Le risorse naturali presenti nello spazio, secondo un trattato firmato nel 1967, sono di proprietà di tutto il genere umano. Eppure, c’è qualcuno che si sta già muovendo per estrarre metalli preziosi dagli asteroidi, che orbitano non troppo distanti dalla Terra.
di Alberto Battaglia
Londra (WSI) - Il Lussemburgo, infatti, ha appena lanciato un progetto che, sfruttando alcune tecnologie di cui già si dispone su larga scala, potrebbe rendere “milioni di miliardi”. A fare questa stima è Jean-Jacques Dordain, direttore generale dell’Agenzia spaziale europea: Sono convinto che ci sia un grande potenziale scientifico e economico nella visione del Lussemburgo. Sappiamo già come arrivare sugli asteroidi, come trivellarli e come riportare campioni sulla Terra.
Questi “oggetti vicini alla Terra”, Neos, come vengono chiamati in gergo, sono molto più ricchi di metalli di quanto si possa immaginare: ferro, nichel e tungsteno ad esempio sono più reperibili poiché sul nostro pianeta tali metalli pesanti tendono a concentrarsi nel nucleo, lontano dalla crosta esterna. Deep Space Industries e Planetary Resources sono già al lavoro nella prima fase, quella di studio, per le future estrazioni: al momento si stanno individuando gli asteroidi più promettenti.
Per quanto sembri uno scenario futuristico, i maggiori problemi potrebbero essere non di carattere tecnico, bensì legale: quel trattato del ’67, secondo il parere di alcuni esperti, è già stato violato quando l’anno scorso gli Stati Uniti hanno approvato lo Space Act del 2015, che, fra le altre cose, consente proprio lo sfruttamento privato delle risorse reperite nello spazio.
Fonte: Financial Times
di Alberto Battaglia
Londra (WSI) - Il Lussemburgo, infatti, ha appena lanciato un progetto che, sfruttando alcune tecnologie di cui già si dispone su larga scala, potrebbe rendere “milioni di miliardi”. A fare questa stima è Jean-Jacques Dordain, direttore generale dell’Agenzia spaziale europea: Sono convinto che ci sia un grande potenziale scientifico e economico nella visione del Lussemburgo. Sappiamo già come arrivare sugli asteroidi, come trivellarli e come riportare campioni sulla Terra.
Questi “oggetti vicini alla Terra”, Neos, come vengono chiamati in gergo, sono molto più ricchi di metalli di quanto si possa immaginare: ferro, nichel e tungsteno ad esempio sono più reperibili poiché sul nostro pianeta tali metalli pesanti tendono a concentrarsi nel nucleo, lontano dalla crosta esterna. Deep Space Industries e Planetary Resources sono già al lavoro nella prima fase, quella di studio, per le future estrazioni: al momento si stanno individuando gli asteroidi più promettenti.
Per quanto sembri uno scenario futuristico, i maggiori problemi potrebbero essere non di carattere tecnico, bensì legale: quel trattato del ’67, secondo il parere di alcuni esperti, è già stato violato quando l’anno scorso gli Stati Uniti hanno approvato lo Space Act del 2015, che, fra le altre cose, consente proprio lo sfruttamento privato delle risorse reperite nello spazio.
Fonte: Financial Times
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