Una folla immensa ha partecipato alla Messa presieduta dal Papa nella Piazza della Rivoluzione all'Avana.
Radio Vaticana - Hanno assistito il presidente cubano Raul Castro e la presidente argentina Cristina Kirchner. Papa Francesco nell'omelia ha parlato della logica dell'amore di Gesù che sconvolge le nostre logiche di grandezza e di potere. Il Vangelo esalta i piccoli, quelli che servono. Hanno accompagnato la liturgia canti gioiosi tipici della spiritualità cubana. Il servizio del nostro inviato all'Avana Sergio Centofanti: ascolta
Logica di Gesù lontana da ogni elitarismo
Ad aprire la Messa nella Piazza della Rivoluzione un canto sulla speranza che viene della fede. La Piazza è cambiata: c’è il noto ritratto murale del Che Guevara, ma ci sono anche le immagini di Gesù misericordioso, di Papa Francesco e di Madre Teresa di Calcutta. Tantissimi i fedeli che sin dalla notte hanno affollato la Piazza. Profondo il silenzio durante la celebrazione. Commentando il Vangelo in cui i discepoli si chiedono chi sia il più grande tra di loro, il Papa spiega che Gesù sconvolge la loro logica, con la logica dell’amore che esalta i più piccoli, non i grandi, non quanti si sentono o vogliono essere superiori:
“Lontano da ogni tipo di elitarismo, l’orizzonte di Gesù non è per pochi privilegiati capaci di giungere alla 'conoscenza desiderata' o a distinti livelli di spiritualità. L’orizzonte di Gesù è sempre una proposta per la vita quotidiana, anche qui, nella 'nostra' isola; una proposta che fa sempre sì che la quotidianità abbia un certo sapore di eternità”.
Servire gli altri, non servirsi degli altri
“E’ il grande paradosso di Gesù” che dice: “chi vuole essere grande, serva gli altri, e non si serva degli altri!”. E servire significa “avere cura di coloro che sono fragili nelle nostre famiglie, nella nostra società, nel nostro popolo. Sono i volti sofferenti, indifesi e afflitti che Gesù propone di guardare e invita concretamente ad amare. Amore che si concretizza in azioni e decisioni”:
“C’è un ‘servizio’ che serve gli altri; però dobbiamo guardarci dall’altro servizio, dalla tentazione del ‘servizio’ che si serve degli altri. Esiste una forma di esercizio del servizio che ha come interesse il beneficiare i ‘miei’, in nome del ‘nostro’. Questo servizio lascia sempre fuori i ‘tuoi’, generando una dinamica di esclusione”.
Servizio non è mai ideologico, serve le persone non le idee
Occorre non cadere nelle tentazioni del “servizio che si serve” e farsi “carico gli uni degli altri per amore”, lontani “dallo sguardo che giudica”:
“Questo farci carico per amore non punta verso un atteggiamento di servilismo, ma al contrario, pone al centro della questione il fratello: il servizio guarda sempre il volto del fratello, tocca la sua carne, sente la sua prossimità fino in alcuni casi a ‘soffrirla’, e cerca la sua promozione. Per tale ragione il servizio non è mai ideologico, dal momento che non serve idee, ma persone”.
Il popolo di Cuba – afferma il Papa – “ha delle ferite, come ogni popolo, ma che sa stare con le braccia aperte”. L’esortazione di Francesco è a non trascurare la fragilità dei fratelli “a causa di progetti che possono apparire seducenti, ma che si disinteressano del volto di chi ti sta accanto”.
Radio Vaticana - Hanno assistito il presidente cubano Raul Castro e la presidente argentina Cristina Kirchner. Papa Francesco nell'omelia ha parlato della logica dell'amore di Gesù che sconvolge le nostre logiche di grandezza e di potere. Il Vangelo esalta i piccoli, quelli che servono. Hanno accompagnato la liturgia canti gioiosi tipici della spiritualità cubana. Il servizio del nostro inviato all'Avana Sergio Centofanti: ascolta
Logica di Gesù lontana da ogni elitarismo
Ad aprire la Messa nella Piazza della Rivoluzione un canto sulla speranza che viene della fede. La Piazza è cambiata: c’è il noto ritratto murale del Che Guevara, ma ci sono anche le immagini di Gesù misericordioso, di Papa Francesco e di Madre Teresa di Calcutta. Tantissimi i fedeli che sin dalla notte hanno affollato la Piazza. Profondo il silenzio durante la celebrazione. Commentando il Vangelo in cui i discepoli si chiedono chi sia il più grande tra di loro, il Papa spiega che Gesù sconvolge la loro logica, con la logica dell’amore che esalta i più piccoli, non i grandi, non quanti si sentono o vogliono essere superiori:
“Lontano da ogni tipo di elitarismo, l’orizzonte di Gesù non è per pochi privilegiati capaci di giungere alla 'conoscenza desiderata' o a distinti livelli di spiritualità. L’orizzonte di Gesù è sempre una proposta per la vita quotidiana, anche qui, nella 'nostra' isola; una proposta che fa sempre sì che la quotidianità abbia un certo sapore di eternità”.
Servire gli altri, non servirsi degli altri
“E’ il grande paradosso di Gesù” che dice: “chi vuole essere grande, serva gli altri, e non si serva degli altri!”. E servire significa “avere cura di coloro che sono fragili nelle nostre famiglie, nella nostra società, nel nostro popolo. Sono i volti sofferenti, indifesi e afflitti che Gesù propone di guardare e invita concretamente ad amare. Amore che si concretizza in azioni e decisioni”:
“C’è un ‘servizio’ che serve gli altri; però dobbiamo guardarci dall’altro servizio, dalla tentazione del ‘servizio’ che si serve degli altri. Esiste una forma di esercizio del servizio che ha come interesse il beneficiare i ‘miei’, in nome del ‘nostro’. Questo servizio lascia sempre fuori i ‘tuoi’, generando una dinamica di esclusione”.
Servizio non è mai ideologico, serve le persone non le idee
Occorre non cadere nelle tentazioni del “servizio che si serve” e farsi “carico gli uni degli altri per amore”, lontani “dallo sguardo che giudica”:
“Questo farci carico per amore non punta verso un atteggiamento di servilismo, ma al contrario, pone al centro della questione il fratello: il servizio guarda sempre il volto del fratello, tocca la sua carne, sente la sua prossimità fino in alcuni casi a ‘soffrirla’, e cerca la sua promozione. Per tale ragione il servizio non è mai ideologico, dal momento che non serve idee, ma persone”.
Il popolo di Cuba – afferma il Papa – “ha delle ferite, come ogni popolo, ma che sa stare con le braccia aperte”. L’esortazione di Francesco è a non trascurare la fragilità dei fratelli “a causa di progetti che possono apparire seducenti, ma che si disinteressano del volto di chi ti sta accanto”.
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