La Realtà vitivinicola nata da un bene confiscato alla Mafia a San Giuseppe Jato è il fiore all'occhiello del Consorzio Libera Terra Mediterraneo. Pregevole la degustazione del Rosso Igt “Argille di Tagghia Via”.
Patria del pentito Giovanni Brusca, colui che stando alle dichiarazioni pigiò il pulsante che azionò l'esplosivo che uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie e i membri della scorta, San Giuseppe Jato nel palermitano è anche altro. È dimora di una divisione vinicola del Consorzio che riunisce le cooperative stanziate sui beni impegnati alla mafia. La Centopassi è una splendida realtà che ha trasformato dei terreni a lungo incolti, trasformandoli in vitigni con uve autoctone e della migliore tradizione internazionale.
Su tutti primeggia il Nero d'Avola, principe indiscusso della tavola siciliana che tra i vini a bacca rossa è l'emblema dell'antica Trinacria.
Il rosso dal nome caratteristico, “Argille di Tagghia Via” è in purezza 100% Nero d'Avola; speculare all'azienda, nell'annata del 2013, ne racchiude l'essenza. Giovane il colore, proprio come la Cantina, fondata nel 2001. Il Rubino acceso con rimandi viola anticipa ciò che ci si aspetta al naso e al gusto.
Freschi frutti di bosco come mora e lampone, ma anche ciliegia e amarena a creare un ventaglio fruttato che si espande con sentori minerali ed erbacee ad arricchirne il bouquet olfattivo.
In bocca il primo impatto è equilibrato. L'iniziale freschezza ben si abbina al fine tannino che non crea notevole astringenza. Di fatto il gusto è persistente e succoso anche diversi secondi dopo il sorso.
Il titolo alcolometrico di 13,5° fa del Nero d'Avola “Argille di Tagghia Via” del 2013, un vino di buona struttura da abbinare ai migliori piatti salati della tradizione siciliana. Dai formaggi stagionati alle pietanze dal sapore robusto – come carni rosse arrostite o il tonno alla griglia – il rosso Igt di produzione biologica è l'emblema del carattere siciliano: caparbio e tenace.
Patria del pentito Giovanni Brusca, colui che stando alle dichiarazioni pigiò il pulsante che azionò l'esplosivo che uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie e i membri della scorta, San Giuseppe Jato nel palermitano è anche altro. È dimora di una divisione vinicola del Consorzio che riunisce le cooperative stanziate sui beni impegnati alla mafia. La Centopassi è una splendida realtà che ha trasformato dei terreni a lungo incolti, trasformandoli in vitigni con uve autoctone e della migliore tradizione internazionale.
Su tutti primeggia il Nero d'Avola, principe indiscusso della tavola siciliana che tra i vini a bacca rossa è l'emblema dell'antica Trinacria.
Il rosso dal nome caratteristico, “Argille di Tagghia Via” è in purezza 100% Nero d'Avola; speculare all'azienda, nell'annata del 2013, ne racchiude l'essenza. Giovane il colore, proprio come la Cantina, fondata nel 2001. Il Rubino acceso con rimandi viola anticipa ciò che ci si aspetta al naso e al gusto.
Freschi frutti di bosco come mora e lampone, ma anche ciliegia e amarena a creare un ventaglio fruttato che si espande con sentori minerali ed erbacee ad arricchirne il bouquet olfattivo.
In bocca il primo impatto è equilibrato. L'iniziale freschezza ben si abbina al fine tannino che non crea notevole astringenza. Di fatto il gusto è persistente e succoso anche diversi secondi dopo il sorso.
Il titolo alcolometrico di 13,5° fa del Nero d'Avola “Argille di Tagghia Via” del 2013, un vino di buona struttura da abbinare ai migliori piatti salati della tradizione siciliana. Dai formaggi stagionati alle pietanze dal sapore robusto – come carni rosse arrostite o il tonno alla griglia – il rosso Igt di produzione biologica è l'emblema del carattere siciliano: caparbio e tenace.
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