I terroristi: "Il tempo è finito, pronti a ucciderli. Il governo Abe ha mentito". La madre del giornalista rapito: "Vivo nel dolore. Lui non è un vostro nemico, liberatelo". Musulmani nipponici in preghiera.
Tokyo (AsiaNews) - Scaduto l'ultimatum per i due ostaggi giapponesi rapiti in Siria dallo Stato islamico "inizia il conto alla rovescia. Siamo pronti a ucciderli, il governo di Shinzo Abe ha mentito e non sta facendo nulla per salvarli". È il senso di un messaggio apparso su internet qualche ora fa per mano dei terroristi musulmani, che hanno annunciato la "prossima esecuzione" di Kenji Goto Jogo e Haruna Yukawa.
Poche ore prima della scadenza dell'ultimatum, la madre di uno dei due ostaggi ha fatto un accorato appello per la liberazione del figlio. Junko Ishido - 78 anni - è la madre di Goto, giornalista freelance cristiano. Davanti a circa 100 giornalisti riuniti nel Circolo della stampa estera a Tokyo, in lacrime, la signora ha detto: "Non so neanche cosa mi sia accaduto negli ultimi tre giorni. Sono sprofondata nel dolore più totale. Kenji non è un nemico dello Stato islamico. Per favore, liberatelo".
L'affermazione della signora era stata già confermata dal pastore cristiano che guida la chiesa protestante di Goto. Hiroshi Tamura, pastore della chiesa Chofu, ha raccontato il giorno della pubblicazione del primo video che il giornalista "è un uomo buono e con un grande senso di giustizia. Ha girato le aree in crisi del mondo per raccontare e denunciare le sofferenze degli ultimi, soprattutto bambini".
Per chiedere la liberazione dei due ostaggi è scesa in campo anche la piccola comunità musulmana del Giappone, circa 100mila persone. In un primo momento, i vari leader islamici del Sol Levante hanno condannato con forza il rapimento e la minaccia di morte. Questa mattina hanno invece invitato i propri fedeli a riunirsi nella moschea Camii a Tokyo, la più grande del Paese, per pregare per la salvezza dei due. Circa 600 persone da tutto il Paese hanno raccolto l'invito. A guidare la preghiera vi era uno sceicco inviato dal governo turco, che ha parlato della "dignità della vita".
Sotto accusa vi è anche il governo nipponico, che non starebbe facendo tutto il possibile per il rilascio. I media nazionali riportano le accuse pubblicate su internet dall'SI, che ha parlato di "bugie da parte di Shinzo Abe", e hanno chiesto conto all'esecutivo. Da parte sua, il governo respinge le illazioni. Il Segretario del Gabinetto Yoshihide Suga ha chiarito che "si sta cercando un contatto con i rapitori", ma ha sottolineato che Tokyo "non cederà al terrorismo".
Tokyo (AsiaNews) - Scaduto l'ultimatum per i due ostaggi giapponesi rapiti in Siria dallo Stato islamico "inizia il conto alla rovescia. Siamo pronti a ucciderli, il governo di Shinzo Abe ha mentito e non sta facendo nulla per salvarli". È il senso di un messaggio apparso su internet qualche ora fa per mano dei terroristi musulmani, che hanno annunciato la "prossima esecuzione" di Kenji Goto Jogo e Haruna Yukawa.
Poche ore prima della scadenza dell'ultimatum, la madre di uno dei due ostaggi ha fatto un accorato appello per la liberazione del figlio. Junko Ishido - 78 anni - è la madre di Goto, giornalista freelance cristiano. Davanti a circa 100 giornalisti riuniti nel Circolo della stampa estera a Tokyo, in lacrime, la signora ha detto: "Non so neanche cosa mi sia accaduto negli ultimi tre giorni. Sono sprofondata nel dolore più totale. Kenji non è un nemico dello Stato islamico. Per favore, liberatelo".
L'affermazione della signora era stata già confermata dal pastore cristiano che guida la chiesa protestante di Goto. Hiroshi Tamura, pastore della chiesa Chofu, ha raccontato il giorno della pubblicazione del primo video che il giornalista "è un uomo buono e con un grande senso di giustizia. Ha girato le aree in crisi del mondo per raccontare e denunciare le sofferenze degli ultimi, soprattutto bambini".
Per chiedere la liberazione dei due ostaggi è scesa in campo anche la piccola comunità musulmana del Giappone, circa 100mila persone. In un primo momento, i vari leader islamici del Sol Levante hanno condannato con forza il rapimento e la minaccia di morte. Questa mattina hanno invece invitato i propri fedeli a riunirsi nella moschea Camii a Tokyo, la più grande del Paese, per pregare per la salvezza dei due. Circa 600 persone da tutto il Paese hanno raccolto l'invito. A guidare la preghiera vi era uno sceicco inviato dal governo turco, che ha parlato della "dignità della vita".
Sotto accusa vi è anche il governo nipponico, che non starebbe facendo tutto il possibile per il rilascio. I media nazionali riportano le accuse pubblicate su internet dall'SI, che ha parlato di "bugie da parte di Shinzo Abe", e hanno chiesto conto all'esecutivo. Da parte sua, il governo respinge le illazioni. Il Segretario del Gabinetto Yoshihide Suga ha chiarito che "si sta cercando un contatto con i rapitori", ma ha sottolineato che Tokyo "non cederà al terrorismo".
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