martedì, febbraio 23, 2016
Il governo siriano afferma di accettare la proposta russo-americana di cessate il fuoco.  

Radio Vaticana - Lo annuncia il ministero degli Esteri di Damasco in un comunicato, specificando tuttavia che le autorita' continueranno a combattere non solo contro l'Is e il Fronte al Nusra ma "anche contro gli altri gruppi terroristi". Il governo siriano considera "terroristi" tutti i gruppi armati delle opposizioni. Il cessate il fuoco, concordato da Obama e Putin, dovrebbe entrare in vigore dalla mezzanotte di sabato 27 febbraio.

Intanto il presidente Assad ha fissato per il 13 aprile le prossime elezioni legislative. Il servizio di Marco Guerra: ascolta

"Questa è un'opportunità reale per fermare lo spargimento di sangue", ha commentato il presidente russo Vladimir Putin dopo averne parlato al telefono con il leader Usa Barack Obama. Mosca si è quindi impegnata a condurre quello che ha definito "il lavoro necessario" con il governo di Damasco, e gli americani faranno lo stesso con le opposizioni. A vigilare sul implementazione dell’intesa sarà una task-force creata dall’inviato speciale dell'Onu, Staffan de Mistura. E per monitorare il rispetto della tregua, Mosca e Washington stabiliranno una "linea diretta di comunicazione per scambiare informazioni importanti". Il cessate il fuoco non riguarderà lo Stato islamico e il Fronte al Nusra, riconosciuti come organizzazioni terroristiche contro le quali sarà lecito continuare a combattere. "I raid russi contro gli obiettivi terroristici - ha messo in chiaro Putin - proseguono". Intanto, Assad apre a nuove elezioni legislative, fissando, con un decreto, la data del voto il 13 aprile prossimo. Sul piano reginale si registrano le reazioni di Teheran che ammonisce: “La tregua va discussa e comunque non deve avvantaggiare i terroristi”. ‘Si’ alla tregua dalla Turchia, che poche ore prima si era detta favorevole ad operazioni di terra da parte della coalizione. E dal terreno infine la buona notizia del rilascio degli ultimi 43 cristiani assiri, ancora nelle mani dell'Is, dei 230 presi in ostaggio un anno fa nel nord-est.


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