lunedì, ottobre 12, 2015
Un nuovo allarme stasera ha scosso la città di Ankara: chiusa per il sospetto di una bomba una linea della metropolitana.

Radio Vaticana - Intanto continuano le indagini per l’identificazione di entrambi i kamikaze autori della strage di 128 persone, sabato scorso, durante una manifestazione pacifista ad Ankara. Gli estremisti dell’Is sono i sospettati principali, decine gli arresti in tutto il Paese ancora in lutto. Domenica la visita della cancelliera Merkel per un vertice su terrorismo, Siria e migranti. Il servizio di Gabriella Ceraso: ascolta

Ankara è in stato di massima allerta e l'allarme bombadi questa sera nella metro,lo testimonia. La strage di sabato scorso ha lasciato una ferita profonda."Mirava a creare instabilità politica e a suscitare indignazione contro le operazioni anti-Pkk e contro un ruolo turco nella crisi siriana" ha detto il ministro turco degli Affari europei,"ma bisogna mantenere la calma".Sulla stessa lineail governo che conferma l’appuntamento delle legislative del primo novembre, nonostante il dolore per l’accaduto. Dolore che ha fatto annullare a tre dei quattro maggiori partiti in corsa, i comizi elettorali in programma; al Pkk -Partito dei Lavoratori del Kurdistan - ha fatto dichiarare il mantenimento del cessate-il-fuoco, e ha spinto migliaia di turchi a rendere omaggio alle salme nel cimitero di Ankara dove oggi si sono svolti alcuni riti funebri. Preghiere e cordoglio per vittime innocenti di tutte le età. Intanto il governo continua a lavorare col massimo riserbo all’identificazione di uno dei due kamikaze autori della strage di sabato. L’Is è il sospettato numero uno, almeno 50 gli arresti tra i suoi simpatizzanti in diverse province del Paese. Ma la lotta continua anche nei cieli della Siria. Mosca offre ad Ankara appoggio contro il terrorismo ma invade lo spazio aereo tra Siria e Turchia con proteste forti dei militari di Ankara. Che la tensione e anche i pericoli siano evidenti lo conferma l’allerta lanciata oggi dall’Agenzia europea per la sicurezza aerea a tutte le compagnie con rotta su Iraq, Iran e Mar Caspio.

Sul clima che l'attentato di sabato ha creato in Turchia, Marco Guerra ha intervistato Dundar Kesapli, giornalista turco inviato in Italia: ascolta

R. - Certo il clima, purtroppo, non è molto positivo per l’intero Paese: nella storia della Repubblica Turca è, forse, il più grande attentato compiuto nella capitale Ankara e oltretutto a poche settimane dalle elezioni. Quindi c’è chiaramente attesa e tensione, perché non è una situazione assolutamente accettabile e viene condannata da tutti.

D. - L’obiettivo della manifestazione era chiedere la fine degli scontri tra l’esercito e il Pkk: quindi questo attentato può essere legato alla lotta tra la Turchia e i curdi oppure – come dicono più fonti – dietro l’attacco ci sono gli estremisti islamici, l’Is…Insomma quale può essere la matrice di questi attentati che stanno colpendo la Turchia?

R. - Io non credo che adesso siamo in grado di dire chi ci sia dietro a questo attentato. Non so se si tratta di estremisti del Pkk o dell’Is… E’ probabile però – ed è una alta percentuale - che si tratti di uno di loro, perché non può essere diversamente. La cosa molto strana è che l’attentato è stato fatto proprio alle ore 10, del giorno 10 e nel mese 10, che corrisponde ad una strana coincidenza con questo numero e che fa pensare che si stato pianificato probabilmente molto tempo prima… Cosa ci sia dietro è difficile dirlo: le indagini stanno andando avanti molto velocemente, perché il governo e la polizia hanno tutto l’interesse di scoprire chi ci sia dietro. Dalle prime indagini risulterebbe che l’attentatore sia vicino all’Is o probabilmente fra il Pkk. Non può esserci un terzo, secondo me…

D. - Lo scopo di questi attentati quale potrebbe essere?

R. - Potrebbe essere quello di indebolire il Presidente Erdogan; potrebbe essere quello di creare una situazione interna turca simile a quella della Siria… La Turchia – e in questo bisogna essere obiettivi – è un ponte, è un Paese molto importante fra Occidente ed Oriente, è un Paese su cui i membri della Nato hanno interessi e quindi tutti i Paesi europei hanno interesse ad avere un buon rapporto con la Turchia, ma che in questo momento è difficile perché, anche se oggi il Presidente Erdogan decidesse di lasciare il suo incarico, non ci sono dei politici di grande spessore che possono gestire la situazione e ricoprire un ruolo come Presidente del Consiglio o Presidente… Non essendoci un’alternativa all’interno della Turchia, è difficile dire in questo momento quale sia il vero motivo: può essere la volontà da parte di alcuni leader di dividere la popolazione e creare una guerra interna; può essere che dopo 13 anni di gestione del Presidente Erdogan, alcune persone possano sentirsi infastidite e non accettino più la sua guida… Ma – ripeto – qualsiasi sia la motivazione è inaccettabile uccidere tutte queste persone innocenti… A meno che non ci sia l’intenzione – come è successo in altri Paesi – di portare la Turchia in una situazione di guerra interna per creare caos e per farla allontanare dall’Europa: anche questa può essere un'ipotesi. Può darsi che conviene a queste persone che hanno compiuto l’attentato, ma è necessario riuscire a capire quale siano le identità di questi due kamikaze. Purtroppo, però la situazione non è tanto facile da gestire. Quindi io ho la sensazione che questi attentati siano collegati con l’estero, ma siano stati compiuti dall’interno…


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