venerdì, maggio 29, 2015
L’inchiesta dell’FBI sul mondo del calcio, con l’arresto di sette dirigenti della FIFA per corruzione, rischia di creare frizioni internazionali. 

Radio Vaticano - Il presidente russo, Vladimir Putin, ha affermato che “l’indagine americana è un chiaro tentativo di evitare la rielezione di Blatter. Sul presidente della FIFA – ha detto ancora il capo del Cremlino – sono state esercitate pressioni per boicottare i Mondiali di Calcio in Russia nel 2018”. A sua difesa, Blatter, che non è incriminato, ha sottolineato che “l’inchiesta è partita da un dossier della FIFA”. Su questo scandalo Giancarlo La Vella ha intervistato Massimo Achini, presidente del Centro Sportivo Italiano (CSI):



R. - Per fortuna il giocattolo non rischia di rompersi, perché ci sono centinaia di migliaia di persone, allenatori, dirigenti di piccole società sportive, di oratorio, di quartiere o di periferia, che trovano nel sorriso dei ragazzi ogni volta la motivazione per ricominciare con più passione di prima. Però, è certo che queste cose provocano una grandissima tristezza e la mettono nel cuore di tante persone che amano il calcio e che rappresentano uno straordinario patrimonio educativo. Per cui quello che è accaduto - questa volta addirittura a livello mondiale - è davvero molto, molto grave.

D. - Secondo lei c’è l’impressione che sul mondo del calcio si stiano giocando altre partite, che nascondono altri interessi?

R. - Devo dire che la sensazione che sia così, cioè di un mondo del calcio che oramai a tanti livelli si piega sempre di più alle logiche del business e del denaro, è più che una sensazione: temo sia una triste realtà. Mi auguro, ad esempio, - e lo dico con molta umiltà - che Blatter faccia un passo indietro, perché è del tutto evidente che il mondo di oggi ha bisogno di testimonianze di responsabilità. Nel momento in cui sette dirigenti dell’entourage del calcio mondiale vengono arrestati è difficile dire: “Io non sapevo niente”. Ecco una testimonianza, come sarebbe il passo indietro di Blatter, alle imminenti elezioni della presidenza FIFA, vorrebbe dire: “Il mondo del calcio ha bisogno di ripartire”. E credo che sarebbe una cosa significativa.

D. - In definitiva più che di presidenti a vita il calcio ha bisogno di più democrazia?

R. - Il calcio ha bisogno di portare ai grandi livelli delle responsabilità dei dirigenti, l’entusiasmo e la passione educativa che c’è nel calcio di base. Io credo che questa sia la grande scommessa nel mondo di oggi: il calcio ha una base straordinariamente bella, ma poi, mano a mano che si sale nella filiera delle responsabilità, tutto questo scompare e sembra che le partite che si giochino siano altre. Allora io credo che la vera sfida del mondo del calcio sia quella di ripartire. Ci sono anche – e questo mi preme dirlo – tanti dirigenti che sono veramente brave persone e che hanno una sensibilità educativa molto alta, però c’è bisogno di ripartire da una classe educativa dirigente capace di coniugare lo spettacolo, l’inevitabile business che gira intorno al calcio di alto livello, ma senza rinunciare a quella passione educativa che è l’anima di questo sport. Persa quella, il calcio perde tutto. Credo che il mondo del football debba comprendere che deve reagire a tutto quello che sta accadendo con una grandissima voglia di trasparenza, di rinnovo, di affermazione dei veri valori, … E’ l’unica strada possibile per non farsi battere da se stesso, perché la grande paura è che il calcio perda contro il calcio.


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