Il più grande acquario d’acqua dolce d’Italia inaugurato al Museo di storia naturale dell’università di Pisa
Taglio del nastro alla Certosa di Calci che ospita il museo.
GreenReport - E’ stato inaugurato oggi pomeriggio il più grande acquario d’acqua dolce d’Italia, ospitato dal museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa ospitato nella monumentale Certosa di Calci. Una spettacolare esposizione, estesa su oltre 500 m2 e con oltre 60.000 litri d’acqua, organizzata in cinque settori con grandi vasche dedicate alle acque interne di Asia, America, Europa e Africa, tutto all’interno delle cantine trecentesche della Certosa.
Un acquario che accoglierà una biodiversità incredibile, con degli esemplari quasi unici, come i Phreatichthys andruzzii, dei piccoli pesci molto particolari, senza occhi, scaglie o pigmento originari delle grotte della Somalia, ma probabilmente già estinti in natura.
Il direttore del Museo di Storia Naturale, Roberto Barbuti, conclude: «Molti pensano che la biodiversità dei pesci ci sia solo in mare ma naturalmente non è così le nostre vasche stupiranno per varietà di forme e di colori, dai pesci alligatore, ai gourami giganti, che vivono nelle risaie asiatiche, ai piranha, sino al pesce gatto con la coda rossa che può superare anche i 20 chili di peso. Un primo nucleo dell’acquario, con 24 vasche dai 700 ai 1.500 litri, era già presente al Museo dal 2008 l’attuale ampliamento è stato possibile anche grazie al contributo della Fondazione Pisa, dell’Università e con un consistente investimento da parte del Museo stesso, grazie al quale abbiamo potuto installare altre dodici grandi vasche che vanno dai 3.000 ai 10.000 litri».
GreenReport - E’ stato inaugurato oggi pomeriggio il più grande acquario d’acqua dolce d’Italia, ospitato dal museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa ospitato nella monumentale Certosa di Calci. Una spettacolare esposizione, estesa su oltre 500 m2 e con oltre 60.000 litri d’acqua, organizzata in cinque settori con grandi vasche dedicate alle acque interne di Asia, America, Europa e Africa, tutto all’interno delle cantine trecentesche della Certosa.
Un acquario che accoglierà una biodiversità incredibile, con degli esemplari quasi unici, come i Phreatichthys andruzzii, dei piccoli pesci molto particolari, senza occhi, scaglie o pigmento originari delle grotte della Somalia, ma probabilmente già estinti in natura.
Il direttore del Museo di Storia Naturale, Roberto Barbuti, conclude: «Molti pensano che la biodiversità dei pesci ci sia solo in mare ma naturalmente non è così le nostre vasche stupiranno per varietà di forme e di colori, dai pesci alligatore, ai gourami giganti, che vivono nelle risaie asiatiche, ai piranha, sino al pesce gatto con la coda rossa che può superare anche i 20 chili di peso. Un primo nucleo dell’acquario, con 24 vasche dai 700 ai 1.500 litri, era già presente al Museo dal 2008 l’attuale ampliamento è stato possibile anche grazie al contributo della Fondazione Pisa, dell’Università e con un consistente investimento da parte del Museo stesso, grazie al quale abbiamo potuto installare altre dodici grandi vasche che vanno dai 3.000 ai 10.000 litri».
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