La Germania teme che la Bce stia usando la scusa della deflazione per il QE. Ma i numeri dell'Eurozona parlano chiaro.
Roma (WSI) - Nuovi dati economici confermano il pericolo deflazione in Europa. In Italia, il tasso di inflazione medio annuo relativo al 2014 è stato di appena +0,2%, in deciso rallentamento rispetto al 2013 (+1,2%). E' quanto ha reso noto l'Istat, precisando che si tratta di valori minimi a livelli record e dell'andamento più "freddo" dal 1959. L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) non ha subito variazioni in termini congiunturali ed è sceso -0,1% su base annua (da +0,3% di novembre), confermando la stima preliminare.
Il tasso di crescita medio annuo relativo al 2014 è pari a +0,2%, più un punto percentuale in meno rispetto al +1,3% del 2013.
Riguardo al singolo mese di dicembre dell'anno scorso, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, è rimasto pressocché invariato sia sua base mensile che annua (il tasso tendenziale era +0,2% a novembre).
Secondo l'Istat l'azzeramento dell'inflazione è da ascrivere in gran parte al forte crollo su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (-8,0%, da -3,1% di novembre), dovuto all'ulteriore marcata diminuzione dei prezzi dei carburanti. (Lna)
Roma (WSI) - Nuovi dati economici confermano il pericolo deflazione in Europa. In Italia, il tasso di inflazione medio annuo relativo al 2014 è stato di appena +0,2%, in deciso rallentamento rispetto al 2013 (+1,2%). E' quanto ha reso noto l'Istat, precisando che si tratta di valori minimi a livelli record e dell'andamento più "freddo" dal 1959. L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) non ha subito variazioni in termini congiunturali ed è sceso -0,1% su base annua (da +0,3% di novembre), confermando la stima preliminare.
Il tasso di crescita medio annuo relativo al 2014 è pari a +0,2%, più un punto percentuale in meno rispetto al +1,3% del 2013.
Riguardo al singolo mese di dicembre dell'anno scorso, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, è rimasto pressocché invariato sia sua base mensile che annua (il tasso tendenziale era +0,2% a novembre).
Secondo l'Istat l'azzeramento dell'inflazione è da ascrivere in gran parte al forte crollo su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (-8,0%, da -3,1% di novembre), dovuto all'ulteriore marcata diminuzione dei prezzi dei carburanti. (Lna)
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