Demolite le case dei due terroristi che ieri hanno attaccato il luogo di preghiera ad Har Nof. I due non sarebbero membri di alcuna organizzazione. Abbas ha condannato l'attacco; Hamas a Gaza lo ha celebrato come una festa. Il segretario Onu: Occorre una soluzione a lungo termine per la pace fra israeliani e palestinesi. I capi cristiani in visita alla sinagoga per solidarietà con le vittime. Patriarca di Gerusalemme: Andare alla radice del conflitto.
Gerusalemme (AsiaNews) - Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso una riposta con " pugno di ferro" contro il terrorismo dopo l'assalto mortale avvenuto ieri mattina in una sinagoga del quartiere Har Nof, nella zona ovest della città. Due palestinesi sono penetrati nel luogo di preghiera con pistole e coltelli da macellaio e hanno ucciso quattro fedeli e ferito almeno otto persone. Testimoni affermano di aver visto alcuni fedeli col viso sfregiato, altri con gli arti amputati. I quattro uccisi, tutti rabbini, avevano doppia nazionalità: tre avevano passaporto Usa e uno britannico. Ai morti si è aggiunto un poliziotto, deceduto a causa delle ferite.
Netanyahu ha dato ordine di demolire le case degli autori del massacro e di affrettare la distruzione delle case degli autori di altri quattro attacchi avvenuti nelle scorse settimane.
Da circa un mese vi è alta tensione a Gerusalemme a causa delle rivedicazioni di coloni sionisti e del rabbino Yehuda Glick nel voler utilizzare la spianata delle moschee per la preghiera ebraica. In precedenza vi è stato il rapimento e l'uccisione di tre giovani israeliani, a cui è seguito il rapimento, la tortura e l'uccisione di un giovane palestinese. Queste morti hanno portato a un'ennesima edizione della guerra a Gaza, che ha fatto quasi 2mila morti fra i palestinesi e sette fra gli israeliani.
Netanyahu ha parlato di "una battaglia" su Gerusalemme "capitale eterna" e ha criticato Mahmoud Abbas, presidente dell'Autorità palestinese accusandolo di essere "responsabile diretto" della strage.
In realtà Abbas ha condannato l'uccisione di "uomini in preghiera in un luogo sacro", ma Hamas ha applaudito all'assassinio, mentre a Gaza palestinesi mascherati hanno esibito la foto dei due assalitori, armati di asce e coltelli (v. foto). Altri distribuivano dolci per festeggiare.
I due terroristi, di Jabal Mukaber, nella zona di Gerusalemme est, sono due giovani cugini, Uday, 22 anni, e Ghassan Abu Jamal, 27. Quest'ultimo è sposato e padre di due figli. Secondo i loro parenti i due erano persone tranquille, non appartenenti ad alcuna organizzazione, forse "segnati dalla terribile pressione che viene esercitata sui palestinesi e dalle istigazioni che subiscono".
Nella comunità internazionale vi è una corale condanna per il sanguinario attentato. La voce più equlibrata è quella del segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon che condannando l'attacco, ha aggiunto: "La situazione in costante peggioramento sul terreno, non fa che rafforzare l'imperativo per i leader di entrambe le parti di prendere le decisioni difficili per promuovere la stabilità e garantire la sicurezza a lungo termine per israeliani e palestinesi".
Il Patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, ha condannato la violenza nella sinagoga, come pure "le casue che portano alla violenza". Egli ha chiesto di continuare a cercare la pace e una giusta soluzione politica andando a fondo sulle radici profonde del conflitto.
I capi religiosi cristiani di Gerusalemme hanno programmato per oggi una visita alla sinagoga di Har Nof, quale segno di solidarietà con le vittime e le loro famiglie.
di Joshua Lapide
Gerusalemme (AsiaNews) - Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso una riposta con " pugno di ferro" contro il terrorismo dopo l'assalto mortale avvenuto ieri mattina in una sinagoga del quartiere Har Nof, nella zona ovest della città. Due palestinesi sono penetrati nel luogo di preghiera con pistole e coltelli da macellaio e hanno ucciso quattro fedeli e ferito almeno otto persone. Testimoni affermano di aver visto alcuni fedeli col viso sfregiato, altri con gli arti amputati. I quattro uccisi, tutti rabbini, avevano doppia nazionalità: tre avevano passaporto Usa e uno britannico. Ai morti si è aggiunto un poliziotto, deceduto a causa delle ferite.
Netanyahu ha dato ordine di demolire le case degli autori del massacro e di affrettare la distruzione delle case degli autori di altri quattro attacchi avvenuti nelle scorse settimane.
Da circa un mese vi è alta tensione a Gerusalemme a causa delle rivedicazioni di coloni sionisti e del rabbino Yehuda Glick nel voler utilizzare la spianata delle moschee per la preghiera ebraica. In precedenza vi è stato il rapimento e l'uccisione di tre giovani israeliani, a cui è seguito il rapimento, la tortura e l'uccisione di un giovane palestinese. Queste morti hanno portato a un'ennesima edizione della guerra a Gaza, che ha fatto quasi 2mila morti fra i palestinesi e sette fra gli israeliani.
Netanyahu ha parlato di "una battaglia" su Gerusalemme "capitale eterna" e ha criticato Mahmoud Abbas, presidente dell'Autorità palestinese accusandolo di essere "responsabile diretto" della strage.
In realtà Abbas ha condannato l'uccisione di "uomini in preghiera in un luogo sacro", ma Hamas ha applaudito all'assassinio, mentre a Gaza palestinesi mascherati hanno esibito la foto dei due assalitori, armati di asce e coltelli (v. foto). Altri distribuivano dolci per festeggiare.
I due terroristi, di Jabal Mukaber, nella zona di Gerusalemme est, sono due giovani cugini, Uday, 22 anni, e Ghassan Abu Jamal, 27. Quest'ultimo è sposato e padre di due figli. Secondo i loro parenti i due erano persone tranquille, non appartenenti ad alcuna organizzazione, forse "segnati dalla terribile pressione che viene esercitata sui palestinesi e dalle istigazioni che subiscono".
Nella comunità internazionale vi è una corale condanna per il sanguinario attentato. La voce più equlibrata è quella del segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon che condannando l'attacco, ha aggiunto: "La situazione in costante peggioramento sul terreno, non fa che rafforzare l'imperativo per i leader di entrambe le parti di prendere le decisioni difficili per promuovere la stabilità e garantire la sicurezza a lungo termine per israeliani e palestinesi".
Il Patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, ha condannato la violenza nella sinagoga, come pure "le casue che portano alla violenza". Egli ha chiesto di continuare a cercare la pace e una giusta soluzione politica andando a fondo sulle radici profonde del conflitto.
I capi religiosi cristiani di Gerusalemme hanno programmato per oggi una visita alla sinagoga di Har Nof, quale segno di solidarietà con le vittime e le loro famiglie.
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