venerdì, maggio 22, 2015
Davanti al precipitare degli eventi in medioriente è urgente che la 'Comunità Internazionale' superi l'inerzia e svolga un'azione più convincente nei paesi in cui i jadisti stanno per diventare i 'nuovi governanti'. 

di Patrizio Ricci

Far leva sul comune sul senso di giustizia e di compassione per sviare, manipolare le notizie, deformare la realtà. Capovolgere la narrazione degli eventi e creare un'opinione pubblica favorevole alle 'rivoluzioni' pro- libertà: aver così campo libero per realizzare terzi fini non certo nobili. In Siria si è creato il mostro da abbattere nonostante quel paese sia posto in una area geografica piena di stati che nulla hanno da insegnare in fatto di democrazia.

E poi.. adottare la strategia diventata da anni ormai di uso comune.. E' l'era della 'responsabilità to protect': si fa leva sul comune senso di giustizia e di compassione della gente per sviare, manipolare le notizie, deformare la realtà a proprio piacimento.

Si fa leva sulla riprovazione per l'autoritarismo di alcuni governi presi di mira per creare un'opinione pubblica favorevole alle 'rivoluzioni' pro- libertà pianificate a tavolino altrove, lo si fa dopo aver operato perché la sovversione (di qualsiasi matrice ) abbia la strada spianata, dopo aver dato campo libero ad ogni genere di intrighi e fini terzi non certo nobili. In sostanza, si è reputato di 'lasciar fare' anche al-Qaeda perché funzionale ai propri scopi. E' accaduto in Libia. Ed accade oggi in Siria e altrove.

Sì è riproposto lo stesso 'esperimento' già riuscito con la sola finalità di rovesciare uno stato: si è autorizzata l'autorevolezza delle organizzazioni sovranazionali e 'quanto è necessario' (lecito od illecito), senza alcuna responsabilità morale. Oggi, dopo tanto orrore, non c'è alcun segno di ripensamento da parte dei 'grandi del mondo'. Oggi che il male e le atrocità sono di gran lunga superiori a quelli che a parole si voleva sconfiggere, ci si dice impotenti: è chiaramente una ipocrisia non più mascherabile.

Per queste cose tre associazioni hanno fatto un appello che rilanciamo:

DUNQUE L’OCCIDENTE VUOLE CHE L’ISIS PRENDA SIRIA, IRAQ, YEMEN…?
L’evidente incapacità della sedicente “coalizione internazionale anti-Isis” di fronte all’avanzata dei terroristi in Siria e in Iraq è forse frutto di una strategia? Il ministro Alfano ha detto in Parlamento: “Facciamo parte della grande comunità occidentale che combatte al meglio il terrorismo”. Doveva dire: “la comunità occidentale che aiuta al meglio il terrorismo”.

Perché in Iraq nella provincia di Anbar la sedicente coalizione anti-Isis non è riuscita a fermare con bombardamenti aerei una visibilissima colonna motorizzata di terroristi armati nel deserto iracheno (ecco le foto)?
Come mai gli Usa hanno intimato giorni fa al governo iracheno di respingere nelle retrovie le milizie sciite anti-Isis, e lo stesso è accaduto a Tikrit (vedi qui)?

Come mai l’Italia non vede quel che sta succedendo a Palmira e in tante altre parti della Siria dove l’avanzata dei terroristi lascia una scia di assassini settari?

Come mai non vede che se le forze jihadiste prenderanno il paese, la mattanza in corso si estenderà dappertutto assumendo dimensioni inimmaginabili di vendetta settaria e catastrofe umanitaria? Presto non ci sarà un luogo dove fuggire. L'unica forza residua che può contrastare questa funesta prospettiva è il governo e l’esercito siriano, in grave difficoltà per la mancanza di rifornimenti e la scarsità di uomini.

Quindi volenti o nolenti esortiamo i governi coinvolti a far prevalere la ragione. Bisogna mettere da parte ogni considerazione di natura politica e salvaguardare la vita umana: il pericolo che incombe non è solo un pericolo per i siriani è un pericolo per tutti, è il pericolo che diciamo a parole di fronteggiare anche nei nostri paesi.

Bisogna togliere dall'agenda la 'non soluzione' di rovesciare il governo, sorpassata abbondantemente dagli eventi ma che inopinatamente è ancora l'obiettivo numero uno della coalizione occidentale e delle monarchie del Golfo. L’azione delle autorità siriane va appoggiata, non boicottata.

Perché invece l’Occidente lavora per indebolire l’esercito siriano, avversario dell’Isis, addestrando i gruppi armati islamisti – lo fanno gli Usa in Turchia e Giordania con la coalizione di salafiti, al Nusra, Fratelli musulmani detta Esercito della Conquista che controlla Idlib (vedi qui)?
Perché l’Italia e i paesi occidentali non interrompono le collusioni dirette e indirette che favoriscono l’avanzata delle forze jihadiste in Siria e Iraq, dove diversi membri della sedicente coalizione anti-Isis (Arabia saudita, Turchia, Qatar, Stati uniti) continuano ad appoggiare l’avanzata di gruppi terroristi rifornendoli di armi e denaro, facendoli passare attraverso le frontiere, addestrandoli (vedi qui)?

Perché il sedicente “Gruppo di lavoro per il contrasto al finanziamento dello Stato islamico”presieduto da Arabia Saudita, Italia e Stati uniti (vedi qui) non fa nulla, o peggio?
Doveva contrastare lo sfruttamento delle risorse della regione (petrolio, beni archeologici, depositi bancari trafugati), interrompere il flusso di fondi dall’estero (donazioni o riscatti). Ha forse fatto il contrario?

L’Isis ottiene quel che vuole ed “esporta” petrolio. A chi? Perché l’Italia non si è opposta ai bombardamenti dell’Arabia saudita sullo Yemen che hanno causato moltissimi morti civili e danni enormi, favorendo l’espandersi di al Qaeda?

Perché l’Italia continua a essere complice della distruzione di interi paesi?
Perché la sedicente Coalizione anti-Daesh raduna i padrini di tutte le al Qaede, Stati che hanno alimentato, protetto, foraggiato, politicamente agevolato i gruppi terroristi? Prima con la guerra di Bush in Iraq (vedi qui).

Poi con la guerra della Nato in Libia. Poi con il sostegno a “ribelli” siriani. L’Italia è grande alleata commerciale e politica dell’Arabia saudita (vedi qui), regno che, secondo lo stesso ex ambasciatore statunitense in Siria Robert Ford (vedi qui), ha praticamente fondato – con il consenso Usa – l’Isis nella regione per destabilizzare i governi di Siria e Iraq, alleati dell’Iran.

Firmato: Rete No War, Coordinamento nazionale per la pace in Siria (SiriaPax), Assadakah Centro italo-arabo e del Mediterraneo


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