Parola degli economisti Fmi: livelli seguiranno il trend di stabilizzazione della crescita cinese. Ubs vede forchetta tra $65 e $75.
New York (WSI) - Meglio che il mercato si metta l'anima in pace. I prezzi del petrolio si muoveranno intorno ai 60 dollari al barile per i prossimi cinque anni. Parola di Andie Xie, economista senior del Fondo Monetario Internazionale che, in un’intervista alla Cnbc, ha spiegato che il tonfo del greggio è da attribuirsi principalmente al rallentamento della crescita dell’economia cinese. Per l’economista, ex Morgan Stanley, dopo un ciclo economico eccellente durato 15 anni, la Cina è passata ora in fase di transizione in cui l'economia si sta raffreddando per digerire gli investimenti eccessivi degli scorsi anni. "Questo sta spingendo in basso i prezzi delle materie prime" ha spiegato.
Xie aveva previsto il crollo del prezzo del petrolio a $ 60 già nel mese di settembre, tendendo proprio in considerazione il raffreddamento della domanda di energia in Cina.
Sempre in base alle stime dell’economista, nel corso dei prossimi quattro o cinque anni, la Cina sperimenterà una fase di deflazione e ristagno della domanda. Mentre i consumi rimarranno in buona salute con le famiglie che continueranno a spendere
Il crollo del prezzo del petrolio si rivelerà intanto una manna per l'economia degli Stati Uniti. Per Jeremy Zirin, analista di UBS Wealth Management Research, ogni calo del greggio di 10 dollari aggiungerà da due a tre decimi di punto percentuale al Pil Usa. Ubs prevede nel frattempo che nel prossimo anno le quotazioni del greggio si muoveranno nella forchetta compresa tra $ 65 a $ 75.
Oltre al rallentamento dell’economia cinese, tra gli altri fattori che stanno spingendo in basso i prezzi petroliferi, non va dimenticata la crescita produttiva del Nord America. Ieri, a questo proposito l’Aie (Agenzia internazionale dell'energia), nel World Energy Outlook 2014 presentato nella sede dell'Eni, ha sottolineato che, se da una parte "un prezzo stabile a 80 dollari potrebbe fornire un po' di respiro ai principali importatori", dall'altra il rischio è che si riscontrino "implicazioni sugli investimenti upstream (sarebbero necessari investimenti per 900 miliardi di dollari l'anno) e sulle forniture future: col passare del tempo, flussi di cassa ridotti potrebbero impattare sulla capacitàdel Nord America e del Brasile di agire come motori della crescita dell'offerta globale".
Guardando alle previsioni a lungo termine, l'Agenzia prevede una domanda mondiale di energia in aumento del 37% al 2040, con un mix energetico suddiviso in quattro categorie di quasi egual peso: petrolio, gas, carbone e fonti a basso contenuto di carbonio.
New York (WSI) - Meglio che il mercato si metta l'anima in pace. I prezzi del petrolio si muoveranno intorno ai 60 dollari al barile per i prossimi cinque anni. Parola di Andie Xie, economista senior del Fondo Monetario Internazionale che, in un’intervista alla Cnbc, ha spiegato che il tonfo del greggio è da attribuirsi principalmente al rallentamento della crescita dell’economia cinese. Per l’economista, ex Morgan Stanley, dopo un ciclo economico eccellente durato 15 anni, la Cina è passata ora in fase di transizione in cui l'economia si sta raffreddando per digerire gli investimenti eccessivi degli scorsi anni. "Questo sta spingendo in basso i prezzi delle materie prime" ha spiegato.
Xie aveva previsto il crollo del prezzo del petrolio a $ 60 già nel mese di settembre, tendendo proprio in considerazione il raffreddamento della domanda di energia in Cina.
Sempre in base alle stime dell’economista, nel corso dei prossimi quattro o cinque anni, la Cina sperimenterà una fase di deflazione e ristagno della domanda. Mentre i consumi rimarranno in buona salute con le famiglie che continueranno a spendere
Il crollo del prezzo del petrolio si rivelerà intanto una manna per l'economia degli Stati Uniti. Per Jeremy Zirin, analista di UBS Wealth Management Research, ogni calo del greggio di 10 dollari aggiungerà da due a tre decimi di punto percentuale al Pil Usa. Ubs prevede nel frattempo che nel prossimo anno le quotazioni del greggio si muoveranno nella forchetta compresa tra $ 65 a $ 75.
Oltre al rallentamento dell’economia cinese, tra gli altri fattori che stanno spingendo in basso i prezzi petroliferi, non va dimenticata la crescita produttiva del Nord America. Ieri, a questo proposito l’Aie (Agenzia internazionale dell'energia), nel World Energy Outlook 2014 presentato nella sede dell'Eni, ha sottolineato che, se da una parte "un prezzo stabile a 80 dollari potrebbe fornire un po' di respiro ai principali importatori", dall'altra il rischio è che si riscontrino "implicazioni sugli investimenti upstream (sarebbero necessari investimenti per 900 miliardi di dollari l'anno) e sulle forniture future: col passare del tempo, flussi di cassa ridotti potrebbero impattare sulla capacitàdel Nord America e del Brasile di agire come motori della crescita dell'offerta globale".
Guardando alle previsioni a lungo termine, l'Agenzia prevede una domanda mondiale di energia in aumento del 37% al 2040, con un mix energetico suddiviso in quattro categorie di quasi egual peso: petrolio, gas, carbone e fonti a basso contenuto di carbonio.
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