un dibattito aperto tra i teologi sull'opportunità di riconoscere le virtù eroiche nei più piccoli. Negli anni Quaranta c'era infatti chi sosteneva che per via della giovane età non fosse possibile provare in maniera esaustiva il fatto che il candidato agli altari fosse stato fermo nell'esercizio delle sue virtù anche nel momento della prova. E tra le righe c'era pure il timore che si potessero mitizzare queste figure. Per questo motivo a lungo gli unici bambini a essere stati beatificati lo sono stati perché martiri. Anche se va però aggiunto che già in quegli anni a favore dell'eroicità delle virtù nei bambini si era espresso il grande teologo domenicano padre Réginald Garrigou-Lagrange.
A segnare davvero la svolta è stato però solo molti anni dopo Giovanni Paolo II con la beatificazione di Francesco e Giacinta Marto, i piccoli veggenti delle apparizioni di Fatima, avvenuta nel 2000. In quell'occasione chiarì che l'eroicità delle virtù andava misurata in proporzione all'età di ciascuno. Questa impostazione è stata poi confermata anche da Benedetto XVI che nel 2007 ha dichiarato venerabile Antonietta Meo, la piccola Nennolina, una bambina romana vissuta negli anni Trenta e anche lei straordinaria nella sua perseveranza nella vita di fede durante la malattia. Ora con il decreto su Silvio Dissegna firmato da papa Francesco l'idea della santità in un bambino fa comunque un ulteriore passo in avanti, andando per la prima volta a toccare una figura vissuta in anni molto recenti.
di Giorgio Bernardelli
Vatican Insider - Roma. Un ragazzo che amava giocare a pallone insieme ad amici che oggi non hanno nemmeno 50 anni. C'è anche il 12enne Silvio Dissegna, di Moncalieri in provincia di Torino, tra le nuove figure che la Chiesa cattolica potrebbe presto venerare come beati. Tra gli otto decreti sull'eroicità delle virtù firmati ieri da papa Francesco, infatti, c'è anche quello relativo alla causa di questo ragazzo morto nel 1979 per un cancro alle ossa.
Era stato nel 1995 il cardinale Giovanni Saldarini, allora arcivescovo di Torino, ad aprire l'iter per la beatificazione. A colpirlo erano stati i racconti sulla forza e la fede eccezionale con cui questo ragazzo aveva vissuto la sua malattia. Non aveva ancora 11 anni Silvio quando all'inizio del 1978 un dolore alla gamba si rivelò l'inizio di un vero e proprio Calvario. E quando a maggio di quell'anno ricevette la cresima era già sulla sedia a rotelle. Ma proprio l'idea di vivere da testimone del Vangelo la sua malattia diventò la guida di quei mesi così difficili. In ospedale pregava col rosario e chiedeva al parroco di venire spesso a portargli l'Eucaristia. E offriva la sua preghiera e il suo dolore per gli altri: a sostegno del Papa nel suo ministero, per la conversione dei lontani, per l'opera dei missionari, per la fratellanza tra gli uomini... Morì il 24 settembre 1979 lasciando in molti di quelli che lo avevano conosciuto la sensazione di essere stati testimoni di qualcosa di straordinario.
Ora questo percorso - raccontato anche in diverse pubblicazioni che hanno fatto il giro del mondo - viene sancita ufficialmente dalla Chiesa attraverso il decreto sull'eroicità delle virtù. Un fatto meno scontato di quanto si pensi: a lungo infatti la normativa canonica è stata estremamente prudente nelle cause di beatificazione riguardanti i più piccoli. Se è vero infatti che già nel 1905 Pio X - quando anticipò l'età della Prima Comunione - disse che ci sarebbero stati «dei santi tra i bambini», va subito aggiunto che per molti anni vi fu un dibattito aperto tra i teologi sull'opportunità di riconoscere le virtù eroiche nei più piccoli. Negli anni Quaranta c'era infatti chi sosteneva che per via della giovane età non fosse possibile provare in maniera esaustiva il fatto che il candidato agli altari fosse stato fermo nell'esercizio delle sue virtù anche nel momento della prova. E tra le righe c'era pure il timore che si potessero mitizzare queste figure. Per questo motivo a lungo gli unici bambini a essere stati beatificati lo sono stati perché martiri. Anche se va però aggiunto che già in quegli anni a favore dell'eroicità delle virtù nei bambini si era espresso il grande teologo domenicano padre Réginald Garrigou-Lagrange.
A segnare davvero la svolta è stato però solo molti anni dopo Giovanni Paolo II con la beatificazione di Francesco e Giacinta Marto, i piccoli veggenti delle apparizioni di Fatima, avvenuta nel 2000. In quell'occasione chiarì che l'eroicità delle virtù andava misurata in proporzione all'età di ciascuno. Questa impostazione è stata poi confermata anche da Benedetto XVI che nel 2007 ha dichiarato venerabile Antonietta Meo, la piccola Nennolina, una bambina romana vissuta negli anni Trenta e anche lei straordinaria nella sua perseveranza nella vita di fede durante la malattia. Ora con il decreto su Silvio Dissegna firmato da papa Francesco l'idea della santità in un bambino fa comunque un ulteriore passo in avanti, andando per la prima volta a toccare una figura vissuta in anni molto recenti.
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