Un iceberg grande quanto il Lussemburgo impedisce ai pinguini di Adelia di raggiungere il mare aperto.
GreenReport - Secondo lo studio “The impact of the giant iceberg B09B on population size and breeding success of Adélie penguins in Commonwealth Bay, Antarctica” In Antartide sono moti circa 150.000 pinguini sono morti in Antartide dopo che un enorme iceberg ha impedito loro l’accesso al mare, costringendoli a camminare decine di chilometri per raggiungere l’oceano.
Il team di ricercatori neozelandesi del West Coast Penguin Trust, e australiani dell’università del New South Wales che hanno pubblicato lo studo su Antarctic Science sottolineano che Cape Denison, nell’ Antartide orientale, è noto per ospitare una colonia di decine di migliaia di pinguini di Adelia (Pygoscelis adeliae) che nidiv ficavano poco lontani dal mare e prosperavano pescando in mare aperto, facilmente raggiungibile attraversando il ghiaccio galleggiante. Ma la loro placida esistenza è cambiata drasticamente quando è arrivato un iceberg grande quanto il Lussemburgo. Una montagna di ghiaccio, che è stata chiamata B09B, che ha ostruito la Commonwealth Bay, arenandosi proprio di fronte alla colonia di pinguini di alla fine del 2010. Da allora, ha prodotto ghiaccio marino galleggiante sempre più vicino alla costa, intasando tutte le “strade” verso il mare aperto dove i pinguini si rimpinzano di krill.
Utilizzando immagini satellitari, i ricercatori neozelandesi e australiani hanno scoperto che, per trovare il cibo, i pinguini devono camminare per più di 60 chilometri per arrivare al mare. Un pendolarismo troppo lungo per i piccoli pinguini di Adelia che sta decimando la popolazione della colonia: nel 2011, la popolazione dei pinguini di Adelia di Cape Denison si è ridotta da 160.000 esemplari ad appena 10.000 e, secondo gli scienziati, la colonia di Cape Denison potrebbe scomparire del tutto entro 20 anni, a meno che non cambi qualcosa. In altre parole, i pinguini di Adelia si salveranno solo se l’iceberg di 100 Km2 si allontanerà dalla Commonwealth Bay, oppure se il ghiaccio marino si scioglierà.
I ricercatori hanno censito la popolazione dei pinguini di Adelia all’interno dell’Australasian Antarctic Expedition del 2013 – 2014 e dicono che ci sono almeno 5.500 coppie nidificanti a Cape Denison. Ma nello studio sottolineano che l’impatto dell’iceberg sulla colonia è stato «più terribile rispetto a quel che suggeriscono i soli numeri del censimento».
I ricercatori hanno anche studiato un’altra colonia di pinguini di Adelia che nidifica sul confine orientale della Commonwealth Bay, a 8 km dal mare aperto e, a differenza dei loro simili di Cape Denison questa colonia è fiorente.
Yvon Le Maho, direttore del Centro Nazionale della Ricerca Scientifica dell’Università di Strasburgo, in Francia. Ha detto a Deutsche Welle che «La diminuzione del numero di pinguini dopo un cambiamento così drammatico del paesaggio non è stata una sorpresa» e che è possibilissimo che alcuni pinguini si siano semplicemente temporaneamente allontanati. «Si tratta di un adattamento chiave degli uccelli marini antartici. Rimangono dove sono quando l’allevamento ha successo, e non appena non ci riescono per uno o due anni di fila, si allontanano per iniziare in un altro posto». Ma anche la Maho detto che «La colonia di Cape Denison deve essere attentamente monitorata e e sarebbe interessante per cercare in altre località vicine per vedere se alcuni degli uccelli si siano riprodotti lì».
La principale autrice dello studio, Kerry-Jayne Wilson, del West Coast Penguin Trust, ha detto: «E’ straziante vedere come sono stati colpiti i pinguini». Si su Antarctic Science i ricercatori descrivono «centinaia di uova abbandonate» e il terreno disseminato di carcasse “liofilizzate” di pulcini appartenenti alla precedente stagione di cova».
La colonia di pinguini a Cape Denison venne documentata un secolo fa dall’esploratore australiano Sir Douglas Mawson che la descrisse come «il luogo più ventoso sulla terra» e sovrastato dagli ’assordanti rtichiami rauchi di decine di migliaia di pinguini. «Ora è stranamente silenzioso – dice al Sydney Morning Heralde l’australiano Chris Turney, che ha guidato la spedizione 2013 – Quelli che abbiamo visto a Cape Denison erano incredibilmente docile, letargici, quasi ignari della nostra esistenza. Quelli che sopravvivono sono chiaramente in difficoltà. Possono a malapena a sopravvivere loro stessi, non si può sperare nella prossima generazione».
I ricercatori sono convinti che i risultati della spedizione Australasian avranno importanti implicazioni per l’intera Antartide orientale, se l’attuale tendenza di aumento del ghiaccio marino dovesse continuare.
«Mentre il pianeta si riscalda, si sta avendo un maggiore scioglimento dei ghiacci – conclude Turney – La realtà è che più iceberg verranno rilasciati in ‘Antartide e solo se pochi di loro finiranno lungo la costa, renderanno più lunghe di quanto lo siano mai state le distanze da percorrere per alcune di queste colonie».
Fino a che sarà così, i tentativi di riprodursi nella Commonwealth Bay da parte dei pinguini di Adelia probabilmente sono destinati a fallire.
GreenReport - Secondo lo studio “The impact of the giant iceberg B09B on population size and breeding success of Adélie penguins in Commonwealth Bay, Antarctica” In Antartide sono moti circa 150.000 pinguini sono morti in Antartide dopo che un enorme iceberg ha impedito loro l’accesso al mare, costringendoli a camminare decine di chilometri per raggiungere l’oceano.
Il team di ricercatori neozelandesi del West Coast Penguin Trust, e australiani dell’università del New South Wales che hanno pubblicato lo studo su Antarctic Science sottolineano che Cape Denison, nell’ Antartide orientale, è noto per ospitare una colonia di decine di migliaia di pinguini di Adelia (Pygoscelis adeliae) che nidiv ficavano poco lontani dal mare e prosperavano pescando in mare aperto, facilmente raggiungibile attraversando il ghiaccio galleggiante. Ma la loro placida esistenza è cambiata drasticamente quando è arrivato un iceberg grande quanto il Lussemburgo. Una montagna di ghiaccio, che è stata chiamata B09B, che ha ostruito la Commonwealth Bay, arenandosi proprio di fronte alla colonia di pinguini di alla fine del 2010. Da allora, ha prodotto ghiaccio marino galleggiante sempre più vicino alla costa, intasando tutte le “strade” verso il mare aperto dove i pinguini si rimpinzano di krill.
Utilizzando immagini satellitari, i ricercatori neozelandesi e australiani hanno scoperto che, per trovare il cibo, i pinguini devono camminare per più di 60 chilometri per arrivare al mare. Un pendolarismo troppo lungo per i piccoli pinguini di Adelia che sta decimando la popolazione della colonia: nel 2011, la popolazione dei pinguini di Adelia di Cape Denison si è ridotta da 160.000 esemplari ad appena 10.000 e, secondo gli scienziati, la colonia di Cape Denison potrebbe scomparire del tutto entro 20 anni, a meno che non cambi qualcosa. In altre parole, i pinguini di Adelia si salveranno solo se l’iceberg di 100 Km2 si allontanerà dalla Commonwealth Bay, oppure se il ghiaccio marino si scioglierà.
I ricercatori hanno censito la popolazione dei pinguini di Adelia all’interno dell’Australasian Antarctic Expedition del 2013 – 2014 e dicono che ci sono almeno 5.500 coppie nidificanti a Cape Denison. Ma nello studio sottolineano che l’impatto dell’iceberg sulla colonia è stato «più terribile rispetto a quel che suggeriscono i soli numeri del censimento».
I ricercatori hanno anche studiato un’altra colonia di pinguini di Adelia che nidifica sul confine orientale della Commonwealth Bay, a 8 km dal mare aperto e, a differenza dei loro simili di Cape Denison questa colonia è fiorente.
Yvon Le Maho, direttore del Centro Nazionale della Ricerca Scientifica dell’Università di Strasburgo, in Francia. Ha detto a Deutsche Welle che «La diminuzione del numero di pinguini dopo un cambiamento così drammatico del paesaggio non è stata una sorpresa» e che è possibilissimo che alcuni pinguini si siano semplicemente temporaneamente allontanati. «Si tratta di un adattamento chiave degli uccelli marini antartici. Rimangono dove sono quando l’allevamento ha successo, e non appena non ci riescono per uno o due anni di fila, si allontanano per iniziare in un altro posto». Ma anche la Maho detto che «La colonia di Cape Denison deve essere attentamente monitorata e e sarebbe interessante per cercare in altre località vicine per vedere se alcuni degli uccelli si siano riprodotti lì».
La principale autrice dello studio, Kerry-Jayne Wilson, del West Coast Penguin Trust, ha detto: «E’ straziante vedere come sono stati colpiti i pinguini». Si su Antarctic Science i ricercatori descrivono «centinaia di uova abbandonate» e il terreno disseminato di carcasse “liofilizzate” di pulcini appartenenti alla precedente stagione di cova».
La colonia di pinguini a Cape Denison venne documentata un secolo fa dall’esploratore australiano Sir Douglas Mawson che la descrisse come «il luogo più ventoso sulla terra» e sovrastato dagli ’assordanti rtichiami rauchi di decine di migliaia di pinguini. «Ora è stranamente silenzioso – dice al Sydney Morning Heralde l’australiano Chris Turney, che ha guidato la spedizione 2013 – Quelli che abbiamo visto a Cape Denison erano incredibilmente docile, letargici, quasi ignari della nostra esistenza. Quelli che sopravvivono sono chiaramente in difficoltà. Possono a malapena a sopravvivere loro stessi, non si può sperare nella prossima generazione».
I ricercatori sono convinti che i risultati della spedizione Australasian avranno importanti implicazioni per l’intera Antartide orientale, se l’attuale tendenza di aumento del ghiaccio marino dovesse continuare.
«Mentre il pianeta si riscalda, si sta avendo un maggiore scioglimento dei ghiacci – conclude Turney – La realtà è che più iceberg verranno rilasciati in ‘Antartide e solo se pochi di loro finiranno lungo la costa, renderanno più lunghe di quanto lo siano mai state le distanze da percorrere per alcune di queste colonie».
Fino a che sarà così, i tentativi di riprodursi nella Commonwealth Bay da parte dei pinguini di Adelia probabilmente sono destinati a fallire.
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