Ogni cristiano, qualsiasi sia la sua vocazione, deve saper perdonare sempre e non dare mai scandalo, perché lo “scandalo distrugge la fede”. Papa Francesco lo ha ripetuto commentando le letture della Messa del mattino, presieduta nella cappella di Casa S. Marta. Il servizio di Alessandro De Carolis: ascolta
Radio Vaticana - Meglio buttarsi al mare con una pietra al collo. Preferisce un’immagine cruda a qualsiasi altra espressione più edulcorata, Gesù, quando dice ai suoi discepoli cosa pensi di chi dà scandalo agli altri, specie se indifesi. Papa Francesco articola l’omelia enucleando dal brano del giorno del Vangelo di Luca le tre parole chiave: scandalo, perdono, fede. “Guai a chi scandalizza”, afferma perentorio Cristo, mentre nel brano della sua Lettera a Tito, San Paolo dà indicazioni precise su come debba essere lo stile di vita di un sacerdote – non violento, sobrio – in una parola “irreprensibile”, ovvero agli antipodi dello scandalo. Ma questo, afferma il Papa, vale per tutti i cristiani. Scandalo, soggiunge, “è dire e professare uno stile di vita – ‘sono cristiano’ – e poi vivere da pagano, che non crede in nulla”. Questo dà scandalo “perché manca la testimonianza”, mentre “la fede confessata – ribadisce Papa Francesco – è vita vissuta”:
“Quando un cristiano o una cristiana, che va in chiesa, che va in parrocchia, non vive così, scandalizza. Ma quante volte abbiamo sentito: ‘Ma io non vado in Chiesa – uomini o donne – perché è meglio essere onesto a casa e non andare come quello o quella che vanno in Chiesa e poi fanno questo, questo, questo…’. Lo scandalo distrugge, distrugge la fede! E per questo Gesù è tanto forte: ‘State attenti! State attenti!’. E questo ci farà bene ripeterlo oggi: ‘State attenti a voi stessi!’. Tutti noi siamo capaci di scandalizzare”.
In modo uguale e contrario, tutti dovremmo invece saper perdonare. E perdonare “sempre”, insiste il Papa facendo eco alle parole di Cristo, che invita a farlo anche “sette volte in un giorno” se chi ci ha fatto un torto ce lo chiede pentito. Gesù, osserva Papa Francesco, “esagera per farci capire l’importanza del perdono”, poiché “un cristiano che non è capace di perdonare scandalizza: non è cristiano”:
“Dobbiamo perdonare, perché perdonati. E questo è nel Padre Nostro: Gesù lo ha insegnato lì. E questo non si capisce nella logica umana. La logica umana ti porta a non perdonare, alla vendetta; ti porta all’odio, alla divisione. Quante famiglie divise per non perdonarsi: quante famiglie! Figli allontanati dai genitori, marito e moglie allontanati… E’ tanto importante pensare questo: se io non perdono non ho, sembra che non abbia diritto - sembra - ad essere perdonato o non ho capito cosa significa che il Signore mi abbia perdonato. Questa è la seconda parola, perdono”.
Si capisce allora, conclude Papa Francesco, “perché i discepoli, sentendo queste cose, abbiano detto al Signore: ‘Accresci in noi la fede’”:
“Senza la fede non si può vivere senza scandalizzare e sempre perdonando. Soltanto la luce della fede, di quella fede che noi abbiamo ricevuto: della fede di un Padre misericordioso, di un Figlio che ha dato la vita per noi, di uno Spirito che è dentro di noi e ci aiuta a crescere, della fede nella Chiesa, della fede nel popolo di Dio, battezzato, santo. E questo è un dono, la fede è un regalo. Nessuno con i libri, andando a conferenze, può avere la fede. La fede è un regalo di Dio che ti viene e per questo gli apostoli chiesero a Gesù: ‘Accresci in noi la fede!’”.
Radio Vaticana - Meglio buttarsi al mare con una pietra al collo. Preferisce un’immagine cruda a qualsiasi altra espressione più edulcorata, Gesù, quando dice ai suoi discepoli cosa pensi di chi dà scandalo agli altri, specie se indifesi. Papa Francesco articola l’omelia enucleando dal brano del giorno del Vangelo di Luca le tre parole chiave: scandalo, perdono, fede. “Guai a chi scandalizza”, afferma perentorio Cristo, mentre nel brano della sua Lettera a Tito, San Paolo dà indicazioni precise su come debba essere lo stile di vita di un sacerdote – non violento, sobrio – in una parola “irreprensibile”, ovvero agli antipodi dello scandalo. Ma questo, afferma il Papa, vale per tutti i cristiani. Scandalo, soggiunge, “è dire e professare uno stile di vita – ‘sono cristiano’ – e poi vivere da pagano, che non crede in nulla”. Questo dà scandalo “perché manca la testimonianza”, mentre “la fede confessata – ribadisce Papa Francesco – è vita vissuta”:
“Quando un cristiano o una cristiana, che va in chiesa, che va in parrocchia, non vive così, scandalizza. Ma quante volte abbiamo sentito: ‘Ma io non vado in Chiesa – uomini o donne – perché è meglio essere onesto a casa e non andare come quello o quella che vanno in Chiesa e poi fanno questo, questo, questo…’. Lo scandalo distrugge, distrugge la fede! E per questo Gesù è tanto forte: ‘State attenti! State attenti!’. E questo ci farà bene ripeterlo oggi: ‘State attenti a voi stessi!’. Tutti noi siamo capaci di scandalizzare”.
In modo uguale e contrario, tutti dovremmo invece saper perdonare. E perdonare “sempre”, insiste il Papa facendo eco alle parole di Cristo, che invita a farlo anche “sette volte in un giorno” se chi ci ha fatto un torto ce lo chiede pentito. Gesù, osserva Papa Francesco, “esagera per farci capire l’importanza del perdono”, poiché “un cristiano che non è capace di perdonare scandalizza: non è cristiano”:
“Dobbiamo perdonare, perché perdonati. E questo è nel Padre Nostro: Gesù lo ha insegnato lì. E questo non si capisce nella logica umana. La logica umana ti porta a non perdonare, alla vendetta; ti porta all’odio, alla divisione. Quante famiglie divise per non perdonarsi: quante famiglie! Figli allontanati dai genitori, marito e moglie allontanati… E’ tanto importante pensare questo: se io non perdono non ho, sembra che non abbia diritto - sembra - ad essere perdonato o non ho capito cosa significa che il Signore mi abbia perdonato. Questa è la seconda parola, perdono”.
Si capisce allora, conclude Papa Francesco, “perché i discepoli, sentendo queste cose, abbiano detto al Signore: ‘Accresci in noi la fede’”:
“Senza la fede non si può vivere senza scandalizzare e sempre perdonando. Soltanto la luce della fede, di quella fede che noi abbiamo ricevuto: della fede di un Padre misericordioso, di un Figlio che ha dato la vita per noi, di uno Spirito che è dentro di noi e ci aiuta a crescere, della fede nella Chiesa, della fede nel popolo di Dio, battezzato, santo. E questo è un dono, la fede è un regalo. Nessuno con i libri, andando a conferenze, può avere la fede. La fede è un regalo di Dio che ti viene e per questo gli apostoli chiesero a Gesù: ‘Accresci in noi la fede!’”.
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