I collegamenti internet in Corea del Nord, normalmente limitatissimi, sono saltati del tutto per alcune ore. Solo poco fa sembra ripristinato il collegamento. I motivi non sono chiari, ma si parla di ritorsione americana all'attacco dei pirati informatici alla Sony Pictures. E di Pyong Yang si parla all’Onu. Il servizio di Fausta Speranza: ascolta
Radio Vaticana - Parliamo di un Paese in cui si contano appena 1000 indirizzi di Internet protocol. Un numero che racconta l’isolamento degli abitanti della Repubblica popolare della Corea del Nord. Salti alla connessione sono la regola ma il blocco delle ultime ore, secondo gli esperti, non può essere casuale. Dopo l’attacco hacker alla Sony, che ha prodotto il film satirico 'The Interview', su un fantasioso attentato al leader nordcoreano Kim Jong-Un, l'Fbi pubblicamente accusa Pyongyang, che però nega. E il presidente Obama promette "risposta proporzionata”. La questione arriva fino all'Onu, dove l'ambasciatrice americana Samantha Power respinge la proposta nordcoreana di un'inchiesta congiunta sugli attacchi. Piuttosto con 11 voti a favore, due astensioni (Ciad e Nigeria) e il voto contrario di Cina e Russia, Washington ottiene di inserire nell’agenda del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite la questione dei diritti umani in Corea del Nord, che, solo qualche mese fa, il presidente della Commissione di inchiesta Onu, Michael Kirby, ha definito “un flagello vergognoso per l’umanità del 21esimo secolo”, paragonabile al regime hitleriano.
Radio Vaticana - Parliamo di un Paese in cui si contano appena 1000 indirizzi di Internet protocol. Un numero che racconta l’isolamento degli abitanti della Repubblica popolare della Corea del Nord. Salti alla connessione sono la regola ma il blocco delle ultime ore, secondo gli esperti, non può essere casuale. Dopo l’attacco hacker alla Sony, che ha prodotto il film satirico 'The Interview', su un fantasioso attentato al leader nordcoreano Kim Jong-Un, l'Fbi pubblicamente accusa Pyongyang, che però nega. E il presidente Obama promette "risposta proporzionata”. La questione arriva fino all'Onu, dove l'ambasciatrice americana Samantha Power respinge la proposta nordcoreana di un'inchiesta congiunta sugli attacchi. Piuttosto con 11 voti a favore, due astensioni (Ciad e Nigeria) e il voto contrario di Cina e Russia, Washington ottiene di inserire nell’agenda del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite la questione dei diritti umani in Corea del Nord, che, solo qualche mese fa, il presidente della Commissione di inchiesta Onu, Michael Kirby, ha definito “un flagello vergognoso per l’umanità del 21esimo secolo”, paragonabile al regime hitleriano.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.