Il 19 febbraio l’Organismo de Evaluación y Fiscalización Ambiental (OEFA) dl Perù ha confermato che si era aperta una falla nell’Oleoducto Norperuano nel distretto di Pucará della provincia di Jaén, nel dipartimento amazzonico di Cajamarca.
GreenReport - Già da fine gennaio e inizio febbraio gli indios Achuar e gli ambientalisti avevano denunciato un grosso sversamento petrolifero nell’area della stación 8 dell’oleodotto Norperuano, il più grande del Perù, gestito da Petróleos del Perú (Petroperú), la compagnia petrolifera di stato. L’OEFA aveva però precisato che non si trattava di una rottura, ma di un incidente avvenuto durante le operazioni di manutenzione dell’oleodotto programmate da Petroperú «per la riparazione di anomalie che esistono nella condotta».
L’OEFA aveva quindi minimizzato e assicurato che stava lavorando per «identificare possibili impatti sull’ambiente che si producono durante le attività di manutenzione sviluppate dall’impresa, con la finalità di adottare i mezzi di prevenzione e mitigazione corrispondenti, salvaguardando così la protezione ambientale».
Una ricostruzione che fa a pugni con la realtà, visto che la rottura dell’oleodotto sarebbe stata provocata da una frana e che lo sversamento ha già inquinato i fiumi Chiriaco e Morona e provocato gravi danni a 8 comunità indigene Achuar. Potrebbe essere il più grande disastro ambientale della storia del Perù: l’oleodotto Norperuano ha vomitato nel cuore della foresta amazzonica peruviana almeno 3.000 barili di greggio (ma probabilmente sono molti di più), rendendo imbevibile l’acqua e alla fine il ministero dell’ambiente del Perù ha dovuto dichiarare lo stato di emergenza in cinque distretti vicino allo sversamento di greggio. Risultano colpite comunità indigene come quella di Mayuriaga , a 13 Km dalla stación 8, ma anche altre comunità molte o più a valle lungo i fiumi. Secondo le comunità Achuar. sarebero stati già inquinati 100 Km2 di territorio. Un disastro anche sociale, visto che gli Achuar sono molto legati all’acqua e che i loro mezzi di sussistenza dipendono quasi interamente dai fiumi.
Ora l’OEFA dice che Petroperù potrebbe dover pagare multe fino 60 milioni di soles (17 milioni di dollari), se verrà confermato che lo sversamento ha avuto impatti sulla salute della popolazione locale.
Gli Achuar sono sul piede di guerra e denunciano l’inerzia del governo di Lima che ha permesso che uno sversamento petrolifero più volte segnalato si trasformasse in un disastro ambientale di proporzioni ancora sconosciute. Come se niente fosse, il presidente di petroperù, German Velasquez, ha detto che ci vorrà «un po’di tempo» prima di riprendere le attività sull’Oleoducto Norperuano.
Petroperù raffina anche il greggio che trasporta l’oleodotto, ma negli ultimi mesi dalla pipelim ne amazzonica passavano dai 5.000 ai 6.000 barili in meno al giorno a causa del crollo del prezzo del petrolio.
Petroperù dice che sono state le forti piogge ad impedire che la rottura venisse sistemata celermente, poi un altro crollo ha permesso al petrolio di raggiungere i fiumi Chiriaco e Morona e di avvelenare la foresta degli Achuar e di spazzare via una biodiversità unica e preziosissima.
Inoltre è venuto fuori che c’è stato un altro grosso sversamento petrolifero il 25 gennaio e nella foresta amazzonica sono finiti almeno 2.000 barili di greggio.
Le immagini che arrivano dal Perù mostrano il terreno della giungla ricoperto di fango nero e gente al lavoro con i secchi per togliere il greggio dai fiumi.
Solo ora l’OEFA ammette che “E’ importante notare che le fuoriuscite … non sono casi isolati. emergenze simili sono emerse a seguito di difetti in sezioni della pipeline» e ha ordinato Petroperù di sostituire parti dell’oleodotto e di migliorare la manutenzione, ma da sempre indios e ambientalisti dicono che le attvità petrolifere e gli oleodotti sono incompatibili con l’ambiente amazzonico .
Di fronte a questo enorme disastro, Velasquez ha detto che la compagnie patrolifera sta conducendo una valutazione dell’oleodotto, costruito negli anni ’70, per prevenire eventuali fuoriuscite future, un’indagine che potrebbe richiedere fino a due mesi. Poi ha negato che Petroperù abbia pagato dei bambini indigeni, ma poi ha dovuto ammettere che ci sono 4 funzionari della compagnia petrolifera sospettati di aver reclutato minori e che uno di questi potrebbero aver consentito ai bambini di “bonificare” il greggio.
Ma gli Achuar e gli ambientalisti potrebbero subire una beffa crudele: Petroperù e Pacific, un’altra compagnia coinvolta nella marea nera amazzonica, hanno chiesto lo stato di forza maggiore , una clausola nei contratti che libera le parti contraenti da obblighi o responsabilità in seguito a un incidente o un evento inevitabile.
GreenReport - Già da fine gennaio e inizio febbraio gli indios Achuar e gli ambientalisti avevano denunciato un grosso sversamento petrolifero nell’area della stación 8 dell’oleodotto Norperuano, il più grande del Perù, gestito da Petróleos del Perú (Petroperú), la compagnia petrolifera di stato. L’OEFA aveva però precisato che non si trattava di una rottura, ma di un incidente avvenuto durante le operazioni di manutenzione dell’oleodotto programmate da Petroperú «per la riparazione di anomalie che esistono nella condotta».
L’OEFA aveva quindi minimizzato e assicurato che stava lavorando per «identificare possibili impatti sull’ambiente che si producono durante le attività di manutenzione sviluppate dall’impresa, con la finalità di adottare i mezzi di prevenzione e mitigazione corrispondenti, salvaguardando così la protezione ambientale».
Una ricostruzione che fa a pugni con la realtà, visto che la rottura dell’oleodotto sarebbe stata provocata da una frana e che lo sversamento ha già inquinato i fiumi Chiriaco e Morona e provocato gravi danni a 8 comunità indigene Achuar. Potrebbe essere il più grande disastro ambientale della storia del Perù: l’oleodotto Norperuano ha vomitato nel cuore della foresta amazzonica peruviana almeno 3.000 barili di greggio (ma probabilmente sono molti di più), rendendo imbevibile l’acqua e alla fine il ministero dell’ambiente del Perù ha dovuto dichiarare lo stato di emergenza in cinque distretti vicino allo sversamento di greggio. Risultano colpite comunità indigene come quella di Mayuriaga , a 13 Km dalla stación 8, ma anche altre comunità molte o più a valle lungo i fiumi. Secondo le comunità Achuar. sarebero stati già inquinati 100 Km2 di territorio. Un disastro anche sociale, visto che gli Achuar sono molto legati all’acqua e che i loro mezzi di sussistenza dipendono quasi interamente dai fiumi.
Ora l’OEFA dice che Petroperù potrebbe dover pagare multe fino 60 milioni di soles (17 milioni di dollari), se verrà confermato che lo sversamento ha avuto impatti sulla salute della popolazione locale.
Gli Achuar sono sul piede di guerra e denunciano l’inerzia del governo di Lima che ha permesso che uno sversamento petrolifero più volte segnalato si trasformasse in un disastro ambientale di proporzioni ancora sconosciute. Come se niente fosse, il presidente di petroperù, German Velasquez, ha detto che ci vorrà «un po’di tempo» prima di riprendere le attività sull’Oleoducto Norperuano.
Petroperù raffina anche il greggio che trasporta l’oleodotto, ma negli ultimi mesi dalla pipelim ne amazzonica passavano dai 5.000 ai 6.000 barili in meno al giorno a causa del crollo del prezzo del petrolio.
Petroperù dice che sono state le forti piogge ad impedire che la rottura venisse sistemata celermente, poi un altro crollo ha permesso al petrolio di raggiungere i fiumi Chiriaco e Morona e di avvelenare la foresta degli Achuar e di spazzare via una biodiversità unica e preziosissima.
Inoltre è venuto fuori che c’è stato un altro grosso sversamento petrolifero il 25 gennaio e nella foresta amazzonica sono finiti almeno 2.000 barili di greggio.
Le immagini che arrivano dal Perù mostrano il terreno della giungla ricoperto di fango nero e gente al lavoro con i secchi per togliere il greggio dai fiumi.
Solo ora l’OEFA ammette che “E’ importante notare che le fuoriuscite … non sono casi isolati. emergenze simili sono emerse a seguito di difetti in sezioni della pipeline» e ha ordinato Petroperù di sostituire parti dell’oleodotto e di migliorare la manutenzione, ma da sempre indios e ambientalisti dicono che le attvità petrolifere e gli oleodotti sono incompatibili con l’ambiente amazzonico .
Di fronte a questo enorme disastro, Velasquez ha detto che la compagnie patrolifera sta conducendo una valutazione dell’oleodotto, costruito negli anni ’70, per prevenire eventuali fuoriuscite future, un’indagine che potrebbe richiedere fino a due mesi. Poi ha negato che Petroperù abbia pagato dei bambini indigeni, ma poi ha dovuto ammettere che ci sono 4 funzionari della compagnia petrolifera sospettati di aver reclutato minori e che uno di questi potrebbero aver consentito ai bambini di “bonificare” il greggio.
Ma gli Achuar e gli ambientalisti potrebbero subire una beffa crudele: Petroperù e Pacific, un’altra compagnia coinvolta nella marea nera amazzonica, hanno chiesto lo stato di forza maggiore , una clausola nei contratti che libera le parti contraenti da obblighi o responsabilità in seguito a un incidente o un evento inevitabile.
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