giovedì, aprile 28, 2016
A sorpresa arriva la proposta del Santo Padre, che dopo quello sulla famiglia ne invoca uno che possa porre le basi per il dialogo interreligioso. 

di Dario Cataldo 

Lo chiamano esibizionista, incline ai colpi di scena, contrario alla tradizione e alla forma; in realtà Papa Francesco è una mosca bianca, un visionario in mezzo a tanti conservatori, pronti a criticare il cambiamento. Il Sinodo sulla pace è un argomento che a lui sta davvero a cuore. Nella prossima assemblea sinodale, l’universalità di una condizione così tanto auspicata fa rima con il dialogo tra le religioni – che forse qualcuno non concepisce o giudica intollerabile alla luce degli odierni avvenimenti.

Durante i lavori del Consiglio Ordinario della Segreteria Generale del Sinodo, a cui a partecipato lo stesso Begoglio, diverse erano le proposte avallante. Dalla spinosa questione dei sacerdoti sposati a quella dell’ecumenismo, la carne sul fuoco di certo non mancava.

Con uno spiazzante auspicio, invece, il Successore di Pietro sviluppa il tema della pace globale, argomento di notevole attualità, presente nel suo pontificato sin dalla sua elezione. Sono sue le parole pronunciate per a seguito della recita dell’Angelus del 1 Settembre 2013, in cui dichiara: “Ripeto a voce alta: non è la cultura dello scontro, la cultura del conflitto quella che costruisce la convivenza nei popoli e tra i popoli, ma questa: la cultura dell’incontro, la cultura del dialogo; questa è l’unica strada per la pace. Il grido della pace – continua Francesco – si levi alto perché giunga al cuore di tutti e tutti depongano le armi e si lascino guidare dall’anelito di pace”.

Durante le celebrazioni dell’anno giubilare della Misericordia, il Vicario di Cristo continua la sua campagna per l’abbattimento delle barriere religiose, affinché un comune denominatore possa fungere da collante tra visioni diverse del mondo.

Con la fiducia di una cooperazione tra le Istituzioni, il Santo Padre esorta: “Non perdiamo, infatti, la speranza che il 2016 ci veda tutti fermamente e fiduciosamente impegnati, a diversi livelli, a realizzare la giustizia e operare per la pace. Sì, quest’ultima è dono di Dio e opera degli uomini. La pace è dono di Dio, ma affidato a tutti gli uomini e a tutte le donne, che sono chiamati a realizzarlo”.

Dopo la tanto discussa Amoris Laetitia, sembra proprio che il vento dell’innovazione stia continuando a soffiare preponderante. Il significativo impegno a cui i lavori sinodali saranno chiamati a rispondere è un fermo segnale che possa arginare l’ideologia della guerra, sempre e comunque come unica risoluzione dei problemi.


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