venerdì, agosto 14, 2015
È di almeno 44 morti e 400 feriti, trenta dei quali versano in gravi condizioni, il bilancio ancora provvisorio della gigantesca esplosione avvenuta in un deposito di prodotti chimici a Tianjin, città portuale nel nord-est della Cina. Nell’area sarebbero ancora presenti merci pericolose. Marco Guerra: ascolta  

Radio Vaticana - L’incendio, una serie di esplosioni più lievi e poi alle 23.30 locali, circa le 19 italiane, un’enorme palla di fuoco ha illuminato a giorno la città portuale cinese di Tianjin. Anche la terra ha tremato e la gente è scesa in strada in quella che è la quarta municipalità della Cina per popolazione. Il lavoro di spegnimento delle fiamme in un deposito di prodotti chimici nella zona del porto è stato sospeso poiché non è chiaro quante "merci pericolose" siano presenti nell'area.

Si teme che il bilancio delle vittime possa ancora salire: le autorità hanno perso i contatti con 36 vigili del fuoco che si trovano sul luogo del disastro, mentre l'ospedale della città ha riferito di aver accolto tra le 300 e le 400 persone, molte delle quali sono gravi. Intanto testimoni parlano di ingenti danni agli edifici che presentano profonde crepe e vetri rotti. Diversi grattacieli sono rimasti senza luce elettrica e sono stati danneggiati persino i binari della metropolitana.

Le autorità, dal canto loro, hanno promesso massima trasparenza sulle cause dell’incidente, eppure da alcune ore sono stati oscurati diversi blog e profili sui social che diffondevano immagini e informazioni sul disastro. Inoltre un cordone di polizia blocca giornalisti e curiosi che vogliono avvicinarsi alle zone devastate dalle esplosioni.

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