Con una lettera firmata dalla governatrice di Cotabato, le autorità intimano al presule metodista Ciriaco Francesco di smetterla di proteggere e assistere i “manifestanti illegali”. La scorsa settimana una protesta organizzata da circa 6mila agricoltori è stata sciolta dalla polizia a colpi di pistola: due morti e decine di feriti.
Manila(AsiaNews) - Il governo della provincia di Cotabato ha minacciato di portare in tribunale il vescovo metodista di Kidapawan, accusato di nascondere nella sua chiesa alcuni agricoltori sfuggiti agli scontri dello scorso 1 aprile. Una lettera firmata dalla governatrice Emmylou “Lala” J. Talino-Mendoza e recapitata al presule recita: “La sua decisione di dare rifugio a questi manifestanti illegali è punibile dalla legge. Se lei non collabora con noi saremo costretti ad agire contro di lei”. Il vescovo, Ciriaco Francisco della Chiesa metodista unita, non ha commentato.
Le violenze sono esplose lo scorso 1 aprile dopo giorni di proteste e manifestazioni promosse da circa 6mila contadini. Questi, per la maggior parte di etnia lumad, chiedevano al governo un intervento più deciso contro la siccità provocata da El Nino, che li sta portando alla fame, e accusavano le autorità di aver deviato i fondi destinati alla coltivazione diretta. In risposta sono stati impiegati diversi reparti della polizia in tenuta anti-sommossa: il bilancio complessivo delle violenze è di due vittime e decine di feriti.
La Conferenza episcopale delle Filippine e i Redentoristi di Manila hanno condannato con forza questi atti, definiti “criminali” e “inaccettabili”. A loro su uniscono oggi le Missionarie rurali delle Filippine, che in un comunicato puntano il dito contro il governo Aquino: “Riteniamo l’esecutivo responsabile di questo atto terribile. I contadini, colpiti dalla siccità e spinti dalla disperazione, chiedono aiuto. In cambio vengono ripagati con la violenza”.
Manila(AsiaNews) - Il governo della provincia di Cotabato ha minacciato di portare in tribunale il vescovo metodista di Kidapawan, accusato di nascondere nella sua chiesa alcuni agricoltori sfuggiti agli scontri dello scorso 1 aprile. Una lettera firmata dalla governatrice Emmylou “Lala” J. Talino-Mendoza e recapitata al presule recita: “La sua decisione di dare rifugio a questi manifestanti illegali è punibile dalla legge. Se lei non collabora con noi saremo costretti ad agire contro di lei”. Il vescovo, Ciriaco Francisco della Chiesa metodista unita, non ha commentato.
Le violenze sono esplose lo scorso 1 aprile dopo giorni di proteste e manifestazioni promosse da circa 6mila contadini. Questi, per la maggior parte di etnia lumad, chiedevano al governo un intervento più deciso contro la siccità provocata da El Nino, che li sta portando alla fame, e accusavano le autorità di aver deviato i fondi destinati alla coltivazione diretta. In risposta sono stati impiegati diversi reparti della polizia in tenuta anti-sommossa: il bilancio complessivo delle violenze è di due vittime e decine di feriti.
La Conferenza episcopale delle Filippine e i Redentoristi di Manila hanno condannato con forza questi atti, definiti “criminali” e “inaccettabili”. A loro su uniscono oggi le Missionarie rurali delle Filippine, che in un comunicato puntano il dito contro il governo Aquino: “Riteniamo l’esecutivo responsabile di questo atto terribile. I contadini, colpiti dalla siccità e spinti dalla disperazione, chiedono aiuto. In cambio vengono ripagati con la violenza”.
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