Da Piazza San Pietro, dopo la Santa Messa domenicale, il Pontefice impartisce a tutti la sua quarta benedizione dalla loggia centrale della Basilica vaticana.
Fedeli accorsi da diverse parti del globo per ricevere la benedizione pasquale del Successore di Pietro. Nel giorno in cui Cristo ha sconfitto il potere delle tenebre, il Santo Padre ha anche concesso l'indulgenza plenaria nella forma stabilita dalla Chiesa. Nel suo discorso che ha preceduto la benedizione, un pensiero per le tante ferite che lacerano l'umanità, attraverso lotte fratricide o in nome di Dio.Dichiara il Vicario di Cristo: “Gesù Cristo è morto per amore, è morto sulla croce e per amore è risorto. Possiamo confidare totalmente in lui perché per noi è disceso fino in fondo all'abisso.
Di fronte ai vuoti che si aprono nei cuori e che provocato odio e morte, solo Dio può riempire con il suo amore tali vuoti, tali abissi. L'annuncio gioioso della Pasqua ci offre la consolante certezza che l'abisso della morte è stato varcato e con esso il lutto, il lamento e la fame. Il peso e la vergogna di una morte infame ci rende partecipi di una vita immortale. Ci offre uno sguardo verso gli emarginati, verso le vittime delle angherie umane.
Le cronache giornaliere si riempiono di efferate notizie che non di rado si consumano tra le mura domestiche o su larga scala. Cristo risorto indica sentieri di speranza alla cara Siria, paese dilaniato da un lungo conflitto”.
La morte e il disprezzo del diritto umanitario in tali luoghi meritano una riflessione; ecco perché Francesco affida “al Signore i colloqui in corso, perché con la collaborazione di tutti si possa avviare una discussione che dia diritti a tutti i cittadini”.
Nelle zone del Mediterraneo e del Medio Oriente, un pensiero va all'Iraq, cosi come alla Terra Santa, affinché possa germogliare “la convivenza tra israeliani e palestinesi, per una pace giusta e duratura tramite un negoziato diretto e sincero”.
Continua il Pontefice: “Un pensiero sulla guerra in Ucraina, specialmente per la liberazione delle persone detenute. In questa festa la nostra vicinanza va alle vittime del Terrorismo, in diverse parti del mondo , come in Belgio, Turchia, Nigeria, Costa d'Avorio e Iraq”.
Papa Bergoglio auspica negoziati di pace anche per il continente africano: “Prospettive di pace per il Burundi, il Mozambico provate da tensioni politiche e sociali. La porta della misericordia spalancata per tutti, ci proietti anche sul popolo Venezuelano, affinché si possa lavorare in vista del bene comune.”
E ancora: “Ovunque ci si adoperi per favorire la cultura del rispetto reciproco, là c'è la ricerca di un futuro migliore. In fuga dalla guerra, un ricordo ai tanti rifugiati, ai migranti, specie ai bambini, che devono sopportare la vergogna e il rifiuto di un aiuto. Non tralasciamo i più vulnerabili, perseguitati per motivi etnici e religiosi”.
Non si tralasciano neanche i problemi ecologici, spesso relegati in secondo piano in nome dello sfruttamento selvaggio della Terra. Di fatto ammonisce dicendo che: “In questo giorno glorioso pensiamo agli equilibri della natura, a quelle aree colpite dagli effetti dei cambiamenti climatici, con conseguenti crisi alimentari in diverse parti del pianeta.
Infine un rimando “ai fratelli perseguitati per la fede in nome di Cristo; riascoltiamo la consolante parola del Signore: Non abbiate paura, io ho vinto il mondo. Cristo in questo giorno ha calpestato la morte facendoci passare dalla schiavitù alla redenzione”.
A quanti nelle nostre società hanno perso il gusto di vivere, agli anziani, ai giovani, a tutti il Santo Padre rimanda ancora una volta alle parole del risorto: “Ecco io faccio nuove tutte le cose”. Un rassicurante messaggio di Gesù per ripartire con più coraggio e per costruire “strade di riconciliazione con Dio e con i fratelli”.
A conclusione, Francesco augura a tutti i presenti e chi in ascolto tramite la radio, la televisione o il Web, una esortazione alla misericordia, ringraziando tutti per la gioia e la speranza del Cristo risorto.
di Dario Cataldo
Fedeli accorsi da diverse parti del globo per ricevere la benedizione pasquale del Successore di Pietro. Nel giorno in cui Cristo ha sconfitto il potere delle tenebre, il Santo Padre ha anche concesso l'indulgenza plenaria nella forma stabilita dalla Chiesa. Nel suo discorso che ha preceduto la benedizione, un pensiero per le tante ferite che lacerano l'umanità, attraverso lotte fratricide o in nome di Dio.Dichiara il Vicario di Cristo: “Gesù Cristo è morto per amore, è morto sulla croce e per amore è risorto. Possiamo confidare totalmente in lui perché per noi è disceso fino in fondo all'abisso.
Di fronte ai vuoti che si aprono nei cuori e che provocato odio e morte, solo Dio può riempire con il suo amore tali vuoti, tali abissi. L'annuncio gioioso della Pasqua ci offre la consolante certezza che l'abisso della morte è stato varcato e con esso il lutto, il lamento e la fame. Il peso e la vergogna di una morte infame ci rende partecipi di una vita immortale. Ci offre uno sguardo verso gli emarginati, verso le vittime delle angherie umane.
Le cronache giornaliere si riempiono di efferate notizie che non di rado si consumano tra le mura domestiche o su larga scala. Cristo risorto indica sentieri di speranza alla cara Siria, paese dilaniato da un lungo conflitto”.
La morte e il disprezzo del diritto umanitario in tali luoghi meritano una riflessione; ecco perché Francesco affida “al Signore i colloqui in corso, perché con la collaborazione di tutti si possa avviare una discussione che dia diritti a tutti i cittadini”.
Nelle zone del Mediterraneo e del Medio Oriente, un pensiero va all'Iraq, cosi come alla Terra Santa, affinché possa germogliare “la convivenza tra israeliani e palestinesi, per una pace giusta e duratura tramite un negoziato diretto e sincero”.
Continua il Pontefice: “Un pensiero sulla guerra in Ucraina, specialmente per la liberazione delle persone detenute. In questa festa la nostra vicinanza va alle vittime del Terrorismo, in diverse parti del mondo , come in Belgio, Turchia, Nigeria, Costa d'Avorio e Iraq”.
Papa Bergoglio auspica negoziati di pace anche per il continente africano: “Prospettive di pace per il Burundi, il Mozambico provate da tensioni politiche e sociali. La porta della misericordia spalancata per tutti, ci proietti anche sul popolo Venezuelano, affinché si possa lavorare in vista del bene comune.”
E ancora: “Ovunque ci si adoperi per favorire la cultura del rispetto reciproco, là c'è la ricerca di un futuro migliore. In fuga dalla guerra, un ricordo ai tanti rifugiati, ai migranti, specie ai bambini, che devono sopportare la vergogna e il rifiuto di un aiuto. Non tralasciamo i più vulnerabili, perseguitati per motivi etnici e religiosi”.
Non si tralasciano neanche i problemi ecologici, spesso relegati in secondo piano in nome dello sfruttamento selvaggio della Terra. Di fatto ammonisce dicendo che: “In questo giorno glorioso pensiamo agli equilibri della natura, a quelle aree colpite dagli effetti dei cambiamenti climatici, con conseguenti crisi alimentari in diverse parti del pianeta.
Infine un rimando “ai fratelli perseguitati per la fede in nome di Cristo; riascoltiamo la consolante parola del Signore: Non abbiate paura, io ho vinto il mondo. Cristo in questo giorno ha calpestato la morte facendoci passare dalla schiavitù alla redenzione”.
A quanti nelle nostre società hanno perso il gusto di vivere, agli anziani, ai giovani, a tutti il Santo Padre rimanda ancora una volta alle parole del risorto: “Ecco io faccio nuove tutte le cose”. Un rassicurante messaggio di Gesù per ripartire con più coraggio e per costruire “strade di riconciliazione con Dio e con i fratelli”.
A conclusione, Francesco augura a tutti i presenti e chi in ascolto tramite la radio, la televisione o il Web, una esortazione alla misericordia, ringraziando tutti per la gioia e la speranza del Cristo risorto.
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