martedì, luglio 14, 2015
Dopo venti mesi di trattative e quasi 12 anni di stallo, l’Iran e le grandi potenze occidentali dei 5+1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania) hanno raggiunto uno storico accordo sul programma nucleare iraniano.  

Radio Vaticana - L’intesa non entra in vigore subito. Dovrà superare il test del Congresso americano e quello del parlamento iraniano. L'accordo, ha detto il presidente americano Barack Obama, non si basa sulla fiducia ma sulle verifiche. Obama ha anche affermato che porrà il veto in caso di voto contrario al Congresso. Il servizio di Amedeo Lomonaco:


Lo storico accordo garantirà a Teheran la graduale revoca delle sanzioni in cambio di significative riduzioni dell'entità del suo programma nucleare. L’intesa prevede, in particolare, che gli ispettori dell'Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) possano avere accesso a tutti i siti iraniani sospetti, compresi quelli militari. L’Iran ha anche accettato che le sanzioni siano ripristinate entro 65 giorni in caso di una sua violazione dell'accordo. Saranno cancellate le sanzioni contro l’Iran a eccezione di quelle sulle armi e sui missili balistici che verranno rimosse rispettivamente tra cinque e otto anni. Ora, si apre una nuova pagina della politica mondiale. Le potenze occidentali hanno sempre accusato Teheran di utilizzare le attività finalizzate all’arricchimento dell’uranio a scopo civile per la produzione di ordigni atomici.

Critiche da Israele
Forti critiche sull’accordo sono state espresse da Israele. Secondo il premier dello Stato ebraico, Benjamin Netanyahu, l’intesa “è un errore di proporzioni storiche”. Per il viceministro degli Esteri, una “resa storica dell'Occidente all'asse del male”.

Obama: soddisfatti tutti i requisiti. Rohani: si aprono nuovi orizzonti 
Il presidente americano, Barack Obama, ha detto che grazie a questa intesa, in grado di soddisfare tutti i requisiti, l'Iran non sarà in grado di sviluppare la bomba atomica. Il capo di Stato iraniano, Hassan Rohani, ha sottolineato che ora si aprono nuovi orizzonti centrati su sfide comuni. Aprendo a Vienna la seduta plenaria con i ministri di Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Germania e Iran, l'alto rappresentante della Politica estera europea, Federica Mogherini, ha affermato che si apre “un nuovo capitolo nelle relazioni internazionali”. Per il capo della diplomazia iraniana, Mohammad Javad Zarif, l’accordo non è perfetto. Ma questo, ha aggiunto, è un momento storico.

Per un commento sull'accordo sul programma nucleare iraniano, Amedeo Lomonaco ha sentito il commento di Matteo Bressan, analista politico ed esperto dell'area mediorientale:



D. – Dopo un negoziato difficile, abbiamo una serie di dichiarazioni di intenti e una "road map" che poi dovrà essere verificata. Attenzione, quindi: da un lato l’aspetto geopolitico è la novità – l’Occidente riapre un dialogo importante con un attore strategico nel Medio Oriente – e dall’altra però questo accordo dovrà passare sia per il Congresso americano, a maggioranza repubblicana, sia per il parlamento iraniano. Quindi, questo ci obbliga ad una prudenza necessaria.

D. – Come cambieranno gli equilibri mondiali dopo questa intesa?

R. – Anzitutto, dobbiamo registrare le reazioni a questo accordo: Netanyahu non vede di buon occhio questo negoziato, anche perché sostiene che di fatto di benefici per il popolo iraniano non ce ne saranno. E sostiene, piuttosto, che l’accordo servirà a finanziare l’arsenale militare dell’Iran. Va detto che come conseguenze, qualora tutto dovesse andare nella direzione oggi definita, certamente ci sarebbe un riequilibrio e una presenza dell’Iran nel contesto mediorientale, dove per anni questo Paese è stato di fatto un po’ estromesso. Adesso, inevitabilmente, la comunità internazionale dovrà cercare di impegnare l’Iran in tutta una serie di dossier, che ovviamente sono moltissimi. E ci sono una serie di interessi confliggenti della comunità internazionale su delle aree di crisi: penso allo Yemen, penso all’Iraq, penso alla Siria e penso allo stesso Libano… L’accordo è un primo passaggio chiave per poi trovare un approccio multilaterale su una serie di crisi che riguardano l’area.

D. – Dunque, questo accordo, che pone le basi proprio per la fine dell’embargo, rappresenta per l’Iran una grande occasione per assumere un ruolo di primo piano nella scena mediorientale sia da un punto di vista politico, ma anche economico…

R. – Sotto il profilo economico ci potrebbero essere enormi benefici sia per l’Iran, ma anche per la comunità internazionale e anche per la stessa Italia. Ci sono già delle stime che dicono che con il ritiro graduale – perché di questo si parla – delle sanzioni potrebbe aumentare l’export italiano in Iran, nei prossimi quattro anni, di tre miliardi di euro. Quindi cifre importanti. L’export italiano è stato penalizzato moltissimo dall’embargo, soprattutto nell’agroalimentare e nella meccanica. Quindi, se si riuscisse a mandare in porto anche la progressiva e graduale eliminazione delle sanzioni, si aprirebbe un mercato enorme, importantissimo e ci sarebbero anche – e già le Borse lo stanno registrando – un abbassamento del prezzo del petrolio.

D. – Proprio sul fronte del mercato petrolifero, si aprono prospettive importanti con un Iran libero da sanzioni…

R. – Considerando che l’Iran detiene un decimo delle riserve mondiali di greggio, indubbiamente queste zavorra delle sanzioni potrebbe favorire moltissimo il mercato iraniano.


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