lunedì, febbraio 15, 2016
L’Organismo guidato dal cardinale Sean O’Malley dopo le dichiarazioni di monsignor Anatrella: c’è «responsabilità morale ed etica» di segnalare i presunti crimini

di Iacopo Scaramuzzi 

Città del Vaticano (Vatican Insider) - C'è la «responsabilità morale ed etica di denunciare gli abusi presunti», compiuti da sacerdoti su minori, «alle autorità civili»: lo puntualizza la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, guidata dal cardinale statunitense Sean O'Malley, dopo che nei giorni scorsi la stampa anglofona aveva dato risalto alle dichiarazioni di un esponente vaticano secondo il quale – è stato il titolo che ne ha tratto per esempio il britannico Guardian – per il «Vaticano», i vescovi cattolici «non sono obbligati a denunciare gli abusi del clero sui bambini».

La Santa Sede ha diramato oggi una «dichiarazione» scritta dal cardinale Seán O’Malley insieme agli altri membri, «che riguarda l'obbligo di segnalare sospetti abusi sessuali alle autorità civili».

«Come papa Francesco ha così chiaramente affermato» lo scorso 27 settembre, si legge nel testo: «I crimini e i peccati degli abusi sessuali sui bambini non devono essere tenuti segreti mai più. Garantisco la zelante vigilanza della Chiesa per proteggere i bambini e la promessa della piena responsabilità per tutti». La dichiarazione prosegue: «Noi, il Presidente e gli altri Membri della Commissione, desideriamo affermare che i nostri obblighi ai sensi del diritto civile devono essere rispettati, certamente, ma anche al di là di tali vincoli, abbiamo tutti la responsabilità morale ed etica di denunciare gli abusi presunti alle autorità civili che hanno il compito di proteggere la nostra società». Prosegue la dichiarazione del Cardinale O’Malley, «negli Stati Uniti, la Charter dei nostri Vescovi afferma chiaramente l'obbligo per tutte le diocesi/eparchie e per tutto il personale di denunciare i sospetti abusi alle autorità pubbliche. Ogni anno presso la nostra riunione di novembre, in una sessione di formazione per i nuovi vescovi, questo obbligo è ribadito, e durante ogni mese di febbraio la seconda Conferenza propone un programma di formazione per i nuovi vescovi che ribadisce in modo chiaro ed esplicito questo obbligo. Come Commissione consultiva del Santo Padre per la Tutela dei Minori, abbiamo recentemente condiviso con papa Francesco una panoramica estesa delle iniziative di educazione della Commissione per le Chiese locali nel corso degli ultimi due anni, e ribadito la volontà dei membri di fornire materiali per i corsi offerti in Roma, compreso tra gli altri il programma annuale di formazione per nuovi vescovi e per gli uffici della Curia romana affinché possano utilizzarli nei loro sforzi per la protezione dei minori».

In merito ad alcuni articoli che ipotizzavano nuove «guidelines», o addirittura un nuovo documento vaticano, in materia di abusi sessuali da parte di membri del clero, era già intervenuto nei giorni scorsi padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana: l’articolo del Guardian e altri articoli usciti in quei giorni negli stessi giorni «si riferiscono a una relazione fatta da monsignor Tony Anatrella sul tema: “La relation pastorale, l’équilibre de la vie affective des pretres, et problèmes de déviances” pubblicata nel volume collettivo “Testimoni del Risorto. Atti del corso annuale di formazione per i nuovi Vescovi”», ricapitolava Lombardi, ricordando inoltre che il corso «è organizzato dalla Congregazione dei Vescovi ogni anno, questi sono gli atti del corso del 2015». Anatrella, proseguiva il Gesuita, «è un esperto in psichiatria e psicologia e sui problemi della famiglia, ecc. Non si tratta quindi in alcun modo - come erroneamente qualcuno ha interpretato - di un nuovo documento vaticano o di una nuova istruzione o di nuove “guidelines” per i vescovi, ma di una conferenza di un esperto, pubblicata insieme a diverse altre su diversi argomenti. Anatrella non dice nulla di nuovo o di diverso da quanto detto finora dalle competenti istituzioni ecclesiastiche». La Commissione è stata protagonista, nel corso dell’ultima riunione avvenuta nei giorni scorsi, quando ha deciso l’uscita di uno dei suoi membri, il britannico Peter Saunders, ex vittima di abusi sessuali. Sul tema è intervenuta, con una presa di posizione sul National Catholic Reporter, un altro membro della Commissione, l’irlandese Marie Collins, a sua volta sopravvissuta ad abusi sessuali di un sacerdote quando era bambina.


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