Il luogo di culto, noto per il miracolo dei pani e dei pesci, è stato dato alle fiamme nella notte. Distrutto un atrio esterno. Sono oltre 40 gli attacchi contro chiese e moschee negli ultimi sette anni.
Nena News - Sono stati fermati, interrogati e rilasciati senza accuse i 16 giovani coloni sospettai di aver appiccato l’incendio che nella notte ha distrutto un atrio esterno della chieda di Tabga, nel nord di Israele. Il complesso sacro sorge sul luogo in cui la tradizione cristiana vuole che sia avvenuto il miracolo di Gesù della moltiplicazione dei pani e dei pesci. L’incendio, appiccato in più punti, è stato subito domato dai vigili del fuoco e non ha provocato danni ingenti all’edificio che custodisce preziosi mosaici del V secolo, risparmiati dalle fiamme. Su un muro è stata ritrovata una scritta in ebraico contro i “falsi dei”, che ha fatto subito pensare all’azione di ebrei ultraortodossi non nuovi a questi attacchi.
I 16 ragazzi fermati dalla polizia in una spiaggia vicino alla chiesa sono originari di insediamenti della Cisgiordania. Dieci di loro sono della colonia ultraortodossa di Yitzhar, i cui abitanti sono stati spesso coinvolti in reati di odio e attacchi analoghi a quello contro la chiesa di Tabga, già in passato finita nel mirino di ebrei estremisti. Nell’aprile del 2014 un gruppo di adolescenti ebrei aveva danneggiato alcuni simboli sacri e aggredito i sacerdoti.
L’incendio della scorsa notte ha sollevato un coro di condanne in Israele. Il premier Benjamin Netanyahu ha assicurato che i responsabili saranno puniti. Il complesso è di proprietà della Chiesa cattolica romana di Germania, il cui inviato in Israele, Andreas Michaelis, si è detto “scioccato” per l’accaduto.
Ma attacchi di questo tipo, contro i luoghi di culto cristiani e islamici, sono frequenti in Israele e di solito sono opera di estremisti ebrei. Lo scorso aprile vandali hanno distrutto le lapidi di un cimitero maronita vicino al confine con il Libano. Secondo i Rabbini per i diritti umani, dal 2009 ci sono stati 43 attacchi contro chiese, moschee, monasteri nei Territori occupati e in Israele.
Nena News - Sono stati fermati, interrogati e rilasciati senza accuse i 16 giovani coloni sospettai di aver appiccato l’incendio che nella notte ha distrutto un atrio esterno della chieda di Tabga, nel nord di Israele. Il complesso sacro sorge sul luogo in cui la tradizione cristiana vuole che sia avvenuto il miracolo di Gesù della moltiplicazione dei pani e dei pesci. L’incendio, appiccato in più punti, è stato subito domato dai vigili del fuoco e non ha provocato danni ingenti all’edificio che custodisce preziosi mosaici del V secolo, risparmiati dalle fiamme. Su un muro è stata ritrovata una scritta in ebraico contro i “falsi dei”, che ha fatto subito pensare all’azione di ebrei ultraortodossi non nuovi a questi attacchi.
I 16 ragazzi fermati dalla polizia in una spiaggia vicino alla chiesa sono originari di insediamenti della Cisgiordania. Dieci di loro sono della colonia ultraortodossa di Yitzhar, i cui abitanti sono stati spesso coinvolti in reati di odio e attacchi analoghi a quello contro la chiesa di Tabga, già in passato finita nel mirino di ebrei estremisti. Nell’aprile del 2014 un gruppo di adolescenti ebrei aveva danneggiato alcuni simboli sacri e aggredito i sacerdoti.
L’incendio della scorsa notte ha sollevato un coro di condanne in Israele. Il premier Benjamin Netanyahu ha assicurato che i responsabili saranno puniti. Il complesso è di proprietà della Chiesa cattolica romana di Germania, il cui inviato in Israele, Andreas Michaelis, si è detto “scioccato” per l’accaduto.
Ma attacchi di questo tipo, contro i luoghi di culto cristiani e islamici, sono frequenti in Israele e di solito sono opera di estremisti ebrei. Lo scorso aprile vandali hanno distrutto le lapidi di un cimitero maronita vicino al confine con il Libano. Secondo i Rabbini per i diritti umani, dal 2009 ci sono stati 43 attacchi contro chiese, moschee, monasteri nei Territori occupati e in Israele.
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