Il mondo della cultura piange Umberto Eco e la scrittrice Harper Lee che si sono spenti ieri all’età, rispettivamente, di 84 e 89 anni.
Radio Vaticana - A livello internazionale, la fama di Umberto Eco - scrittore, filosofo e semiologo - è
legata, in particolare, al romanzo 'Il nome della rosa'; mentre la scrittrice statunitense è nota in tutto il mondo per ‘Il buio oltre la siepe’, capolavoro sulla segregazione razziale negli Stati Uniti. Il servizio di Marco Guerra: ascolta
Umberto Eco è stato un vero è proprio intellettuale enciclopedico, forse l’ultimo. Il suo eclettismo lo portò a combinare filosofia e cultura di massa. È stato autore di numerosi saggi di semiotica, filosofia del linguaggio, testi di linguistica e sui processi di comunicazione. Grande la passione per la cultura Medioevale che coltivò fin da giovane con una tesi sull'estetica di San Tommaso d'Aquino. E' stato anche autore televisivo in Rai negli anni ‘50. Scrisse la “fenomenologia di Mike Bongiorno“. Lunga la sua carriera universitaria: tenne corsi in diversi atenei italiani e di tutto il mondo. È stato direttore dell'Istituto di Comunicazione e spettacolo del Dams a Bologna e diede impulso anche alla nascita del Corso di Laurea in Scienze della comunicazione. Nel 1980 il suo debutto letterario con 'Il nome della rosa' con cui raggiunse la fama mondiale. L’apice del successo arriva nel 1988 con la pubblicazione del ‘Pendolo di Foucault’. Ha maneggiato con intelligenza e ironia tutta l’eredita culturale occidentale.
Per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Umberto Eco era "un uomo libero, dotato di un profondo spirito critico e di grande passione civile", un "protagonista del dibattito intellettuale italiano e internazionale". "Osservatore acuto, disincantato, scrittore finissimo, anticipatore e sperimentatore di fenomeni e tendenze" - prosegue Mattarella - "si è sempre proiettato nella dimensione internazionale, lontano da ogni chiusura dogmatica o provinciale". Per il presidente del Consiglio Renzi, Umberto Eco è un "esempio straordinario di intellettuale europeo, univa una intelligenza unica del passato a una inesauribile capacità di anticipare il futuro".
Il poeta bolognese Davide Rondoni afferma, da parte sua, che “Umberto Eco è uno che ha provato a fare l’intellettuale enciclopedico, forse fuori tempo massimo, assomigliando all’avventura illuministica, cioè all’idea del luogo enciclopedico. Lascia sicuramente l’idea dell’ecclettismo, di un intellettuale che può parlare da Paperino a San Tommaso e con una certa facilità, una certa arguzia e una certa ironia. Forse lascia, purtroppo - dice - un’idea anche relativista del sapere e della cultura”. Sul rapporto di Eco con la fede, Rondoni aggiunge: “Come tutti quelli che dicono di aver abbandonato la fede, alla fine Dio rimane loro nel petto e negli occhi come grande problema, come grande questione... Nella seconda parte, la parte più nota della sua carriera, Umberto Eco, dopo aver abiurato la fede giovanile, ha cercato in tutti i modi di far fuori questo Dio scomodo, arrivando ad accusarlo – fino alla fine – di essere il responsabile delle peggiori efferatezze della storia. Di fatto, anche qui c’è lo strano paradosso di una classe intellettuale che ha costruito la sua carriera sulla negazione della verità, sulla possibilità della verità e la negazione di Dio e alla fine, probabilmente, ha interessato la gente proprio perché parlava di Dio”.
Nello stesso giorno della svcomparsa di Eco, si è spenta, all’età di 89 anni, anche la scrittrice statunitese Harper Lee. La Lee è stata resa celebre dal suo romanzo "Il buio oltre la siepe", storia di ingiustizia e razzismo ambientata negli anni '30 in una cittadina dell'Alabama, durante il periodo della segregazione razziale nel Sud degli Stati Uniti. Negli Usa, ma anche in altri Paesi, il testo costituisce lettura obbligatoria nelle scuole.
Radio Vaticana - A livello internazionale, la fama di Umberto Eco - scrittore, filosofo e semiologo - è
legata, in particolare, al romanzo 'Il nome della rosa'; mentre la scrittrice statunitense è nota in tutto il mondo per ‘Il buio oltre la siepe’, capolavoro sulla segregazione razziale negli Stati Uniti. Il servizio di Marco Guerra: ascolta
Umberto Eco è stato un vero è proprio intellettuale enciclopedico, forse l’ultimo. Il suo eclettismo lo portò a combinare filosofia e cultura di massa. È stato autore di numerosi saggi di semiotica, filosofia del linguaggio, testi di linguistica e sui processi di comunicazione. Grande la passione per la cultura Medioevale che coltivò fin da giovane con una tesi sull'estetica di San Tommaso d'Aquino. E' stato anche autore televisivo in Rai negli anni ‘50. Scrisse la “fenomenologia di Mike Bongiorno“. Lunga la sua carriera universitaria: tenne corsi in diversi atenei italiani e di tutto il mondo. È stato direttore dell'Istituto di Comunicazione e spettacolo del Dams a Bologna e diede impulso anche alla nascita del Corso di Laurea in Scienze della comunicazione. Nel 1980 il suo debutto letterario con 'Il nome della rosa' con cui raggiunse la fama mondiale. L’apice del successo arriva nel 1988 con la pubblicazione del ‘Pendolo di Foucault’. Ha maneggiato con intelligenza e ironia tutta l’eredita culturale occidentale.
Per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Umberto Eco era "un uomo libero, dotato di un profondo spirito critico e di grande passione civile", un "protagonista del dibattito intellettuale italiano e internazionale". "Osservatore acuto, disincantato, scrittore finissimo, anticipatore e sperimentatore di fenomeni e tendenze" - prosegue Mattarella - "si è sempre proiettato nella dimensione internazionale, lontano da ogni chiusura dogmatica o provinciale". Per il presidente del Consiglio Renzi, Umberto Eco è un "esempio straordinario di intellettuale europeo, univa una intelligenza unica del passato a una inesauribile capacità di anticipare il futuro".
Il poeta bolognese Davide Rondoni afferma, da parte sua, che “Umberto Eco è uno che ha provato a fare l’intellettuale enciclopedico, forse fuori tempo massimo, assomigliando all’avventura illuministica, cioè all’idea del luogo enciclopedico. Lascia sicuramente l’idea dell’ecclettismo, di un intellettuale che può parlare da Paperino a San Tommaso e con una certa facilità, una certa arguzia e una certa ironia. Forse lascia, purtroppo - dice - un’idea anche relativista del sapere e della cultura”. Sul rapporto di Eco con la fede, Rondoni aggiunge: “Come tutti quelli che dicono di aver abbandonato la fede, alla fine Dio rimane loro nel petto e negli occhi come grande problema, come grande questione... Nella seconda parte, la parte più nota della sua carriera, Umberto Eco, dopo aver abiurato la fede giovanile, ha cercato in tutti i modi di far fuori questo Dio scomodo, arrivando ad accusarlo – fino alla fine – di essere il responsabile delle peggiori efferatezze della storia. Di fatto, anche qui c’è lo strano paradosso di una classe intellettuale che ha costruito la sua carriera sulla negazione della verità, sulla possibilità della verità e la negazione di Dio e alla fine, probabilmente, ha interessato la gente proprio perché parlava di Dio”.
Nello stesso giorno della svcomparsa di Eco, si è spenta, all’età di 89 anni, anche la scrittrice statunitese Harper Lee. La Lee è stata resa celebre dal suo romanzo "Il buio oltre la siepe", storia di ingiustizia e razzismo ambientata negli anni '30 in una cittadina dell'Alabama, durante il periodo della segregazione razziale nel Sud degli Stati Uniti. Negli Usa, ma anche in altri Paesi, il testo costituisce lettura obbligatoria nelle scuole.
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