Il neo Presidente ANM è un fiume in piena: "Il sistema non è cessato"; "dire che i magistrati devono parlare solo con le loro sentenze equivale a dire che devono stare zitti". Divampa la polemica ed in serata precisa: "Non ho mai pensato che tutti i politici rubino".
di Lorenzo Carchini
PISA - "La classe dirigente di questo Paese quando delinque fa un numero di vittime incomparabilmente più elevato di qualunque delinquente da strada e fa danni più gravi". Sono parole al vetriolo quelle del neo presidente ANM, Piercamillo Davigo, durante la lectio magistralis al Master in prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e corruzione (APC) dell' Università di Pisa. "Oggi inchieste recenti dimostrano che questo sistema [da Mani Pulite, ndr] è proseguito ininterrotto". "E a noi - ha aggiunto - ci dicono che abusiamo della custodia cautelare: sono senza vergogna".
Dopo le interviste rilasciate al Fatto Quotidiano e al Corriere della Sera, il dottor Davigo ne ha per tutti e rilancia: "I politici non hanno smesso di rubare. Hanno smesso di vergognarsi. Rivendicano con sfrontatezza quel che prima facevano di nascosto. Dicono cose tipo: 'Con i nostri soldi facciamo quello che ci pare'. Ma non sono soldi loro; sono dei contribuenti".
"La corruzione è un reato particolarmente segreto, occulto. Non si fa davanti a testimoni, è noto solo a corrotti e corruttori, non viene quasi mai denunciato. È un reato a cifra nera. È un reato seriale. Per questo è necessario premiare chi parla". Una condizione peraltro aggravata dalla diffusa percezione nel paese che tutti siano portati a 'rubare': "No, mi fa arrabbiare questa cosa, rubano molti. Non tutti. Altrimenti non avrebbe senso fare i processi".
"Per un paio di decenni l'attività di questo paese non è stata quella di contrastare la corruzione, ma i processi sulla corruzione". Un messaggio fortissimo e volto sia ad incoraggiare l'intero corpo dei magistrati a non parlare "solo con le sentenze", ma anche all'intera società, che non perda l'abitudine a scandalizzarsi di fronte a questo tipo di delinquenza.
Una lezione particolarmente energica e decisa quella del dottor Davigo, che ha, ovviamente, scatenato moltissime reazioni nel panorama politico nazionale.
Da un lato, l'ex presidente ANM Palamara ed il vicepresidente CSM Giovanni Legnini hanno cercato di gettare acqua sul fuoco, invitando ad evitare generalizzazioni e a non alimentare il conflitto fra magistratura e politica del paese.
Dall'altro, gli ex magistrati, oggi in Parlamento hanno risposto duramente all'accusa di Davigo sulla loro presunta inidoneità alla politica, mentre tra le fila del PD Matteo Orfini ha parlato di "generalizzazioni da bar", mentre verdiniani e NCD ne denunciano la tensione ed i toni incendiari. Dal lato opposto dello schieramento, più cauto Matteo Salvini, che si è ripromesso di incontrarlo "per alcune battaglie". Fanno quadrato intorno al presidente ANM, infine, i 5 Stelle e Sinistra Italiana, che esprimono solidarietà "a uno dei simboli dell'inchiesta Mani Pulite" (Davigo fece parte del pool di Di Pietro).
In serata, però, il dottor Davigo ha precisato: "Mi spiace che alle mie dichiarazioni sia stato attribuito un significato diverso da quello che hanno. Non ho mai inteso riferirmi ai politici in generale, ma ai fatti di cui mi sono occupato ed a quelli che successivamente ho appreso essere stati commessi. Non ho mai pensato che tutti i politici rubino, anche perché ho più volte precisato che se così fosse non avrebbe senso fare processi che servono proprio a distinguere".
di Lorenzo Carchini
PISA - "La classe dirigente di questo Paese quando delinque fa un numero di vittime incomparabilmente più elevato di qualunque delinquente da strada e fa danni più gravi". Sono parole al vetriolo quelle del neo presidente ANM, Piercamillo Davigo, durante la lectio magistralis al Master in prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e corruzione (APC) dell' Università di Pisa. "Oggi inchieste recenti dimostrano che questo sistema [da Mani Pulite, ndr] è proseguito ininterrotto". "E a noi - ha aggiunto - ci dicono che abusiamo della custodia cautelare: sono senza vergogna".
Dopo le interviste rilasciate al Fatto Quotidiano e al Corriere della Sera, il dottor Davigo ne ha per tutti e rilancia: "I politici non hanno smesso di rubare. Hanno smesso di vergognarsi. Rivendicano con sfrontatezza quel che prima facevano di nascosto. Dicono cose tipo: 'Con i nostri soldi facciamo quello che ci pare'. Ma non sono soldi loro; sono dei contribuenti".
"La corruzione è un reato particolarmente segreto, occulto. Non si fa davanti a testimoni, è noto solo a corrotti e corruttori, non viene quasi mai denunciato. È un reato a cifra nera. È un reato seriale. Per questo è necessario premiare chi parla". Una condizione peraltro aggravata dalla diffusa percezione nel paese che tutti siano portati a 'rubare': "No, mi fa arrabbiare questa cosa, rubano molti. Non tutti. Altrimenti non avrebbe senso fare i processi".
"Per un paio di decenni l'attività di questo paese non è stata quella di contrastare la corruzione, ma i processi sulla corruzione". Un messaggio fortissimo e volto sia ad incoraggiare l'intero corpo dei magistrati a non parlare "solo con le sentenze", ma anche all'intera società, che non perda l'abitudine a scandalizzarsi di fronte a questo tipo di delinquenza.
Una lezione particolarmente energica e decisa quella del dottor Davigo, che ha, ovviamente, scatenato moltissime reazioni nel panorama politico nazionale.
Da un lato, l'ex presidente ANM Palamara ed il vicepresidente CSM Giovanni Legnini hanno cercato di gettare acqua sul fuoco, invitando ad evitare generalizzazioni e a non alimentare il conflitto fra magistratura e politica del paese.
Dall'altro, gli ex magistrati, oggi in Parlamento hanno risposto duramente all'accusa di Davigo sulla loro presunta inidoneità alla politica, mentre tra le fila del PD Matteo Orfini ha parlato di "generalizzazioni da bar", mentre verdiniani e NCD ne denunciano la tensione ed i toni incendiari. Dal lato opposto dello schieramento, più cauto Matteo Salvini, che si è ripromesso di incontrarlo "per alcune battaglie". Fanno quadrato intorno al presidente ANM, infine, i 5 Stelle e Sinistra Italiana, che esprimono solidarietà "a uno dei simboli dell'inchiesta Mani Pulite" (Davigo fece parte del pool di Di Pietro).
In serata, però, il dottor Davigo ha precisato: "Mi spiace che alle mie dichiarazioni sia stato attribuito un significato diverso da quello che hanno. Non ho mai inteso riferirmi ai politici in generale, ma ai fatti di cui mi sono occupato ed a quelli che successivamente ho appreso essere stati commessi. Non ho mai pensato che tutti i politici rubino, anche perché ho più volte precisato che se così fosse non avrebbe senso fare processi che servono proprio a distinguere".
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