domenica, settembre 20, 2015
Papa Francesco è giunto a Cuba, prima tappa del suo decimo viaggio internazionale che lo porterà anche negli Stati Uniti. Calorosissima l’accoglienza dei cubani. All’aeroporto la cerimonia di benvenuto con il presidente Raùl Castro. Il servizio del nostro inviato all’Avana Sergio Centofanti:  

Radio Vaticana - Affetto, gratitudine, entusiasmo, commozione: questi i sentimenti che hanno accompagnato le decine di migliaia di persone lungo i 18 chilometri del tragitto percorsi dal Papa dall’aeroporto dell’Avana alla nunziatura. I cubani, credenti e non credenti, sono davvero grati a Francesco per quanto ha fatto per il riavvicinamento con gli Stati Uniti, un disgelo che alimenta la speranza in una società che chiede nuove prospettive. Il Pontefice non ha voluto, come sempre, un’auto blindata, ma un veicolo aperto per poter essere più vicino alla gente.

Alla cerimonia di benvenuto all’aeroporto, dopo l’esecuzione degli inni, il Papa ha rivolto il suo saluto a tutti i cubani, anche quelli “dispersi nel mondo”. Al presidente Raùl Castro ha chiesto di trasmettere i suoi “sentimenti di speciale considerazione e rispetto” per il fratello Fidel. Ha ricordato che proprio questo anno “si celebra l’80° anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche ininterrotte” tra Cuba e Santa Sede. Francesco vuole seguire “le indelebili orme del cammino aperto dai memorabili viaggi apostolici che hanno compiuto in quest’Isola” san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI:

“La Chiesa continui ad accompagnare ed incoraggiare il popolo cubano nelle sue speranze e nelle sue preoccupazioni, con libertà e con tutti i mezzi necessari per far giungere l’annuncio del Regno fino alle periferie esistenziali della società”.

Questo viaggio apostolico coincide con il primo centenario della proclamazione della Vergine della Carità del Cobre come Patrona di Cuba, invocata dai patrioti della guerra d’indipendenza per costruire una “nazione libera e sovrana”. Il Papa spiega che la Madre di Gesù, così presente “nell’anima del popolo cubano”, “custodisce la dignità delle persone nelle situazioni più difficili” e promuove “tutto ciò che conferisce dignità all’essere umano”:

“In questi giorni avrò l’occasione di recarmi al Santuario del Cobre come figlio e pellegrino, a pregare nostra Madre per tutti i suoi figli cubani e per questa amata Nazione, perché percorra sentieri di giustizia, di pace, di libertà e di riconciliazione”.

La “vocazione naturale” di Cuba – afferma – “è quella di essere punto d’incontro perché tutti i popoli si trovino in amicizia”, «oltre le strettoie degli istmi e le barriere dei mari»: è una citazione di José Martí, eroe cubano dell’indipendenza, uomo animato da una profonda spiritualità cristiana. E il Papa ricorda le parole profetiche di san Giovanni Paolo II quando nella storica visita del 1998 lanciò il celebre appello: «Cuba si apra con tutte le sue magnifiche possibilità al mondo e il mondo si apra a Cuba»”. E aggiunge:

“Da alcuni mesi, siamo testimoni di un avvenimento che ci riempie di speranza: il processo di normalizzazione delle relazioni tra due popoli, dopo anni di allontanamento. È un processo, è un segno del prevalere della cultura dell’incontro, del dialogo, del «sistema della valorizzazione universale... sul sistema, morto per sempre, di dinastia e di gruppo» (José Martí)”.

Papa Francesco incoraggia i responsabili politici “a proseguire su questo cammino” a favore “della pace e del benessere dei loro popoli, di tutta l’America, e come esempio di riconciliazione per il mondo intero”. E a braccio ha aggiunto: “il mondo ha bisogno di riconciliazione in questa atmosfera di terza guerra mondiale a tappe che stiamo vivendo”.

Da parte sua, il presidente Raùl Castro ha espresso il suo vivo apprezzamento per i suoi pronunciamenti del Papa in tema di giustizia e ambiente. Ha definito ingiusto l’attuale sistema internazionale che ha globalizzato il capitale e ha fatto del denaro il suo idolo, ha rivendicato le conquiste del sistema socialista cubano soprattutto nel campo della sanità e della scuola, ma ha anche segnalato la necessità di una attualizzazione di questo modello economico e sociale. Ha poi ringraziato il Papa per il suo appoggio al dialogo tra Cuba e Stati Uniti. E ha denunciato l’embargo Usa definendolo “crudele, immorale e illegale”, chiedendone la fine. Infine ha rivendicato la base navale di Guantanamo, in territorio cubano ma ancora nelle mani degli Usa.

Dopo la cerimonia di benvenuto, il bagno di folla fino alla nunziatura. Il Papa ha dato il suo primo messaggio a Cuba: i concetti più pronunciati, ricorrono tre volte, sono libertà, pace e speranza.


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