Circa sette milioni. Tante sono le persone di Manila che hanno voluto partecipare alla Messa conclusiva del settimo viaggio apostolico di Papa Francesco.
Radio Vaticana - La capitale delle Filippine ha superato se stessa, 20 anni dopo la Gmg di Giovanni Paolo II. A questo immenso popolo di fedeli, Papa Francesco ha chiesto ancora una volta di farsi promotore del Vangelo nel Paese e in Asia, perché la bellezza del mondo creato da Dio non sia sfregiata da ingiustizie, corruzione e abusi. La cronaca della celebrazione nel servizio del nostro inviato, Alessandro De Carolis:
C’è un Santo Niño a fianco nel bimbo di 5-6 anni, che saltella allegro e sudicio come i suoi calzoncini vicino alla riva di una pozza putrida, fatta di spazzatura galleggiante. C’è un Santo Niño accanto all’uomo che dorme confuso tra le piante del lungomare, per materasso la sua bicicletta perché così nessuno gliela porta via. C’è un Santo Niño accanto a ognuno dei fantasmi della Manila che nessuno vede, schermati alla vista dai palazzoni di 20 piani, giganti di un mondo fortunato che si vergognano del Golia coperto di stracci che gli si annida alle spalle.
Il mondo non va sfigurato
Ma questi “rifiuti” sociali oggi, a Manila, sono saliti sull’altare di Francesco, davanti a milioni e milioni di occhi, idealmente evocati – e certamente chissà quanti mischiati tra la folla – dal Papa delle periferie, che è venuto di persona a dire loro che il Santo Niño è un piccolo Bambino che li ama col cuore di un Dio e che li vorrebbe – ripete Francesco all’omelia – abitanti del mondo come fu creato, uno “splendido giardino”, e non quello “sfigurato dal peccato”, autore di “strutture sociali che hanno reso permanente la povertà, l’ignoranza, la corruzione”:
“Sometimes, when we see the troubles…
Qualche volta, vedendo i problemi, le difficoltà e le ingiustizie, siamo tentati di rinunciare. Sembra quasi che le promesse del Vangelo non si possano attuare, siano irreali. Ma la Bibbia ci dice che la grande minaccia al piano di Dio per noi è ed è sempre stata la menzogna. Il diavolo è il padre della menzogna. Spesso egli nasconde le sue insidie dietro l’apparenza della sofisticazione, il fascino di essere 'moderni', di essere ‘come tutti gli altri’”.
La famiglia ha bisogno di essere protetta
Vent’anni dopo Giovanni Paolo II, anche la Messa che conclude nello stesso luogo della storica Gmg, il Rizal Park di Manila, il viaggio apostolico di Francesco si offre con dimensioni smisurate. Quella che si vede dall’altare è una città intera trasformata in una chiesa dalle mille navate, tante quante sono le pareti umane che ridisegnano l’enorme spazio che le contiene, e con un senso di preghiera genuina, senza distrazioni, che sembra impossibile per quanto risulta denso in un contesto simile. Per Manila e i filippini è il giorno perfetto: con loro c’è il Papa ed è la festa del loro protettore, il Santo Niño, Gesù Bambino. Anche Lui, ricorda Francesco, ha avuto chi lo ha custodito, ha avuto una famiglia, una mamma e un papà:
“So he reminds us of the importance…
In tal modo Egli ci ricorda l’importanza di proteggere le nostre famiglie e quella più grande famiglia che è la Chiesa, la famiglia di Dio, e il mondo, la nostra famiglia umana. Oggi purtroppo la famiglia ha bisogno di essere protetta da attacchi insidiosi e da programmi contrari a tutto quanto noi riteniamo vero e sacro, a tutto ciò che nella nostra cultura è più nobile e bello”.
Una società degna dei giovani
E sacro e bello, proprio come il Santo Niño, sono tutti i bambini che senza protezione, dice il Papa, semplicemente non possono vivere:
“We too need to protect, guide and encourage…
“Anche noi abbiamo il compito di proteggere, guidare e incoraggiare i nostri giovani, aiutandoli a costruire una società degna del suo grande patrimonio spirituale e culturale. In modo specifico, abbiamo bisogno di vedere ogni bambino come un dono da accogliere, da amare e da proteggere. E dobbiamo prenderci cura dei giovani, non permettendo che siano derubati della speranza e condannati a vivere sulla strada”.
"Santo Papa, veniamo con te!"
La conclusione della Messa è un momento di grande commozione. Il cardinale arcivescovo di Manila ringrazia il Papa per i suoi tre giorni passati insieme e assicura:
“You often end meetings and encounters…
Spesso lei conclude riunioni e incontri dicendo: ‘Vi chiedo di pregare per me’ (in italiano). Noi filippini promettiamo: pregheremo per Lei”.
“Santità, lei è Benedetto”, prosegue il cardinale Tagle rivolto a Francesco, “Gesù prega per Lei. E noi, i suoi amati filippini, ci uniamo a Gesù nella preghiera per Lei rivolta a Dio Padre”:
“Every Filipino wants to go with you…
Ogni filippino vuole venire con Lei, ma non abbia paura: ogni filippino vuole venire con Lei, ma non a Roma: nelle periferie!”.
Radio Vaticana - La capitale delle Filippine ha superato se stessa, 20 anni dopo la Gmg di Giovanni Paolo II. A questo immenso popolo di fedeli, Papa Francesco ha chiesto ancora una volta di farsi promotore del Vangelo nel Paese e in Asia, perché la bellezza del mondo creato da Dio non sia sfregiata da ingiustizie, corruzione e abusi. La cronaca della celebrazione nel servizio del nostro inviato, Alessandro De Carolis:
C’è un Santo Niño a fianco nel bimbo di 5-6 anni, che saltella allegro e sudicio come i suoi calzoncini vicino alla riva di una pozza putrida, fatta di spazzatura galleggiante. C’è un Santo Niño accanto all’uomo che dorme confuso tra le piante del lungomare, per materasso la sua bicicletta perché così nessuno gliela porta via. C’è un Santo Niño accanto a ognuno dei fantasmi della Manila che nessuno vede, schermati alla vista dai palazzoni di 20 piani, giganti di un mondo fortunato che si vergognano del Golia coperto di stracci che gli si annida alle spalle.
Il mondo non va sfigurato
Ma questi “rifiuti” sociali oggi, a Manila, sono saliti sull’altare di Francesco, davanti a milioni e milioni di occhi, idealmente evocati – e certamente chissà quanti mischiati tra la folla – dal Papa delle periferie, che è venuto di persona a dire loro che il Santo Niño è un piccolo Bambino che li ama col cuore di un Dio e che li vorrebbe – ripete Francesco all’omelia – abitanti del mondo come fu creato, uno “splendido giardino”, e non quello “sfigurato dal peccato”, autore di “strutture sociali che hanno reso permanente la povertà, l’ignoranza, la corruzione”:
“Sometimes, when we see the troubles…
Qualche volta, vedendo i problemi, le difficoltà e le ingiustizie, siamo tentati di rinunciare. Sembra quasi che le promesse del Vangelo non si possano attuare, siano irreali. Ma la Bibbia ci dice che la grande minaccia al piano di Dio per noi è ed è sempre stata la menzogna. Il diavolo è il padre della menzogna. Spesso egli nasconde le sue insidie dietro l’apparenza della sofisticazione, il fascino di essere 'moderni', di essere ‘come tutti gli altri’”.
La famiglia ha bisogno di essere protetta
Vent’anni dopo Giovanni Paolo II, anche la Messa che conclude nello stesso luogo della storica Gmg, il Rizal Park di Manila, il viaggio apostolico di Francesco si offre con dimensioni smisurate. Quella che si vede dall’altare è una città intera trasformata in una chiesa dalle mille navate, tante quante sono le pareti umane che ridisegnano l’enorme spazio che le contiene, e con un senso di preghiera genuina, senza distrazioni, che sembra impossibile per quanto risulta denso in un contesto simile. Per Manila e i filippini è il giorno perfetto: con loro c’è il Papa ed è la festa del loro protettore, il Santo Niño, Gesù Bambino. Anche Lui, ricorda Francesco, ha avuto chi lo ha custodito, ha avuto una famiglia, una mamma e un papà:
“So he reminds us of the importance…
In tal modo Egli ci ricorda l’importanza di proteggere le nostre famiglie e quella più grande famiglia che è la Chiesa, la famiglia di Dio, e il mondo, la nostra famiglia umana. Oggi purtroppo la famiglia ha bisogno di essere protetta da attacchi insidiosi e da programmi contrari a tutto quanto noi riteniamo vero e sacro, a tutto ciò che nella nostra cultura è più nobile e bello”.
Una società degna dei giovani
E sacro e bello, proprio come il Santo Niño, sono tutti i bambini che senza protezione, dice il Papa, semplicemente non possono vivere:
“We too need to protect, guide and encourage…
“Anche noi abbiamo il compito di proteggere, guidare e incoraggiare i nostri giovani, aiutandoli a costruire una società degna del suo grande patrimonio spirituale e culturale. In modo specifico, abbiamo bisogno di vedere ogni bambino come un dono da accogliere, da amare e da proteggere. E dobbiamo prenderci cura dei giovani, non permettendo che siano derubati della speranza e condannati a vivere sulla strada”.
"Santo Papa, veniamo con te!"
La conclusione della Messa è un momento di grande commozione. Il cardinale arcivescovo di Manila ringrazia il Papa per i suoi tre giorni passati insieme e assicura:
“You often end meetings and encounters…
Spesso lei conclude riunioni e incontri dicendo: ‘Vi chiedo di pregare per me’ (in italiano). Noi filippini promettiamo: pregheremo per Lei”.
“Santità, lei è Benedetto”, prosegue il cardinale Tagle rivolto a Francesco, “Gesù prega per Lei. E noi, i suoi amati filippini, ci uniamo a Gesù nella preghiera per Lei rivolta a Dio Padre”:
“Every Filipino wants to go with you…
Ogni filippino vuole venire con Lei, ma non abbia paura: ogni filippino vuole venire con Lei, ma non a Roma: nelle periferie!”.
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