giovedì, settembre 24, 2015
Circa 1.200 profughi sono sbarcati all'alba di oggi nell'isola greca di Lesbo dopo essere partiti dalla costa egea della Turchia. Lo riferiscono media locali, secondo cui 24 barconi, ciascuno con a bordo una cinquantina di persone, sono giunti sull'isola in meno di un'ora.

Radio Vaticana - Si tratterebbe in prevalenza di cittadini afghani. Intanto, il vertice europeo di ieri ha deciso che entro novembre saranno attivati i centri cosiddetti "hot spot" e ha preso impegni per la Siria. Sostanzialmente, ha ricompattato l’Unione Europea sulla necessità di riportare le sue frontiere esterne sotto controllo. Il servizio di Fausta Speranza: ascolta
"Hot spot" attivi in sostanza significa che l’Europa avrà un solo standard nell'applicazione del sistema comune d'asilo (registrazioni, raccolta di impronte, accoglienza e rimpatri). E fondi e risorse comuni. Finora, almeno 40 le procedure di infrazione aperte contro 19 Stati per mancanze nell’applicazione dei regolamenti. L'Italia non è nel gruppo. Se l'Europa insiste sulla necessità di applicare in pieno il regolamento di Dublino – come si ribadisce nella dichiarazione finale – il premier italiano Renzi spiega che di fatto si sta facendo un passo dopo l’altro "verso il suo superamento". Altro risultato importante: l’impegno economico sottoscritto a sostegno dei Paesi del vicinato più esposti alle crisi di Iraq e Siria, a partire dalla Turchia, il cui presidente Erdogan sarà a Bruxelles il 5 ottobre. E poi 500 milioni di euro per il 'trust fund' per la Siria e l’appello di Hollande a trovare urgentemente una qualche soluzione per il conflitto.

I Paesi dell'Est che si erano rifiutati di contribuire ai 120 mila ricollocamenti si sono visti imporre la decisione in base a principi fondamentali dei Trattati: non ci sono state reazioni da Repubblica Ceca, Ungheria e Romania, mentre la Slovacchia minaccia ricorso. Ma il punto centrale restano le frontiere: il vertice di ieri ha stabilito che dovranno tornare ad essere controllate e che vengono previste guardie europee. Tusk è stato chiaro: i potenziali profughi sono dalla Siria sono milioni (al momento 8) e non più migliaia come finora.

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