In Ucraina continuano gli scontri nei pressi di Donetsk. La comunità internazionale è fortemente preoccupata. Oggi riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Il servizio di Giuseppe D'Amato:
Radio Vaticana - Venti di guerra sempre più forti. Si combatte ferocemente in numerose località del Donbass. Decine sono i morti e centinaia i feriti. Il presidente ucraino Poroshenko ha esortato il Paese ad essere pronto ad una invasione totale su tutto il confine orientale. La Rada ha poi concesso il permesso di invitare truppe straniere, caschi blu compresi, sul territorio nazionale. 50mila militari ucraini sono pronti a difendere il Paese, è stato reso pubblico. Immediata la risposta russa: l’attuale escalation di violenza in Ucraina orientale è legata ai summit del G7 in Baviera domenica-lunedì e dell’Unione europea a fine mese. Francesi e tedeschi, decisivi per la definizione degli accordi di pace di Minsk, hanno espresso la loro preoccupazione per quanto sta avvenendo ed hanno lanciato appelli per un cessate il fuoco completo. La stessa preoccupazione è condivisa sia dagli europei – che ricordano che i presenti scontri sono i peggiori da febbraio – sia dagli americani.
Radio Vaticana - Venti di guerra sempre più forti. Si combatte ferocemente in numerose località del Donbass. Decine sono i morti e centinaia i feriti. Il presidente ucraino Poroshenko ha esortato il Paese ad essere pronto ad una invasione totale su tutto il confine orientale. La Rada ha poi concesso il permesso di invitare truppe straniere, caschi blu compresi, sul territorio nazionale. 50mila militari ucraini sono pronti a difendere il Paese, è stato reso pubblico. Immediata la risposta russa: l’attuale escalation di violenza in Ucraina orientale è legata ai summit del G7 in Baviera domenica-lunedì e dell’Unione europea a fine mese. Francesi e tedeschi, decisivi per la definizione degli accordi di pace di Minsk, hanno espresso la loro preoccupazione per quanto sta avvenendo ed hanno lanciato appelli per un cessate il fuoco completo. La stessa preoccupazione è condivisa sia dagli europei – che ricordano che i presenti scontri sono i peggiori da febbraio – sia dagli americani.
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