venerdì, aprile 22, 2016
Annuncio, intercessione, speranza. E’ il trinomio su cui si è incentrata l’omelia di Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta. 

Radio Vaticana - Il Papa ha sottolineato che il cristiano è una persona di speranza, “che spera che il Signore torni”. Dal Pontefice anche un’esortazione ad avere il coraggio dell’annuncio come gli Apostoli che hanno testimoniato la Risurrezione di Gesù anche a costo della vita. Proprio oggi ricorre il 43.mo anniversario della professione religiosa di Jorge Mario Bergoglio. Il servizio di Alessandro Gisotti: ascolta

Tre dimensioni della vita cristiana: “annuncio, intercessione, speranza”. Papa Francesco ha preso spunto dalle Letture del giorno per sviluppare la sua meditazione su questo trinomio che deve contraddistinguere la vita di un credente. Il cuore dell’annuncio per un cristiano, ha osservato, è che Gesù è morto ed è risorto per noi, per la nostra salvezza.

Annunciare Gesù anche a costo della vita, come fecero gli Apostoli 
“Gesù è vivo! Questo – ha rammentato – è l’annuncio degli Apostoli ai giudei e ai pagani del loro tempo e questo annuncio è stato testimoniato anche con la loro vita, con il loro sangue”:

“Quando Giovanni e Pietro sono stati portati al Sinedrio, dopo la guarigione dello storpio, e i sacerdoti hanno proibito loro di parlare di questo nome di Gesù, della Resurrezione, loro con tutto il coraggio, con tutta la semplicità dicevano: ‘Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato’, l’annuncio. E noi cristiani per la fede abbiamo lo Spirito Santo dentro di noi, che ci fa vedere e ascoltare la verità su Gesù, che è morto per i nostri peccati ed è risorto. Questo è l’annuncio della vita cristiana: Cristo è vivo! Cristo è risorto! Cristo è fra noi nella comunità, ci accompagna nel cammino”.

Tante volte, ha commentato, si "fa fatica a ricevere questo annuncio”, ma Cristo risorto “è una realtà” ed è necessario dare “testimonianza di questo”, come afferma Giovanni.

Gesù intercede per noi mostrando le sue piaghe al Padre
Dopo la dimensione dell’annuncio, Francesco ha rivolto il pensiero all’intercessione. Durante la Cena del Giovedì Santo, ha affermato, gli Apostoli erano tristi, Gesù dice: “Non sia turbato il vostro cuore, abbiate fede. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Vado a prepararvi un posto”:

“Cosa vuol dire questo? Come prepara il posto Gesù? Con la sua preghiera per ognuno di noi. Gesù prega per noi e questa è l’intercessione. Gesù lavora in questo momento con la sua preghiera per noi. Così come a Pietro ha detto una volta ‘Pietro io ho pregato per te’, prima della passione, così adesso Gesù è l’intercessore fra il Padre e noi”.

Chiediamoci se Gesù è davvero la nostra speranza 
E come prega Gesù?, si chiede Francesco. Io, risponde, “credo che Gesù faccia vedere le piaghe al Padre, perché le piaghe se le è portate con sé, dopo la Resurrezione: fa vedere le piaghe al Padre e nomina ognuno di noi”. Questa, ha ripreso, “è la preghiera di Gesù. In questo momento Gesù intercede per noi: è l’intercessione”. Infine, il Papa si sofferma sulla terza dimensione del cristiano: la speranza. “Il cristiano – ha detto – è una donna, è un uomo di speranza, che spera che il Signore torni”. Tutta la Chiesa, ha proseguito, “è in attesa della venuta di Gesù: Gesù tornerà. E questa è la speranza cristiana”:

“Possiamo domandarci, ognuno di noi: com’è l’annuncio nella mia vita? Com’è il mio rapporto con Gesù che intercede per me? E com’è la mia speranza? Ci credo davvero che il Signore è risorto? Credo che prega per me il Padre? Ogni volta che io lo chiamo, Lui sta pregando per me, intercede. Credo davvero che il Signore tornerà, verrà? Ci farà bene domandarci questo sulla nostra fede: credo nell’annuncio? Credo nell’intercessione? Sono un uomo o una donna di speranza?”.


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