mercoledì, settembre 09, 2015
L'immigrazione è “una risorsa”. Così il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker nel suo discorso sullo Stato dell'Unione, stamani al Parlamento di Strasburgo. Chiesta la redistribuzione di 160 mila profughi nei Paesi membri. Il servizio di Giada Aquilino: ascolta

Radio Vaticana - Gli Stati membri adottino “il ricollocamento di 160 mila profughi” al prossimo Consiglio dei ministri dell'Interno, “abbiamo bisogno di fatti”. Jean-Claude Juncker chiede così di redistribuire i richiedenti asilo da Italia, Grecia e Ungheria: 120 mila in più rispetto ai 40 mila proposti a maggio. Roma, Atene e Budapest, ha aggiunto, “non possono essere lasciate sole nell'affrontare questa sfida enorme”.

“The numbers are impressive”…
“I numeri sono impressionanti”, ha dichiarato, ma ora è il “momento di agire”, con un meccanismo di “redistribuzione permanente” che ogni Paese dovrà seguire, ha tra l’altro specificato, senza “selezionare i rifugiati per la loro religione o le loro convinzioni: non c'è religione o filosofia – ha spiegato - quando si tratta di aiuto umanitario”. Nelle 14 proposte della Commissione Ue non figura l’abolizione di Schengen. Si pensa a rafforzare i confini esterni: “bisogna cambiare il trattato di Dublino, la prima regola dev’essere la solidarietà”, ha assicurato Juncker, annunciando il rafforzamento di Frontex. A inizio 2016 la Commissione Ue presenterà un pacchetto di proposte sull'immigrazione legale.

Non si ferma però quella gestita dalla criminalità: quattro egiziani sono stati fermati in Sicilia con l’accusa di essere gli scafisti del barcone con a bordo 228 migranti, soccorsi e giunti ieri ad Augusta.

Dalla Germania, la cancelliera Angela Merkel, a proposito di coloro che vedono riconosciuto il diritto d’asilo, ha auspicato che vengano integrati e che imparino “velocemente il tedesco”.

Nuove tensioni in Ungheria: tafferugli fra polizia e profughi si sono registrati al centro di prima accoglienza di Roeszke, a ridosso della frontiera con la Serbia; ad Asotthalom, un avviso schock - esposto alle stazioni dei bus e siglato dalle autorità municipali - mette in guardia dal “rischio contagio dalle malattie dei migranti”. Sempre più critica la situazione sull’isola greca di Lesbo, dove 25 mila migranti vivono in condizioni igienico-sanitarie ormai insostenibili.

E proprio la Grecia, ma per questioni legate alla crisi economica, ha occupato la seconda parte del discorso di Juncker a Strasburgo. Citando un colloquio col premier Alexis Tsipras, il presidente della Commissione Ue ha assicurato che la cosiddetta “Grexit era una possibilità, ma non un opzione da menzionare pubblicamente”. Con riferimento alla crisi tra Ucraina e Russia, ha garantito che “le frontiere degli Stati membri sono intoccabili”, in particolare quelle di Polonia e Paesi Baltici. Quindi si è detto convinto di “un accordo giusto” con il governo britannico in vista del referendum del Regno Unito sulla permanenza nell'Unione europea.


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