Se l’Italia non taglia la spesa pubblica, sarà inevitabile l’aumento dell’Iva che potrebbe arrivare nel 2018 anche al 25%. Ad affermarlo Paolo Longobardi, presidente di Unimpresa che realizza un’analisi molto dettagliata sull’ipotetico impatto dell’aumento dell’imposta sul valore aggiunto nelle vite degli italiani.
Roma (WSI) - Come riporta un articolo de Il Giornale, l’aumento dell’Iva è molto più vicino di quanto si pensi visto che Bruxelles ci grazierà solo se scattano le famose clausole di salvaguardia che permetteranno al nostro paese di riallineare i conti.
“Sul 2017 il governo dovrà riallinearsi agli obiettivi di Bruxelles, senza sconti. Deficit all’1,8% del Pil, quindi. Obiettivo che secondo la Commissione sarà possibile raggiungere solo facendo scattare le famose clausole di salvaguardia che l’Italia si porta dietro dal 2013, quindi un aumento dell’Iva e delle accise”.
Un’indiscrezione che viene avvallata anche dal fatto che “fino ad oggi il governo italiano non ha detto come troverà i soldi per disinnescare le clausole di salvaguardia”.
“Solo impegni generici, che ieri sono stati ribaditi, sempre in modo ufficioso, da fonti del ministero dell’Economia guidato da Pier Carlo Padoan. Niente aumenti per Iva e accise, ma spending review e revisione delle tax expenditures. Il tutto per 15 miliardi di euro. Obiettivo ambizioso per il governo. Anche perché l’alternativa è un aumento di una delle imposte sui beni e servizi venduti che bloccherebbe i timidissimi segnali che arrivano dai consumi interni. E che cadrebbe a fine legislatura, a ridosso delle prossime elezioni politiche”.
L’aumento dell’Iva dall’attuale 22% porterà ad una maggior gettito per 15,1 miliardi nel 2017 quando l’Iva salirà al 24% e di 19,6 miliardi nel 2018 quando arriverà nel 25%. Ma quanto costerà realmente agli italiani l’aumento Iva? A fare due conti Unimpresa dalle pagine de Il Giornale sempre.
“La variazione delle aliquota Iva provocherà un aumento del gettito fiscale di 15,1 miliardi nel 2018 e di 19,6 miliardi nel 2018. In totale, si tratta di un incremento di 34,7 miliardi nel biennio. L’impatto sulle famiglie sarà di 414 euro nel 2017 e di 508 euro nel 2018: in totale 922 euro. Effetti sono previsti anche sui prezzi: l’indice dei prezzi al consumo dovrebbe salire dell’1,40% nel 2017 e dell’1,72% nel 2018. L’aliquota Iva ordinaria, oggi al 22%, salirà al 24% nel 2017 e al 25% nel 2018; l’aliquota Iva ridotta, oggi al 10%, salirà al 13% nel 2017, mentre resterà invariata al 4% l’aliquota super ridotta”.
Una stangata che va evitata a tutti i costi dice Longobardi di Unimpresa.
“Il governo di Matteo Renzi deve fare di tutto per trovare un’alternativa. Lo spazio di manovra nel bilancio pubblico, dove si annidano sprechi miliardari, esiste e lì si deve lavorare con coraggio. L’incremento dell’Iva sarebbe una mazzata tremenda sia per le aziende sia per le famiglie”.
di Alessandra Caparello
Roma (WSI) - Come riporta un articolo de Il Giornale, l’aumento dell’Iva è molto più vicino di quanto si pensi visto che Bruxelles ci grazierà solo se scattano le famose clausole di salvaguardia che permetteranno al nostro paese di riallineare i conti.
“Sul 2017 il governo dovrà riallinearsi agli obiettivi di Bruxelles, senza sconti. Deficit all’1,8% del Pil, quindi. Obiettivo che secondo la Commissione sarà possibile raggiungere solo facendo scattare le famose clausole di salvaguardia che l’Italia si porta dietro dal 2013, quindi un aumento dell’Iva e delle accise”.
Un’indiscrezione che viene avvallata anche dal fatto che “fino ad oggi il governo italiano non ha detto come troverà i soldi per disinnescare le clausole di salvaguardia”.
“Solo impegni generici, che ieri sono stati ribaditi, sempre in modo ufficioso, da fonti del ministero dell’Economia guidato da Pier Carlo Padoan. Niente aumenti per Iva e accise, ma spending review e revisione delle tax expenditures. Il tutto per 15 miliardi di euro. Obiettivo ambizioso per il governo. Anche perché l’alternativa è un aumento di una delle imposte sui beni e servizi venduti che bloccherebbe i timidissimi segnali che arrivano dai consumi interni. E che cadrebbe a fine legislatura, a ridosso delle prossime elezioni politiche”.
L’aumento dell’Iva dall’attuale 22% porterà ad una maggior gettito per 15,1 miliardi nel 2017 quando l’Iva salirà al 24% e di 19,6 miliardi nel 2018 quando arriverà nel 25%. Ma quanto costerà realmente agli italiani l’aumento Iva? A fare due conti Unimpresa dalle pagine de Il Giornale sempre.
“La variazione delle aliquota Iva provocherà un aumento del gettito fiscale di 15,1 miliardi nel 2018 e di 19,6 miliardi nel 2018. In totale, si tratta di un incremento di 34,7 miliardi nel biennio. L’impatto sulle famiglie sarà di 414 euro nel 2017 e di 508 euro nel 2018: in totale 922 euro. Effetti sono previsti anche sui prezzi: l’indice dei prezzi al consumo dovrebbe salire dell’1,40% nel 2017 e dell’1,72% nel 2018. L’aliquota Iva ordinaria, oggi al 22%, salirà al 24% nel 2017 e al 25% nel 2018; l’aliquota Iva ridotta, oggi al 10%, salirà al 13% nel 2017, mentre resterà invariata al 4% l’aliquota super ridotta”.
Una stangata che va evitata a tutti i costi dice Longobardi di Unimpresa.
“Il governo di Matteo Renzi deve fare di tutto per trovare un’alternativa. Lo spazio di manovra nel bilancio pubblico, dove si annidano sprechi miliardari, esiste e lì si deve lavorare con coraggio. L’incremento dell’Iva sarebbe una mazzata tremenda sia per le aziende sia per le famiglie”.
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