Un cerotto super tecnologico è capace di sostituire le cellule danneggiate del cuore e di comunicare al medico le condizioni dell’organo.
di Paolo Antonio Magrì
Un’invenzione realizzata dall’Università di Tel Aviv potrebbe aprire nuove e insperate strade nella cura dell’insufficienza cardiaca, diminuendo sensibilmente i casi in cui è necessario il ricorso al trapianto. Un cerotto “bionico” e super tecnologico creato dagli scienziati israeliani sarebbe in grado di rigenerare i tessuti danneggiati dall’evento cardiaco. La striscia inventata è composta da cellule e speciali materiali biocompatibili, oltre che da una serie di chip in grado di rilevare malfunzionamenti dell’organo cardiaco e comunicare dati al medico in tempo reale, così da consentire a quest’ultimo di comandare da remoto il rilascio dei farmaci necessari.
La “sostituzione” delle cellule cardiache rappresenta la novità maggiore di questo particolare dispositivo, capace di ridare all’organo il normale funzionamento anche dopo un grave attacco di cuore. La graduale rigenerazione del tessuto cardiaco danneggiato sarebbe stimolata e garantita dal rilascio di farmaci e impulsi gestiti dal “super cerotto”. Le prospettive future della ricerca - pubblicata sulla rivista Nature Materials - sono ancora più ambiziose: questa tecnologia potrebbe funzionare in modo autonomo, monitorando le condizioni di salute del paziente e somministrando “in proprio” la corretta terapia realtime.
"Con questo cerotto cardiaco abbiamo integrato elettronica e tessuto vivente", ha spiegato Tal Dvir, leader del team di ricerca. "Sembra fantascienza - ha aggiunto - ma è già realtà, e ci aspettiamo che questa invenzione consenta un enorme avanzamento della ricerca in campo cardiologico".
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Un’invenzione realizzata dall’Università di Tel Aviv potrebbe aprire nuove e insperate strade nella cura dell’insufficienza cardiaca, diminuendo sensibilmente i casi in cui è necessario il ricorso al trapianto. Un cerotto “bionico” e super tecnologico creato dagli scienziati israeliani sarebbe in grado di rigenerare i tessuti danneggiati dall’evento cardiaco. La striscia inventata è composta da cellule e speciali materiali biocompatibili, oltre che da una serie di chip in grado di rilevare malfunzionamenti dell’organo cardiaco e comunicare dati al medico in tempo reale, così da consentire a quest’ultimo di comandare da remoto il rilascio dei farmaci necessari.
La “sostituzione” delle cellule cardiache rappresenta la novità maggiore di questo particolare dispositivo, capace di ridare all’organo il normale funzionamento anche dopo un grave attacco di cuore. La graduale rigenerazione del tessuto cardiaco danneggiato sarebbe stimolata e garantita dal rilascio di farmaci e impulsi gestiti dal “super cerotto”. Le prospettive future della ricerca - pubblicata sulla rivista Nature Materials - sono ancora più ambiziose: questa tecnologia potrebbe funzionare in modo autonomo, monitorando le condizioni di salute del paziente e somministrando “in proprio” la corretta terapia realtime.
"Con questo cerotto cardiaco abbiamo integrato elettronica e tessuto vivente", ha spiegato Tal Dvir, leader del team di ricerca. "Sembra fantascienza - ha aggiunto - ma è già realtà, e ci aspettiamo che questa invenzione consenta un enorme avanzamento della ricerca in campo cardiologico".
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