Lo sguardo misericordioso di Gesù trasforma la storia
Radio Vaticana - E' quanto ha detto il Papa nella Messa presieduta ad Holguín, terza città di Cuba e per la prima volta nella storia visitata da un Pontefice. Terra del Nichel e della musica creola, nelle sue acque fu ritrovata nel 1612 l’immagine della Vergine della Carità poi portata nella città del Cobre. Ha assistito anche a questa Messa il presidente Raul Castro. Il servizio del nostro inviato a Cuba Sergio Centofanti:
Un giorno speciale per Papa Francesco
Accoglienza calorosa per il Papa anche ad Holguín, dove alla Messa in Piazza della Rivoluzione abbiamo potuto ascoltare i bellissimi canti in stile tipicamente creolo, che uniscono le antiche sonorità europee ed africane. La liturgia ha proposto il Vangelo della conversione di San Matteo di cui il 21 settembre la Chiesa celebra la festa. E’ un giorno particolare per il Papa perché proprio il 21 settembre di 62 anni fa, era il 1953, il giovane Bergoglio, aveva 17 anni, in seguito ad una confessione sentì nel cuore la misericordia di Dio che teneramente lo chiamava alla vita religiosa. Il suo motto episcopale ricorda proprio la conversione di San Matteo: “Miserando atque eligendo”, ovvero: “Gesù vide un pubblicano e poiché lo guardò con sentimento di amore e lo scelse, gli disse: seguimi”.
Lo sguardo di Gesù rende liberi
Ecco, così ha fatto il giovane Bergoglio. E l’omelia ha sviluppato propri questi temi. Il Papa parla di un “gioco di sguardi” che “è in grado di trasformare la storia”. Gesù guarda Matteo, esattore delle imposte per i Romani, considerato un traditore dai suoi connazionali:
“Gesù lo guardò. Che forza di amore ha avuto lo sguardo di Gesù per smuovere Matteo come ha fatto! Che forza devono avere avuto quegli occhi per farlo alzare! (...) Lo guardò con occhi di misericordia; lo guardò come nessuno lo aveva guardato prima. E questo sguardo aprì il suo cuore, lo rese libero, lo guarì, gli diede una speranza, una nuova vita, come a Zaccheo, a Bartimeo, a Maria Maddalena, a Pietro e anche a ciascuno di noi. Anche se noi non osiamo alzare gli occhi al Signore, Lui sempre ci guarda per primo”.
Gesù cerca chi si sente indegno di Dio
“Il suo amore ci precede – ha affermato il Papa - il suo sguardo anticipa le nostre necessità. Egli sa vedere oltre le apparenze, al di là del peccato, del fallimento o dell’indegnità. Sa vedere oltre la categoria sociale a cui apparteniamo”:
“Egli, andando oltre, vede quella dignità di figlio, che tutti abbiamo, a volte sporcata dal peccato, ma sempre presente nel profondo della nostra anima. E’ la nostra dignità di figlio. Egli è venuto proprio a cercare tutti coloro che si sentono indegni di Dio, indegni degli altri. Lasciamoci guardare da Gesù, lasciamo che il suo sguardo percorra le nostre strade, lasciamo che il suo sguardo ci riporti la gioia, la speranza”.
La misericordia genera la missione e il servizio
Dopo la misericordia, la missione. Matteo segue Gesù:
“L'incontro con Gesù, con il suo amore misericordioso, lo ha trasformato. E si lascia alle spalle il banco delle imposte, il denaro, la sua esclusione. Prima aspettava seduto per riscuotere, per prendere dagli altri; ora con Gesù deve alzarsi per dare, per offrire, per offrirsi agli altri. Gesù lo ha guardato e Matteo ha trovato la gioia nel servizio”.
Matteo, nella sua funzione di esattore, approfittava dei suoi concittadini. Ma se uno serve, “i concittadini non sono quelli di cui si approfitta, si usa e si abusa”. Così “lo sguardo di Gesù genera un’attività missionaria, di servizio, di dedizione. Il suo amore guarisce le nostre miopie e ci stimola a guardare oltre, a non fermarci alle apparenze o al politicamente corretto”.
Un traditore può diventare grazie a Gesù
Il Papa invita a porsi questa domanda:
“Credi che sia possibile che un esattore si trasformi in un servitore? Pensi che sia possibile che un traditore diventi un amico? Pensi che sia possibile che il figlio di un falegname sia il Figlio di Dio? Il suo sguardo trasforma il nostro sguardo, il suo cuore trasforma il nostro cuore. Dio è Padre che vuole la salvezza di tutti i suoi figli”. Lo sguardo di Gesù ci porta a condividere “la sua tenerezza e la sua misericordia con i malati, i carcerati, gli anziani e le famiglie in difficoltà”.
I sacrifici della Chiesa cubana
Papa Francesco ricorda gli sforzi e i sacrifici della Chiesa a Cuba, dove lavora “per portare a tutti, anche nei luoghi più remoti, la parola e la presenza di Cristo”. Menziona le cosiddette “case di missione”, che, vista “la scarsità di chiese e sacerdoti, consentono a molte persone di avere un luogo per la preghiera, l’ascolto della Parola, la catechesi e la vita comunitaria”. Piccoli segni della presenza di Dio nelle nostre città.
Radio Vaticana - E' quanto ha detto il Papa nella Messa presieduta ad Holguín, terza città di Cuba e per la prima volta nella storia visitata da un Pontefice. Terra del Nichel e della musica creola, nelle sue acque fu ritrovata nel 1612 l’immagine della Vergine della Carità poi portata nella città del Cobre. Ha assistito anche a questa Messa il presidente Raul Castro. Il servizio del nostro inviato a Cuba Sergio Centofanti:
Un giorno speciale per Papa Francesco
Accoglienza calorosa per il Papa anche ad Holguín, dove alla Messa in Piazza della Rivoluzione abbiamo potuto ascoltare i bellissimi canti in stile tipicamente creolo, che uniscono le antiche sonorità europee ed africane. La liturgia ha proposto il Vangelo della conversione di San Matteo di cui il 21 settembre la Chiesa celebra la festa. E’ un giorno particolare per il Papa perché proprio il 21 settembre di 62 anni fa, era il 1953, il giovane Bergoglio, aveva 17 anni, in seguito ad una confessione sentì nel cuore la misericordia di Dio che teneramente lo chiamava alla vita religiosa. Il suo motto episcopale ricorda proprio la conversione di San Matteo: “Miserando atque eligendo”, ovvero: “Gesù vide un pubblicano e poiché lo guardò con sentimento di amore e lo scelse, gli disse: seguimi”.
Lo sguardo di Gesù rende liberi
Ecco, così ha fatto il giovane Bergoglio. E l’omelia ha sviluppato propri questi temi. Il Papa parla di un “gioco di sguardi” che “è in grado di trasformare la storia”. Gesù guarda Matteo, esattore delle imposte per i Romani, considerato un traditore dai suoi connazionali:
“Gesù lo guardò. Che forza di amore ha avuto lo sguardo di Gesù per smuovere Matteo come ha fatto! Che forza devono avere avuto quegli occhi per farlo alzare! (...) Lo guardò con occhi di misericordia; lo guardò come nessuno lo aveva guardato prima. E questo sguardo aprì il suo cuore, lo rese libero, lo guarì, gli diede una speranza, una nuova vita, come a Zaccheo, a Bartimeo, a Maria Maddalena, a Pietro e anche a ciascuno di noi. Anche se noi non osiamo alzare gli occhi al Signore, Lui sempre ci guarda per primo”.
Gesù cerca chi si sente indegno di Dio
“Il suo amore ci precede – ha affermato il Papa - il suo sguardo anticipa le nostre necessità. Egli sa vedere oltre le apparenze, al di là del peccato, del fallimento o dell’indegnità. Sa vedere oltre la categoria sociale a cui apparteniamo”:
“Egli, andando oltre, vede quella dignità di figlio, che tutti abbiamo, a volte sporcata dal peccato, ma sempre presente nel profondo della nostra anima. E’ la nostra dignità di figlio. Egli è venuto proprio a cercare tutti coloro che si sentono indegni di Dio, indegni degli altri. Lasciamoci guardare da Gesù, lasciamo che il suo sguardo percorra le nostre strade, lasciamo che il suo sguardo ci riporti la gioia, la speranza”.
La misericordia genera la missione e il servizio
Dopo la misericordia, la missione. Matteo segue Gesù:
“L'incontro con Gesù, con il suo amore misericordioso, lo ha trasformato. E si lascia alle spalle il banco delle imposte, il denaro, la sua esclusione. Prima aspettava seduto per riscuotere, per prendere dagli altri; ora con Gesù deve alzarsi per dare, per offrire, per offrirsi agli altri. Gesù lo ha guardato e Matteo ha trovato la gioia nel servizio”.
Matteo, nella sua funzione di esattore, approfittava dei suoi concittadini. Ma se uno serve, “i concittadini non sono quelli di cui si approfitta, si usa e si abusa”. Così “lo sguardo di Gesù genera un’attività missionaria, di servizio, di dedizione. Il suo amore guarisce le nostre miopie e ci stimola a guardare oltre, a non fermarci alle apparenze o al politicamente corretto”.
Un traditore può diventare grazie a Gesù
Il Papa invita a porsi questa domanda:
“Credi che sia possibile che un esattore si trasformi in un servitore? Pensi che sia possibile che un traditore diventi un amico? Pensi che sia possibile che il figlio di un falegname sia il Figlio di Dio? Il suo sguardo trasforma il nostro sguardo, il suo cuore trasforma il nostro cuore. Dio è Padre che vuole la salvezza di tutti i suoi figli”. Lo sguardo di Gesù ci porta a condividere “la sua tenerezza e la sua misericordia con i malati, i carcerati, gli anziani e le famiglie in difficoltà”.
I sacrifici della Chiesa cubana
Papa Francesco ricorda gli sforzi e i sacrifici della Chiesa a Cuba, dove lavora “per portare a tutti, anche nei luoghi più remoti, la parola e la presenza di Cristo”. Menziona le cosiddette “case di missione”, che, vista “la scarsità di chiese e sacerdoti, consentono a molte persone di avere un luogo per la preghiera, l’ascolto della Parola, la catechesi e la vita comunitaria”. Piccoli segni della presenza di Dio nelle nostre città.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.