Confiscato dalla Guardia di Finanza l'intero patrimonio di 3 società, 104 immobiliari, auto, imbarcazioni e 27 rapporti finanziari per un valore oltre i 49 milioni. Gli imprenditori Ascione erano legati al clan Mallardo.
Beni mobili e immobili per un valore complessivo di oltre 49 milioni di euro sono stati confiscati dai finanzieri del comando provinciale di Roma ai fratelli imprenditori Giuliano, Michele e Luigi Ascione, ritenuti membri del clan camorrista Mallardo. Una vera e propria "cellula economica" operante nel basso Lazio per conto del clan. La confisca arriva a distanza di circa tre anni dal sequestro eseguito nell'ambito del procedimento per l'applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale e personale nei confronti dei fratelli.
Al termine delle indagini, svolte dagli uomini del Gico del Nucleo di Polizia tributaria di Roma, sono stati sottoposti a confisca l’intero patrimonio di tre società, due immobiliari e una concessionaria di auto di Napoli, le quote di una quarta società, 104 unità immobiliari sparse nelle province di Latina, Napoli e Cosenza, 15 tra auto e moto, un’imbarcazione e 27 rapporti finanziari.
Secondo i finanzieri, nonostante si occupassero perlopiù di edilizia, appalti pubblici, forniture pubbliche e commercio all'ingrosso, molteplici erano le loro attività illecite legate ai traffici del clan Mallardo. Nei confronti degli Ascione, sono stati raccolti "concreti indizi di appartenenza al sodalizio camorristico". Tutti e tre i fratelli sono ritenuti "socialmente pericolosi" e avrebbero "rapporti costanti con i fratelli Dell'Aquila, con la famiglia Mallardo e con esponenti del loro clan". Tutti affari finalizzati a riciclare denaro sporco.
Beni mobili e immobili per un valore complessivo di oltre 49 milioni di euro sono stati confiscati dai finanzieri del comando provinciale di Roma ai fratelli imprenditori Giuliano, Michele e Luigi Ascione, ritenuti membri del clan camorrista Mallardo. Una vera e propria "cellula economica" operante nel basso Lazio per conto del clan. La confisca arriva a distanza di circa tre anni dal sequestro eseguito nell'ambito del procedimento per l'applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale e personale nei confronti dei fratelli.
Al termine delle indagini, svolte dagli uomini del Gico del Nucleo di Polizia tributaria di Roma, sono stati sottoposti a confisca l’intero patrimonio di tre società, due immobiliari e una concessionaria di auto di Napoli, le quote di una quarta società, 104 unità immobiliari sparse nelle province di Latina, Napoli e Cosenza, 15 tra auto e moto, un’imbarcazione e 27 rapporti finanziari.
Secondo i finanzieri, nonostante si occupassero perlopiù di edilizia, appalti pubblici, forniture pubbliche e commercio all'ingrosso, molteplici erano le loro attività illecite legate ai traffici del clan Mallardo. Nei confronti degli Ascione, sono stati raccolti "concreti indizi di appartenenza al sodalizio camorristico". Tutti e tre i fratelli sono ritenuti "socialmente pericolosi" e avrebbero "rapporti costanti con i fratelli Dell'Aquila, con la famiglia Mallardo e con esponenti del loro clan". Tutti affari finalizzati a riciclare denaro sporco.
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