“Vinci l’indifferenza e conquista la pace” è il tema scelto da Papa Francesco per la 49.ma Giornata Mondiale della Pace, che verrà celebrata il primo gennaio 2016.
Radio Vaticana - A renderlo noto è stato il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, che sottolinea: “La pace va conquistata: non è un bene che si ottiene senza sforzi, senza conversione, senza creatività e confronto”. Il servizio di Alessandro De Carolis: ascolta
Attenzione, sensibilità, spirito di iniziativa: non sono qualità che si acquisiscono semplicemente perché si è informati sui problemi del mondo. Se così fosse, oggi molti di quei problemi non esisterebbero. E invece, asserisce il dicastero di Giustizia e Pace presentando il tema della Giornata, è proprio “l’indifferenza nei confronti delle piaghe del nostro tempo” una “delle cause principali della mancanza di pace nel mondo”.
Gli indifferenti
L’indifferenza del 21.mo secolo, si legge nel comunicato, “è spesso legata a diverse forme di individualismo che producono isolamento, ignoranza, egoismo e, dunque, disimpegno”. E “l’aumento delle informazioni non significa di per sé aumento di attenzione ai problemi, se non è accompagnato da una apertura delle coscienze in senso solidale”. Una sfida collettiva, dunque, che può essere vinta, si afferma, con il contributo “indispensabile” di famiglie, insegnanti, formatori, operatori culturali e dei media, di intellettuali e artisti.
Terra di conquista
Questo sforzo comune dimostra come la pace vada “conquistata”. “Non è – osserva il Pontificio Consiglio – un bene che si ottiene senza sforzi, senza conversione, senza creatività e confronto”. Si tratta, indica, “di sensibilizzare e formare al senso di responsabilità riguardo a gravissime questioni che affliggono la famiglia umana, quali il fondamentalismo e i suoi massacri, le persecuzioni a causa della fede e dell’etnia, le violazioni della libertà e dei diritti dei popoli, lo sfruttamento e la schiavizzazione delle persone, la corruzione e il crimine organizzato, le guerre e il dramma dei rifugiati e dei migranti forzati”. Così facendo, si riusciranno a cogliere anche le “opportunità e possibilità per combattere questi mali” e in quest’ottica, sostiene il dicastero pontificio, “la maturazione di una cultura della legalità e l’educazione al dialogo e alla cooperazione” sono “forme fondamentali di reazione costruttiva”.
Mai più schiavi
Il tema per la Giornata mondiale della pace 2016 è legato a quello di quest’anno, “Non più schiavi ma fratelli”, col quale Papa Francesco aveva messo a fuoco un argomento drammatico, che lo addolora profondamente. In continuità con la riflessione sviluppata il primo gennaio scorso, il comunicato del dicastero vaticano ricorda che “un campo in cui la pace si può costruire giorno per giorno vincendo l’indifferenza è quello delle forme di schiavitù presenti oggi nel mondo”. E soggiunge: “Bisogna portare avanti questo impegno, con accresciuta coscienza e collaborazione”. La pace, si conclude, “è possibile lì dove il diritto di ogni essere umano è riconosciuto e rispettato, secondo libertà e secondo giustizia”.
Radio Vaticana - A renderlo noto è stato il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, che sottolinea: “La pace va conquistata: non è un bene che si ottiene senza sforzi, senza conversione, senza creatività e confronto”. Il servizio di Alessandro De Carolis: ascolta
Attenzione, sensibilità, spirito di iniziativa: non sono qualità che si acquisiscono semplicemente perché si è informati sui problemi del mondo. Se così fosse, oggi molti di quei problemi non esisterebbero. E invece, asserisce il dicastero di Giustizia e Pace presentando il tema della Giornata, è proprio “l’indifferenza nei confronti delle piaghe del nostro tempo” una “delle cause principali della mancanza di pace nel mondo”.
Gli indifferenti
L’indifferenza del 21.mo secolo, si legge nel comunicato, “è spesso legata a diverse forme di individualismo che producono isolamento, ignoranza, egoismo e, dunque, disimpegno”. E “l’aumento delle informazioni non significa di per sé aumento di attenzione ai problemi, se non è accompagnato da una apertura delle coscienze in senso solidale”. Una sfida collettiva, dunque, che può essere vinta, si afferma, con il contributo “indispensabile” di famiglie, insegnanti, formatori, operatori culturali e dei media, di intellettuali e artisti.
Terra di conquista
Questo sforzo comune dimostra come la pace vada “conquistata”. “Non è – osserva il Pontificio Consiglio – un bene che si ottiene senza sforzi, senza conversione, senza creatività e confronto”. Si tratta, indica, “di sensibilizzare e formare al senso di responsabilità riguardo a gravissime questioni che affliggono la famiglia umana, quali il fondamentalismo e i suoi massacri, le persecuzioni a causa della fede e dell’etnia, le violazioni della libertà e dei diritti dei popoli, lo sfruttamento e la schiavizzazione delle persone, la corruzione e il crimine organizzato, le guerre e il dramma dei rifugiati e dei migranti forzati”. Così facendo, si riusciranno a cogliere anche le “opportunità e possibilità per combattere questi mali” e in quest’ottica, sostiene il dicastero pontificio, “la maturazione di una cultura della legalità e l’educazione al dialogo e alla cooperazione” sono “forme fondamentali di reazione costruttiva”.
Mai più schiavi
Il tema per la Giornata mondiale della pace 2016 è legato a quello di quest’anno, “Non più schiavi ma fratelli”, col quale Papa Francesco aveva messo a fuoco un argomento drammatico, che lo addolora profondamente. In continuità con la riflessione sviluppata il primo gennaio scorso, il comunicato del dicastero vaticano ricorda che “un campo in cui la pace si può costruire giorno per giorno vincendo l’indifferenza è quello delle forme di schiavitù presenti oggi nel mondo”. E soggiunge: “Bisogna portare avanti questo impegno, con accresciuta coscienza e collaborazione”. La pace, si conclude, “è possibile lì dove il diritto di ogni essere umano è riconosciuto e rispettato, secondo libertà e secondo giustizia”.
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