Lo spunto per l'omelia è tratto dagli Atti degli Apostoli, per la consueta Celebrazione eucaristica a Santa Marta. L'ammonizione corre veloce a chi si innalza a dotto chiudendo il cuore al prossimo.
di Dario Cataldo
Le scritture sono piene di “dottori” e “uomini della legge”, che con i paraocchi separano a loro modo il bene dal male, senza rendersi conto di ciò che gli sta intorno. Papa Francesco condanna a chiare lettere simili atteggiamenti, poiché fondati sul nulla. Dichiara il Santo Padre dalla Cappella di Santa Marta: “Il cuore chiuso alla verità di Dio è aggrappato soltanto alla verità della legge, anzi più che della legge, della lettera e non trova altra uscita che la menzogna, il falso testimone e la morte”.
“Così – continua il Papa – si lavano le mani e davanti a se stessi si giudicano puri. Ma il cuore è chiuso alla Parola di Dio, è chiuso alla verità, è chiuso al messaggero di Dio che porta la profezia, per far andare avanti il popolo di Dio”.
Chiudere il cuore dinanzi ai pentimenti, allo smarrimento e all'incertezza per applicare con rigore e metodo dei principi immutabili, rende inaccessibile il messaggio evangelico.
In riferimento al tradimento di Giuda l'Iscariota, che capito l'errore vorrebbe tornare sui suoi passi, rifiutando le monete d'oro dei “saggi del sinedrio” , spiega Papa Bergoglio: “Non importa a loro la vita di una persona, non gli importa il pentimento di Giuda: il Vangelo dice che è tornato pentito.
Soltanto – continua il Vicario di Cristo – gli importa il loro schema di leggi e tante parole e tante cose che hanno costruito. E questa è la durezza del loro cuore. E questa è la durezza del cuore, la stoltezza del cuore di questa gente, che siccome non poteva resistere alla verità di Stefano va a cercare testimonianze, testimoni falsi, per giudicarlo”.
Parole dure contro i detentori del sapere assoluto, capaci di pronunciare sentenze cieche, private del buon senso e del “discernimento” frutto dell'umiltà nel riconoscere i propri limiti.
Come Gesù morto in croce, Stefano il protomartire cristiano, e a seguire uno stuolo di campioni della fede morti per le proprie convinzioni, ribadisce il Successore di Pietro: “ La storia ci parla di tanta gente che venne uccisa, giudicata, seppur era innocente: giudicata con la Parola di Dio, contro la Parola di Dio.
Pensiamo alla caccia delle streghe o a Santa Giovanna d’Arco, a tanti altri che vennero bruciati, condannati, perché non si aggiustarono, secondo i giudici, alla Parola di Dio. E’ il modello di Gesù che, per essere fedele e avere obbedito alla Parola del Padre, finisce sulla croce”.
L'auspicato cambio di rotta imposto dal Pontefice deve essere inteso come la volontà per un cambio di tendenza a favore di una Chiesa umile che alla legge unisca la concretezza della carità.
di Dario Cataldo
Le scritture sono piene di “dottori” e “uomini della legge”, che con i paraocchi separano a loro modo il bene dal male, senza rendersi conto di ciò che gli sta intorno. Papa Francesco condanna a chiare lettere simili atteggiamenti, poiché fondati sul nulla. Dichiara il Santo Padre dalla Cappella di Santa Marta: “Il cuore chiuso alla verità di Dio è aggrappato soltanto alla verità della legge, anzi più che della legge, della lettera e non trova altra uscita che la menzogna, il falso testimone e la morte”.
“Così – continua il Papa – si lavano le mani e davanti a se stessi si giudicano puri. Ma il cuore è chiuso alla Parola di Dio, è chiuso alla verità, è chiuso al messaggero di Dio che porta la profezia, per far andare avanti il popolo di Dio”.
Chiudere il cuore dinanzi ai pentimenti, allo smarrimento e all'incertezza per applicare con rigore e metodo dei principi immutabili, rende inaccessibile il messaggio evangelico.
In riferimento al tradimento di Giuda l'Iscariota, che capito l'errore vorrebbe tornare sui suoi passi, rifiutando le monete d'oro dei “saggi del sinedrio” , spiega Papa Bergoglio: “Non importa a loro la vita di una persona, non gli importa il pentimento di Giuda: il Vangelo dice che è tornato pentito.
Soltanto – continua il Vicario di Cristo – gli importa il loro schema di leggi e tante parole e tante cose che hanno costruito. E questa è la durezza del loro cuore. E questa è la durezza del cuore, la stoltezza del cuore di questa gente, che siccome non poteva resistere alla verità di Stefano va a cercare testimonianze, testimoni falsi, per giudicarlo”.
Parole dure contro i detentori del sapere assoluto, capaci di pronunciare sentenze cieche, private del buon senso e del “discernimento” frutto dell'umiltà nel riconoscere i propri limiti.
Come Gesù morto in croce, Stefano il protomartire cristiano, e a seguire uno stuolo di campioni della fede morti per le proprie convinzioni, ribadisce il Successore di Pietro: “ La storia ci parla di tanta gente che venne uccisa, giudicata, seppur era innocente: giudicata con la Parola di Dio, contro la Parola di Dio.
Pensiamo alla caccia delle streghe o a Santa Giovanna d’Arco, a tanti altri che vennero bruciati, condannati, perché non si aggiustarono, secondo i giudici, alla Parola di Dio. E’ il modello di Gesù che, per essere fedele e avere obbedito alla Parola del Padre, finisce sulla croce”.
L'auspicato cambio di rotta imposto dal Pontefice deve essere inteso come la volontà per un cambio di tendenza a favore di una Chiesa umile che alla legge unisca la concretezza della carità.
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