L’estremismo islamico ha compito di nuovo, tragicamente, anche in Nigeria. Ieri è stata diffusa la notizia di un nuovo sanguinoso attacco dei famigerati Boko Haram con quasi cento morti. Ce ne parla Giulio Albanese: ascolta
Radio Vaticana - L’attacco è avvenuto nel villaggio di Dalori, 12 chilometri da Maiduguri, capitale del tormentato Stato del Borno, nella tarda serata di sabato. I miliziani indossavano uniformi militari e sono penetrati nel centro abitato a bordo di auto e motociclette. Per circa 4 ore questi fanatici hanno seminato morte e distruzione: inizialmente, utilizzando armi ed esplosivi, quindi hanno dato alle fiamme le abitazioni. Alcuni di loro si sono dati anche alla caccia dei civili, sgozzando molti di loro all’arma bianca. Testimoni hanno riferito che alcuni abitanti, tra i quali diversi bambini, sono bruciati vivi nel gigantesco rogo che ha letteralmente avvolto il villaggio. Come se non bastasse, mentre la gente, disperata, tentava di fuggire, tre attentatrici suicide si sono fatte esplodere, tra la folla. Insomma un vero e proprio inferno di dolore, causato anche dalla latitanza delle forze di sicurezza nigeriane incapaci di garantire l’incolumità dei civili.
Radio Vaticana - L’attacco è avvenuto nel villaggio di Dalori, 12 chilometri da Maiduguri, capitale del tormentato Stato del Borno, nella tarda serata di sabato. I miliziani indossavano uniformi militari e sono penetrati nel centro abitato a bordo di auto e motociclette. Per circa 4 ore questi fanatici hanno seminato morte e distruzione: inizialmente, utilizzando armi ed esplosivi, quindi hanno dato alle fiamme le abitazioni. Alcuni di loro si sono dati anche alla caccia dei civili, sgozzando molti di loro all’arma bianca. Testimoni hanno riferito che alcuni abitanti, tra i quali diversi bambini, sono bruciati vivi nel gigantesco rogo che ha letteralmente avvolto il villaggio. Come se non bastasse, mentre la gente, disperata, tentava di fuggire, tre attentatrici suicide si sono fatte esplodere, tra la folla. Insomma un vero e proprio inferno di dolore, causato anche dalla latitanza delle forze di sicurezza nigeriane incapaci di garantire l’incolumità dei civili.
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