venerdì, febbraio 20, 2015
Scienziati, militari e turisti: sono loro i responsabili dell’invasione di specie di piante e insetti “stranieri” nell’ecosistema dell’Antartide, una minaccia che grava sul Continente Bianco senza che si sia ancora trovata una soluzione. Specie il cui impatto su flora e fauna nativa è stato fra gli obiettivi della 51esima Spedizione Antartica Cilena, organizzata dall’Istituto Antartico Cileno (Inach), che finora è servita essenzialmente a confermarne la presenza.  

Misna - “L’Antartide è un sistema molto fragile. È isolato e ha condizioni climatiche avverse che consentono che sia più o meno incontaminato,ma questo isolamento si è rotto con l’arrivo dei turisti e i cambiamenti climatici…degli operatori logistici e degli stessi ricercatori” secondo Marco Molina, del Centro di studi avanzati sulle zone aride cileno (Ceaza). Molina segue le tracce della ‘Poa annua’ (o Fienarola annuale), una pianta infestante di colore verde-mela, dal polline allergogeno, diffusissima nelle aree urbane dell’Emisfero Nord (è fra le cinque piante più diffuse al mondo) che ora cresce anche nelle Isole Shetland del Sud, la parte più settentrionale dell’Antartide, minacciando di scalzare le piante originarie.

I semi delle piante straniere arrivano in Antartide attaccati alle suole delle scarpe, al velcro dei soprabiti, nascosti fra gli interstizi delle gru utilizzate per spostare i carichi nelle basi militari e scientifiche.

L’ecologo Peter Convey, del British Antarctic Survey, studia il fenomeno da anni: secondo l’esperto, l’Antartide conta oggi almeno 200 specie non native, di cui un terzo insetti, che “possono cambiare totalmente il funzionamento della catena alimentare dell’area”

A prima vista la cosa più sensata sarebbe eliminare le specie straniere per preservare quelle locali, ma il tema divide la comunità scientifica e contrasta anche con il Trattato Antartico del 1959 che proibisce l’ingresso di piante non native in Antartide ma non spiega cosa fare se sono già arrivate.


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