Lo ha specificato il cardinale di Sarajevo nel corso di una conferenza stampa. Per Francesco previsti oltre 50mila pellegrini dalla regione.
Vatican Insider - La prossima visita di papa Francesco in Bosnia, il 6 giugno, non ha nulla a che fare con Medjugorje, il santuario mariano in Erzegovina che da oltre 33 anni è luogo di presunte apparizioni della Madonna che la Chiesa finora non ha riconosciuto. «Non posso parlarne, ha detto oggi l'arcivescovo di Sarajevo, cardinale Vinko Puljic, nel corso di una conferenza stampa - poiché ho fatto parte della commissione e sono legato dal segreto».
«La commissione - ha concluso il cardinale - ha terminato il suo lavoro e lo ha presentato alla Congregazione per la dottrina della fede, che lo inoltrerà al Papa, il quale esprimerà il proprio giudizio. Ma, Medjugorje non ha nulla a che fare con questa visita».
Intanto sono oltre cinquantamila i fedeli, provenienti da tutta la Bosnia-Erzegovina e da altri paesi della regione, che si sono finora registrati per partecipare alla messa che papa Francesco celebrerà a Sarajevo il 6 giugno prossimo. Lo ha confermato, sempre nella conferenza di oggi, il cardinal Vinko Puljic, precisando che le registrazioni, presso le parrocchie, continueranno fino al 20 maggio e che lo stadio Kosevo della capitale bosniaca potrà accogliere fino a 70 mila persone.
Il recente attentato contro il commissariato di polizia di Zvornik, nell'est della Bosnia, e gli scontri lo scorso fine settimana a Kumanovo, in Macedonia, hanno accresciuto l' attenzione sull'aspetto sicurezza della visita del papa, ma il cardinale ha affermato che «non c'è motivo di aver paura a Sarajevo, per quello che sappiamo, sono molto soddisfatto, perché le cose sono sotto controllo».
E la visita, secondo quanto ha detto il prelato in una recente intervista, rappresenta «un incoraggiamento nella costruzione della pace e porterà energia positiva, sicurezza e fiducia in sé stessi e nei propri vicini, per poter fare insieme qualcosa di positivo».
Vatican Insider - La prossima visita di papa Francesco in Bosnia, il 6 giugno, non ha nulla a che fare con Medjugorje, il santuario mariano in Erzegovina che da oltre 33 anni è luogo di presunte apparizioni della Madonna che la Chiesa finora non ha riconosciuto. «Non posso parlarne, ha detto oggi l'arcivescovo di Sarajevo, cardinale Vinko Puljic, nel corso di una conferenza stampa - poiché ho fatto parte della commissione e sono legato dal segreto».
«La commissione - ha concluso il cardinale - ha terminato il suo lavoro e lo ha presentato alla Congregazione per la dottrina della fede, che lo inoltrerà al Papa, il quale esprimerà il proprio giudizio. Ma, Medjugorje non ha nulla a che fare con questa visita».
Intanto sono oltre cinquantamila i fedeli, provenienti da tutta la Bosnia-Erzegovina e da altri paesi della regione, che si sono finora registrati per partecipare alla messa che papa Francesco celebrerà a Sarajevo il 6 giugno prossimo. Lo ha confermato, sempre nella conferenza di oggi, il cardinal Vinko Puljic, precisando che le registrazioni, presso le parrocchie, continueranno fino al 20 maggio e che lo stadio Kosevo della capitale bosniaca potrà accogliere fino a 70 mila persone.
Il recente attentato contro il commissariato di polizia di Zvornik, nell'est della Bosnia, e gli scontri lo scorso fine settimana a Kumanovo, in Macedonia, hanno accresciuto l' attenzione sull'aspetto sicurezza della visita del papa, ma il cardinale ha affermato che «non c'è motivo di aver paura a Sarajevo, per quello che sappiamo, sono molto soddisfatto, perché le cose sono sotto controllo».
E la visita, secondo quanto ha detto il prelato in una recente intervista, rappresenta «un incoraggiamento nella costruzione della pace e porterà energia positiva, sicurezza e fiducia in sé stessi e nei propri vicini, per poter fare insieme qualcosa di positivo».
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