venerdì, aprile 22, 2016
Si prepara “una grande battaglia” attorno ad Aleppo. Ankara permette il transito di armi e reclute. L’Arabia saudita blocca i dialoghi di pace. Per la popolazione dei villaggi vicini ad Aleppo vi è solo la fuga.

Damasco (AsiaNews) -  Il Primo ministro siriano Wael Al Halki (v. foto) ha confermato le indiscrezioni che circolavano da giorni circa l’arrivo la settimana scorsa di “5mila jihadisti” entrati dalla Turchia ed inviati a Idlib e nella periferia di Aleppo.

In un colloquio avuto con l’agenzia di stampa russa Sputnik, il premier ha accusato “la Turchia, l’Arabia Saudita , il Qatar, la Francia e la Gran Bretagna” di “non volere affatto vedere una soluzione politica per la Siria”, sostenendo invece una soluzione militare.

Anche il Ministro degli esteri siriano Walid Al Mualem ha dichiarato che esistono molti Paesi che continuano ancora adesso a fornire ai combattenti islamici “armi sofisticate e moderne” citando in modo esplicito “la Turchia”. Walid Al Mualem ha informato l’inviato speciale cinese in visita ufficiale a Damasco, che la Siria “continuerà a combattere i gruppi terroristici che alcuni Paesi continuano a sostenere facilitando il loro transito e passaggio (da e verso la Siria) e dando loro armi sofisticate e moderne”. Mualem ha aggiunto che è ormai imperativa una presa di posizione internazionale per far rispettare “le Risoluzioni emanate dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu”.

“’L’invio” di nuovi combattenti entrati dalla Turchia è stato denunciato anche dal rappresentante permanente della Siria all’Onu, Husam Eddin Ala, il quale ha parlato di “centinaia di armati entrati dalla Turchia in territori siriani”, rivelando inoltre che l’Arabia Saudita “continua a esercitare forti pressioni nei confronti dei membri della delegazione della conferenza di Riyadh per rigettare qualsiasi accordo”.

Un cittadino siriano cristiano dell’hinterland sud occidentale di Aleppo – che vuole rimanere anonimo – afferma ad AsiaNews che in effetti “sono in corso dispiegamenti di un numero elevato di combattenti jihadisti del Partito islamico turkmeno, che hanno ricevuto munizioni ed armi dal Fronte di Al Nusra e dai Soldati di Al Aqsa composto da siriani e da altre nazionalità, mentre vengono intraprese sistemazioni logistiche e si preparano nuove postazioni con sacchetti di sabbia”.

La fonte aggiunge che, negli ultimi giorni, si sono visti centinaia di combattenti “con sembianze asiatiche, entrati a far parte del Partito islamico turkmeno e che parlano cinese fra di loro”. Si ritiene siano “turchi uiguri cinesi che continuano ad arrivare dalla Turchia”, mentre gli Ahrar el Sham si sono stanziati non più in prima linea ma nelle retrovie”.

Nel villaggio di Al Bawabiya (a sud ovest di Aleppo, a due chilometri dall’autostrada Aleppo – Damasco, dove i nuovi jihadisti del Partito islamico turkmeno hanno stanziato il loro quartiere generale), gli abitanti sono in preda al terrore per l’ arrivo dei combattenti turchi uiguri “i quali hanno occupato le case abbandonate”. “Sanno – continua la fonte - che si sta preparando una grande battaglia”. Agli abitanti restano solo due scelte: “o unirsi ai combattenti - per forza e per sopravvivere – o fuggire in fretta: opporsi a questi uomini armati è impossibile”. (PB)

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