Un team di astrofisici dell’Università di York ha osservato attorno a un buco nero supermassiccio la corrente ventosa più rapida mai misurata prima.
di Paolo Antonio Magrì
Raggiunge oltre 200 milioni di chilometri all’ora – il 20% della velocità della luce – ed è il vento “spaziale” più vorticoso e potente mai registrato in precedenza. È stato osservato agli ultravioletti da un gruppo di astrofisici dell’Università di York, che ha scoperto – lo studio è stato pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society – la corrente più rapida mai misurataattorno a un buco nero supermassiccio. Volendo avere dei riferimenti “terrestri”, si può paragonare ad un uragano di categoria 77 (Katrina, uno tra gli uragani più devastanti della storia degli Stati Uniti, era di categoria 5).
Per la loro indagine, gli scienziati newyorkesi hanno utilizzato i dati provenienti dallo Sloan Digital Sky Survey – la più dettagliata mappa 3D dell’Universo oggi esistente – e, dopo avere selezionato in campione di un centinaio di quasar su 300 osservati, si sono serviti dei telescopi gemelli dell’Osservatorio Gemini (nelle Hawaii e in Cile).
“I buchi neri – spiega Patrick Hall dell’Università di York – possono avere una massa che è miliardi di volte più grande del Sole. Questo perché sono ‘mangiatori’ di materia, che catturano qualunque oggetto arrivi loro troppo vicino. Parte di questa materia forma una spirale attorno al buco nero, che viene soffiata via dal calore e dalla luce del quasar: ecco il vento che abbiamo misurato”.
“Non solo abbiamo confermato il vento più veloce mai osservato nell’ultravioletto – prosegue Hall – ma abbiamo anche scoperto un ‘nuovo’ vento nello stesso quasar che si muove più lentamente, a circa 140 milioni di chilometri all’ora, mentre sospettiamo ne esista un altro ancora più rapido. Continueremo a tenerlo d’occhio per capire meglio il motivo di questi flussi ventosi”.
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Raggiunge oltre 200 milioni di chilometri all’ora – il 20% della velocità della luce – ed è il vento “spaziale” più vorticoso e potente mai registrato in precedenza. È stato osservato agli ultravioletti da un gruppo di astrofisici dell’Università di York, che ha scoperto – lo studio è stato pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society – la corrente più rapida mai misurataattorno a un buco nero supermassiccio. Volendo avere dei riferimenti “terrestri”, si può paragonare ad un uragano di categoria 77 (Katrina, uno tra gli uragani più devastanti della storia degli Stati Uniti, era di categoria 5).
Per la loro indagine, gli scienziati newyorkesi hanno utilizzato i dati provenienti dallo Sloan Digital Sky Survey – la più dettagliata mappa 3D dell’Universo oggi esistente – e, dopo avere selezionato in campione di un centinaio di quasar su 300 osservati, si sono serviti dei telescopi gemelli dell’Osservatorio Gemini (nelle Hawaii e in Cile).
“I buchi neri – spiega Patrick Hall dell’Università di York – possono avere una massa che è miliardi di volte più grande del Sole. Questo perché sono ‘mangiatori’ di materia, che catturano qualunque oggetto arrivi loro troppo vicino. Parte di questa materia forma una spirale attorno al buco nero, che viene soffiata via dal calore e dalla luce del quasar: ecco il vento che abbiamo misurato”.
“Non solo abbiamo confermato il vento più veloce mai osservato nell’ultravioletto – prosegue Hall – ma abbiamo anche scoperto un ‘nuovo’ vento nello stesso quasar che si muove più lentamente, a circa 140 milioni di chilometri all’ora, mentre sospettiamo ne esista un altro ancora più rapido. Continueremo a tenerlo d’occhio per capire meglio il motivo di questi flussi ventosi”.
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